ROSETO. Tommaso
Ginoble ha ufficializzato la sua candidatura a sindaco di Roseto. Lo ha fatto
con un comunicato in cui parla di esperienza e competenza nonché di
pacificazione della politica rosetana sul filo di quella draghiana a
livello nazionale. Mi pare un auspicio ottimistico. Comunque, che
devo dire di questa candidatura io che ieri mi auguravo un futuro da
sindaca per Vanessa Quaranta? Vorrei sperare che le due cose non
siano in contrasto, almeno in un futuro che possa essere da me
ricordato, tuttavia ci tocca essere realisti
Tommaso Ginoble
Che dire allora? Ecco, racconterei un episodio personale. Si era nell'autunno dell'anno 2000, quasi ventun'anni or sono. Ed alla Regione aveva appena vinto “Giovannino” Pace, un bonario e moderato esponente della destra chietina. Allora scrivevo un gionalino che si chiamava “Controaliseo”. Ero giovane e abbastanza combattivo. Così – pur essendo io considerato di sinistra – un vecchio amico democristiano s'era messo in testa che avrei potuto dirigere un giornale d'opposizione in regione. Naturalmente la cosa era quasi impossibile, tuttavia, la mia vanità per così dire “giornalistica” (tra molte virgolette) ne venne in qualche modo solleticata.
Una mattina allora, insieme al mio vecchio amico, accettai di andare a parlare dell'idea al gruppo dei Popolari (credo che allora si chiamassero ancora così). Entrammo in una stanza al secondo piano, se non ricordo male, del palazzo dell'Emiciclo all'Aquila e li mi venne presentato un nuovo consigliere regionale: Tommaso Ginoble. Guarda caso divideva la stanza con un giovanissimo consigliere regionale molto rampante: Luciano D'Alfonso e, tra parentesi, mi pare che al tempo andassero d'accordo. Tra l'altro ci accolse una bravissima segretaria, credo di un paesino della collina teramana, di cui non rammento più il nome.
Del giornale, ovviamente, non se ne fece nulla ed io non sarei stato minimante in grado di assumere quell'incarico, ma con “Tommaso” sono rimasto sempre in cordiali rapporti. Da quando sono venuto ad abitare a Roseto, ormai 12 anni fa, ci salutiamo sempre amichevolmente e qualche volta abbiamo scambiato con piacere delle opinioni. Quindi che posso dire? Nulla. Se non riferire quel che mi ha detto qualche mattina fa un amico comune incontrato al bar: “Tommaso non lo fa per interessi. Ormai lui ha tempo. Ha passione. Mantiene ottimi rapporti a Roma. E vuole lasciare qualcosa di buono per Roseto...”
Ecco, è scritto un po' anche nel comunicato: ma quelle parole semplici, raccolte al bar, dicono molto più chiaramente quel che è il senso vero di questa candidatura. Come l'accoglieranno i rosetani? Si saprà la mattina dopo il voto.
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