Mi è capitato nei
giorni scorsi di assistere ad alcuni incontri pubblici
nell'università di Chieti o di Teramo. Nelle prime settimane di
novembre, complice il bel tempo, ho visto ragazze e ragazzi
chiacchierare tranquillamente seduti sui prati del campus teatino. Ho
veduto ragazze e ragazzi studiare insieme, parlare, prendere un
caffè. Francamento non ho scorto nei loro sguardi il clima di
terrore che i media italiani hanno sparso nel rapporto uomo-donna, in
alcuni casi certamente patologico come dimostra l'ultimo episodio di
cronaca davvero tragico ed eclatante.
Quella dei media sembra più una caricatura della realtà che la sua
rappresentazione. Poi ho letto il 57° rapporto Censis, che ci
definisce un popolo di “sonnambuli”. Intimoriti da pandemie,
guerre, crisi climatiche, energetiche ed economiche; inflazione, immigrazione e calo demografico.
V'è da chiedersi
quanto un'affannosa descrizione della realtà in termini puramente
emozionali, interessati esclusivamente all'audience che tale
approccio rende facile, concorra al sonnambulismo generale.
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