sabato 22 luglio 2023

Il popolo dell'alba e la paga minima

ROSETO. C'è un discreto affollamento all'alba d'estate nelle città di mare. Uno strano popolo approfitta, prima che il sole picchi, della bellezza marinara. Un popolo a volte in là con gli anni, che segue piattamente l'ordine TV del non uscire nelle ore calde. Oppure un popolo che accompagna gli amorini loro, che poi sono degli oggetti pelosi in altre epoche definiti “cani”, ai quali rivolgono ogni passo la seguente domanda: senti caldo amore... ti scottano i piedini... ottenendo in risposta uno scocciato sbatter di code, pelose ovvio. E poi ci sono quelli che corrono affannossamente in solitaria, con le cuffiette nelle orecchie e lo smartphone negli occhi.

Questo popolo, in genere, ad una certa ora si butta in massa ed in contemporanea nei bar per la colazione. Esigentissima e raffinatissima, più delle volte. Con pretese d'esser serviti immediatamente (visto che in genere non hanno nulla da fare dopo) dalle commesse, spessissimo ragazze giovanissime.

Guardo questo popolo e penso a quanto possa essere sovranamente indifferente alla proposta di Elly Schlein – segretaria del Pd che malgrado il suo partito e le sue idee ambientaliste non ce la fa ad essermi antipatica – sul salario minimo a 9 euro l'ora. Una proposta sacrosanta. Una battaglia che però riguarda solo quei tre milioni e mezzo di lavoratori italiani che neanche quel minimo vengono apprezzati. I quali tre milioni e mezzo – son sicuro – nemmeno loro appoggieranno la Schlein, perché la maggior parte proprio a votare non ci va e quasi tutti sono talmente piegati dal sopruso, talmente abituati all'ingiustizia, talmente disillusi che nulla potra mai cambiare, che vivono loro stessi l'esser sfruttati come un dato ineluttabile del destino.

Ciò non di meno la battaglia rimane meritoria. E, come sempre nella storia, sono pochi a doversi battere per molti. L'auto-riscatto è infatti cosa rara nelle vicende umane. E spesso reso impossibile dalle condizioni esterne, dal ricatto del lavoro, dai vincoli familiari. Ma ciò che è giusto è giusto. Al di là dell'indifferenza e degli “amorini”, acchittati e capricciosi come divi d'un mondo iniquo.

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