Insomma, per staccare un momento dal lavoro, dalla routine quotidiana. Da quel lavoro che, spesso, è sempre più brutto, stressante, malpagato. Del lavoro che sovente non lascia spazio alla vita. Solo il Papa, seppur a modo suo, se ne è accorto. La politica a tutti i livelli, sindaci in prima fila, fa finta di non vedere.
Perché se è vero che quasi ottant'anni or sono fu riconquistata la libertà politica, la possibilità di parlare, di dire qualcosa, quasi mai l'Italia ha offerto la libertà economica. E non si è veramente liberi quando non si ha l'indipendenza economica. Quando non puoi permetterti qualche salutare “NO” senza per questo rimanere come un pulcino bagnato sotto la pioggia in una sera d'inverno. Quando non devi temere, se protesti per un sopruso sul posto di lavoro, di essere buttato fuori e finire a chiedere l'elemosina all'angolo della strada.
Diceva uno che la Resistenza l'aveva fatta davvero, pagandone il prezzo in prima persona, Sandro Pertini: “Gli uomini, per essere liberi, è necessario che siano liberati dall'incubo del bisogno”. Ed oggi si è men che mai liberi dal bisogno. Tanto più che non si lavora più per un futuro migliore, ma per un domani nebuloso ed incerto. La libertà non è dire: oh, siamo antifascisti... oh, abbiamo la Costituzione più bella del mondo, quando poi questi principi rimangono sulla carta e nella realtà avviene il contrario. Ed avviene l'opposto non solo adesso che c'è Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, ma in ogni caso e con chiunque.
La libertà è dignità sul lavoro. La libertà è un lavoro che puoi sceglierti, che ti piace. La libertà è avere tempo libero. La libertà è, come dice il Papa, leggersi un libro se ti fa piacere. Chi ha oggi questa libertà, chi può permettersela, di grazia? Tutto il resto, appunto, è polemica per la polemica. Di cui, francamente, non m'importa nulla. Anzi zero, come oggi si dice.
Buon 25 Aprile!
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