lunedì 11 maggio 2020

Il Camoscio di Aprati, l'ottimismo della volontà



Secondo me sono l'emblema della forza gentile. La forza delle donne. La forza delle donne delle aree interne. Delle zone montuose dell'Abruzzo. Lo “storico” distributore di carburanti (con prezzi concorrenzialissimi) ed annesso locale-bar-piccolo-commercio, “Il Camoscio” di Aprati di Crognaleto, ha riaperto i battenti. Seppur con le limitazioni dovute e la possibilità del solo asporto al momento.

Sono molto legato a questo piccolo esercizio commerciale di montagna, sulla vecchia statale 80 che conduce da L'Aquila a Teramo attraverso il passo delle “Capannelle”. Conosco Francesca Ceci e la sua famiglia, che lo gestiscono da sempre. Ho dei ricordi da bambino, negli anni '70, quando quella strada era la sola tra L'Aquila e Teramo prima del traforo del Gran Sasso. L'ho percorsa non so quante volte, con la neve e con il sole. Ed a primavera è stupenda.

Le sorelle Ceci e la loro famiglia hanno tenuto aperto anche subito dopo il sisma dell'Aquila del 2009, che ad Aprati si è sentito forte. Hanno alzato la saricinesca anche dopo il sisma di Amatrice del 2016, che ad Aprati si è sentito ancora più forte. Hanno superato l'isolamento del gennaio 2017 con la nevicata alta due metri, senza gas ed energia elettrica. Loro conoscono bene cosa significa “isolamento”. Ed oggi, eccole di nuovo dietro al bancone, con il sorriso e la gentilezza che sempre mi hanno colpito. Con la loro pacata, ma ferrea volontà di non abbandonare quei luoghi.

In quelle poche case sulla vecchia statale. Di fronte a quel ponte ad arco in cemento armato progettato dall'ingegner Stockel nel dopoguerra, simbolo anch'esso di forza e leggerezza, che ha resistito al sisma ed è stato recentemente restaurato dalla Provincia di Teramo. Di quel ponte, di quella storia, di quell'Italia della speranza e del lavoro del dopoguerra, il locale di Francesca Ceci reca le foto storiche. La loro è una restistenza cortese, di un Abruzzo nascosto. Una storia di donne (soprattutto di donne) il cui aspetto così grazioso cela un coraggio che non diresti. Una forza che capisci solo se capti certi segnali, se conosci talune origini, se cogli lo spirito del riscatto sociale.

Ecco, è bello vedere questo rinascere ancora. Con le preoccupazioni. Con quel momento di quasi incredulità che pensi di cogliere in una piega invisibile dello sguardo. È bello vedere il superare anche questa emergenza. Quella speranza nel cuore. Quell'ottimismo della volontà, che è stato il must di quegli anni Ottanta che segnarono un'altra rinascita.

Ho saputo che avevano riaperto. Ed oggi sono voluto andare a vedere. Mi hanno detto: “Ieri abbiamo avuto tanti appassionati della montagna, ciclisti, cercatori di funghi, ora che queste attività sono di nuovo possibili”. Gli ho chiesto: "Ci posso fare un post sul blog?" Un si, il loro, di chi non vuole apparire. Ma so che gli fa piacere leggere il blog di "Controaliseo". Auguri di cuore, “ragazze”. Quel caffè da asporto e quei bocconotti alla marmellata avevano un sapore diverso, sapevano di primavera.

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