giovedì 30 aprile 2020

I preliminari al tempo del tele-consiglio

ROSETO. Dieci consiglieri collegati da casa e sette in aula. Il primo consiglio comunale in teleconferenza necessitato, mostra qualche libreria alle spalle, una sigaretta elettronica fumante, e la solita partenza “preliminare”, quando ogni consigliere dice la sua a tema libero. Solite formalità, seppur a distanza, dunque. Prima di passare a centro dei rifiuti, regolamento del turismo e quant'altro.

Ma se la modalità cambia, quest'ora iniziale caratteristica delle assise rosetane è sempre ad un tempo inutile ed interessante. Inutile, perché è semplicemente un pour-parler. Interessante perché lascia intravedere il nesso tra il posizionamento politico di ciascuno ed i problemi reali della città. La modalità remota, infatti, rende solo più difficili i battibecchi personali, trasformandoli in gesti muti di disapprovazione mimica, ma non cambia la sostanza delle cose.

Ecco allora che l'unica comunicazione reale (l'oretta iniziale si chiama, appunto, “delle comunicazioni”) la fa il consigliere Alessandro Recchiuti, il quale annuncia che d'ora in poi il suo gruppo aggiungerà alla denominazione “FuturoIn” quella de “Il Punto”, associazione presieduta dalla professoressa Vanessa Quaranta che ha in Recchiuti il suo rappresentante consiliare.

Parte subito dopo la sequela. Tra chi voleva sanificare le strade (Rosaria Ciancaione); chi se ne esce svelando forse senza volerlo che “l'opposizione a telecamere spente è più propositiva” (Mario Nugnes); chi attacca il governo e certi scienziati contraddittori (Enio Pavone); chi presenta mozioni anti-tasse e pro-commercio (Adriano De Luca) e chi ribatte: un momento, lo avevamo detto prima noi dell'opposizione di togliere le tasse e ci avete dato dei populisti (Angelo Marcone). C'è poi chi tenta sintesi tardo-democristiane tra maggioranza-opposizione (Simone Aloisi); chi pensa al turismo, ma anche “renzianamente” a ripartire (Marco Angelini); chi loda “l'orgoglio italiano”, locuzione che più di destra sarebbe difficile by consigliere Pd, Massimo Felicioni.

Insomma, è un dire. Dal quale si capisce e non si capisce che gli equilibri politici locali si muovono. Non si sa bene in quale direzione, però. Apparentemente tutto sospeso a causa di questo tempo terrificante. Con uno sguardo a Roma e l'altro in Regione. E si va avanti, in una parentesi pomeridiana dove stare davanti allo smartphone a sentire il consiglio aiuta a passare un pomeriggio un po' meno surreale di quanti ne sono già passati. Manca però un qualcosa di originale: una via rosetana più strutturata, una qualche strategia di fondo meno fumosa dalla “pipa” elettronica dell'architetto “Peppe” di Sante che ogni tanto rende il quadro piuttosto confuso.

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