La notizia dell'arresto in Francia di alcuni protagonisti della stagione del terrorismo italiano di quarant'anni or sono riporta alla mente il mio esser stato ragazzo negli anni '70. Ed esserlo stato in una famiglia ove la politica non era un'estranea. Quegli anni di bombe e di attentati io li ho vissuti, seppur nella derivazione che potevano avere in provincia. Eppure non ho ricordi particolari.
La Tv faceva vedere le immagini degli attentati nei telegiornali bianco e nero. Eppure la vita continuava. Si andava a scuola, che era anche una “palestra” di politica. Si andava al mare. Ci si innamorava. A Roseto, per dire, costruivano un palasport per certi versi modernissimo. La vita non si fermava. Il terrorismo c'era, ma non stravolgeva più di tanto.
Ieri, ho riaperto un po' la mia scatola del tempo. Che è quasi più drammatzzata oggi che allora. Perché c'è questa differenza di fondo: la spettacolarizzazione e la drammatizzazione che oggi c'è delle cose. E che ci sta facendo diventare degli alieni.
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