domenica 20 ottobre 2024

E se dovessimo rinunciare al traforo del Gran Sasso?

ROSETO. Facciamo un'ipotesi estrema. Con l'augurio che mai si verifichi. E se il traforo del Gran Sasso chiudesse definitivamente? Se divenisse di fatto inservibile per eccesso di limitazioni? Se questa infrastruttura autostradale si rivelasse davvero troppo fragile per reggere al tempo? Tanto da richiedere lavori di adeguamento di cui non abbiamo le possibilità? Del resto, nei circa tre decenni d'esercizio, solo per brevi periodi ha funzionato appieno e già da tempo è ridotto ad una sola corsia per ogni canna.

Insomma, se questo collegamento tra il teramano e l'aquilano, tra una parte dell'Abruzzo ed il Lazio divenisse di fatto a rischio, allora il territorio teramano dovrebbe rivedere la sua missione. Vale a dire, che nella strategia territoriale avrebbe da puntare solo ed esclusivamene sulla dorsale adriatica. Come Ascoli e Macerata, ad esempio. E lasciare il collegameno con Roma unicamente a Pescara. Alla quale trasversale un tempo si allacciava anche L'Aquila attraverso il piano dei Navelli, prima che le follie rotatorie ne frenassero la percorribilità.

Ma L'Aquila e l'Abruzzo interno hanno un rapporto naturale con Roma, quindi il Gran Sasso diventa per loro relativo. Insomma, fossi nei decisori politici teramani comincerei a pensare seriamente solo all'Adriatico, ai rapporti con le vicine Marche da una parte e Pescara dall'altra. Il Gran Sasso potrebbe ridivenire la barriera naturale troppo difficile da traversare per impiantarci un qualsiasi tema di sviluppo. Come barriera insormontabile tra l'altro è stata per secoli nella storia.

Forse è il caso di cominciare ad abbandonare quell'idea o quel sogno di trasversale trans-appenninica sulla quale tanta parte della politica novecentesca aveva scommesso. Noi non siamo più in grado di tenere quella scommessa. Non ne abbiamo le risorse. E nemmeno le competenze, forse!

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