mi dice l'amica Gabriella Francesca Parisciani, casualmente incontrata nella mattinata domenicale rosetana.
E così, grazie al passaggio di Gabriella, eccoci in questo palazzo antico teramano con cortile in via Cesare Battisti. Sede appunto dell'Archivio di stato, ovvero l'ufficio dove vengono conservati i documenti che testimoniano il nostro passato.
Quelle carte notarili e nobiliari vale a dire; quelle antiche mappe di poderi e ville; quei manoscritti ingialliti e, oggi, in parte digitalizzati, che raccontano il prima di noi. Anche il "prima di noi" di Roseto, che appassiona Gabriella Parisciani, con le vicende dei Mezzopreti e dei Castelli, ad esempio.
Quelle carte ancora osservate di solito da storici e studenti, abituali frequentatori delle stanze finemente voltate a mattoni dell'Archivio, che la nuova direttrice vorrebbe aprire anche al pubblico più vasto, comprese scuole e associazioni.
Non a caso infatti questa mattina era presente la biblioteca "Delfico" di Teramo, che già dai tempi del direttore Ponziani (anche lui tra il pubblico stamane) sperimentò forme di divulgazione allargata.
Una mattinata peraltro inserita nella manifestazione "Domenica di carta", perché quelle "pergamene", quelle righe tirate in corsivo con il pennino ad inchiostro, sono una specie di "acqua metabolica", dalla quale è scaturito un oggi che porta ancora quei cognomi.
Cognomi la cui vita privata ed i cui affari di famiglia, hanno conformato e conformano più di quanto si creda il nostro territorio. I cui lasciti sono tutt'ora visibili e tutt'ora a volte centrali nella vita e dell'urbanistica delle nostre città.
Con la speranza che "centrali" restino e non stravolti nell'assetto. Perché un passato "gentile" il nostro territorio l'ha avuto, prim'ancora che s'inventassero cosiddetti assessorati alla "gentilezza", peraltro assai disinteressati a lasciare impronta di lievità e delicatezza di segno nell'urbanistica cittadina.
Nessun commento:
Posta un commento