ROSETO. Un bel progetto culturale. Frutto della passione di una vita: quella per la storia e quella per Roseto. E dal “matrimonio” della Storia e di Roseto s'intende far nascere una raccolta, un archivio, un patrimonio d'immagini e filmati, che testimoniano il “Com'era” ed il “Com'è” Roseto.
Ne hanno parlato, in una piacevole conversazione ai tavolinetti dell'Hotel Liberty, Erides e William Di Marco (foto in alto), che poi sono padre e figlia. Ma sono, soprattutto, rappresentanti di una associazione, la “Cerchi Concentrici Promoter”, che questa idea intende sviluppare. Raccogliendo materiale storico, che poi sarà vagliato ed inserito nel contesto. Nel contesto, appunto, della storia di Roseto, del suo essere comunità, nel suo divenire “polo” della vallata del Vomano, che qui ha lo sbocco sull'Adriatico.
Avendo alle spalle, questo progetto, anni di lavoro e, non ultime, le tre serate appena concluse nello spazio sul retro della Villa Comunale. Serate in cui il film sulla storia della Città, che l'associazione ha donato al Comune, ha riscosso tanti messaggi e tutte le presenze che la contingenza del momento consentiva. Così, William ed Erides, infilano una carrellata di nomi e date significative per Roseto, come quelli di Serafino De Angelis, Vincenzo D'Angelo, Eramnno Romualdi. Con sullo sfondo, aleggiante, quel Mario Giunco che è tuttora l'anima di una certa “vocazione” culturale rosetana.
E qui, in questo progetto del passato e del futuro, che magari potrà arricchirsi anche di un cofanetto da donare a scuole e famiglie, si ritrovano i fili di quella che è “anche” una idea di città. Una idea dove la storia non è “noia” scolastica, ma si fa concretezza anche economica. Perché una città che acquista una sua precisa identità funziona meglio anche a livello turistico.
Ho lasciato così come il professor William ha fatto fotografare i suoi appunti. Li vedete nelle foto piccole. Quel che non si può vedere è il clima. Che le mie parole non riescono a restituire. Provo a riassumere: il clima di una Roseto che c'è anche se non si vede. Di una Roseto che ha un qualcosa di magico al di là del velo della quotidianità. Un qualcosa che – non so se a ragione – mi sembrò di respirare già nel 2010, in una indimenticabile serata di maggio alla Villa Comunale, durante una manifestazione per i 150 anni condotta da Mirella Lelli. È un qualcosa che si avverte, ma non si riesce a descrivere bene con le parole: è impalpabile: come un ché di amore, naturalmente in senso lato assai
Ecco, ho come percepito – ovviamente posso sbagliare – nell'idea di questo progetto della Cerchi Concentrici, un “qualcosa” di quel... “qualcosa” (il gioco di parole è voluto). Vedremo, le premesse non mancano
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