Del resto in questo
tempo tragico e pazzo insieme, la gente è stata completamente
rimbicillita. La gente è stata convinta che la colpa del virus sia
sua. Magari di qualche cucciolo portato a spasso intorno al palazzo.
Hanno trovato il paziente-zero: il cane domestico appunto. Ed alcuni,
se potessero, lo impiccherebbero sulla pubblica piazza.
Dunque è colpa
della gente se mancano le mascherine; se non si possono fare i
tamponi a tappeto; se non abbiamo medici e posti letto negli
ospedali. E colpa di quelli che portano a spasso il cane e magari
fanno due passi in solitaria.
È colpa della
gente che si contagia. E muore. E crepa peggio di un cane. Non è
colpa di quei governi che – avendone i rapporti specialistici –
hanno sottovalutato la portata dell'evento. Non è colpa di chi ha
tagliato i fondi alla sanità. Di che si è divertito a costruire
laboratori per la guerra batteriologica da cui – per carità –
non è scappato alcun virus. È colpa del cane che fa due passi.
È colpa di chi va
a fare a spesa oltre venti metri. Certo, tanmeno è colpa di Dio, per
chi ci crede. Dio non c'è mai in certi frangenti. Non riesce nemmeno
a mandare una alluvione, un diluvio universale, un asteroide che
abbia un minimo di mira giusta. La gente ha diffuso il virus; la
gente è incosciente; la gente è stupida...
Guardate, “state
a casa” lo dico pure io. Oggi non pare ci sia altro da fare. Ma non
colpevolizzatevi da soli. Pensate anche a quelle donne che forse –
speriamo mai – moriranno di cancro a causa di una scelta sbagliata
di chi non ha tutelato la sanità né prima, né adesso, né domani.
Pensate a viaggi della speranza negli ospedali del nord, ultima
ancora prima dell'abisso per molti, che ora non si potranno più
fare.
Pensate a tutto
questo, fatevi pisciare il cane in salotto o sulle scarpe se volete, e non
ri-rompete i coglioni. Personalmente, mi fumano già al
cubo.
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