sabato 3 agosto 2024

Le opposizioni, riunite al "Celommi", dicono no ad una intesa sull'urbanistica

ROSETO. Che poi come spiegare questa cosa dell'appello quiek (svelto) se manca l'opposizione e slow (lento) se non c'è la maggioranza al consiglio comunale di Roseto? Da cui è sorto un caso politico (lo potete leggere anche nei post precedenti di questo blog), che anche questa mattina è stato riproposto dall'opposizione insieme (ho detto insieme, non unita che è un'altra cosa) al lido Celommi del lungomare rosetano?

Provo a dirlo con le parole di un signore dal pelo grigio, con un cappello improbabile, seduto (foto) accanto ad una cara amica (per chi non conosce: Vanessa Quaranta), durante la conferenza stampa in riva al mare. Dunque ecco due esempi recenti: era il 21 marzo di questa primavera: 55 minuti di ritardo per l'appello. Oppure, era l'11 giugno, 45 minuti di ritardo. Era il 31 luglio, appello dopo 20 minuti, perché per una volta (accade veramente di rado, mentre è costante l'opposto) l'opposizione aveva ritardato di qualche minuto.

Dall'opposizione dicono: allora è un dispetto! Allora non è che manca il rispetto dell'orario, manca il rispetto verso di noi consiglieri di minoranza e quindi verso i cittadini che noi rappresentiamo; manca il fair-play; manca la cortesia istituzionale; manca lo stile istituzionale. In altre parole, manca la gentilezza istituzionale, tra l'altro proprio dalla delegata alla gentilezza, ovvero la presidente d'aula, Gabriella Recchiuti, di “Azione”, politicamente vicinissima al leader regionale del partito, Giulio Sottanelli.

Chiusa questa cosa dell'ora accademica, che è emblematica di un rapporto che la maggiornaza tiene sempre tesissimo verso le opposizioni, il tema dell'incontro al “Celommi” è passato sulla nuova caserma dei carabinieri. Che la maggioranza (tra parentesi, hanno persino incorporato per mano del consigliere Pavone un emendamento proposto e poi ritirato dal consigliere Bellachioma), vorrebbe delocalizzare verso il Borsacchio. E che fine farà l'attuale centralissima caserma dell'Arma, si chiede allora l'opposizione? Verrà venduta (o svenduta) sul mercato? Diventerà una nuova ed ulteriore palazzina residenziale? È qui il punto.

Un punto urbanistico, in una città dove manca poco che una aiola di nove metri quadrati diventi edificabile magari per un palazzo di nove piani. Un paradosso ovvio, per far capire il tipo di politica urbanistica che piace alla compagine amministrativa, fatta di palazzoni sul lungomare, lottizzazioni nelle ex-aree-fornaci; palazzine che sorgono come funghi in pezzetti di angoli già verdi. Naturalmente non c'entra niente la sicurezza, la logistica dell'Arma, eccetera, su cui sono tutti d'accordo. Entra, appunto l'urbanistica. Tema sul quale, per tutte le componenti dell'opposizione (ma su questo il signore dal pelo grigio di cui sopra aspetta per credere), non c'è più spazio per nessuna intesa politica con la maggioranza.

La politica però è arte del possibile, quindi vedremo. Sono quasi certo, invece, che per almeno due forze dell'opposizione non vi sarà nessun compromesso. La loro è scelta intransigente. Non dico quali sono queste due componenti: tanto gli addetti ai lavori lo sanno. Eppoi, man mano che il tempo scorre di qui alle prossime elezioni municipali, lo vedranno anche gli elettori. I quali naturalmente decideranno come meglio credono, in piena libertà.

Buon week-end

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