domenica 1 gennaio 2023

Rompe... non rompe... gli osservatori sfogliano la margherita

ROSETO. Con tempo di ritorno – come direbbero i geologi – che oscilla da una seduta all'altra del consiglio comunale, chi si occupa di politica si interroga sul comportamento di Enio Pavone (foto). Vale a dire del già consigliere e assessore socialista ai primi del millennio in corso, già sindaco di centro-destra dieci anni più tardi, già consigliere d'opposizione area-civica piuttosto destrorsa qualche anno fa, strenuo sostenitore del candidato di “Azione”, Giulio Sottanelli, alle elezioni politiche scorse nonché attuale esponente di spicco della maggioranza del sindaco, Mario Nugnes. Il consigliere di Fratelli d'Italia, Francesco di Giuseppe – ma non solo lui – è ad esempio convintissimo che Pavone stia dando filo da torcere alla sua maggioranza. Tanto da farne un comunicato stampa diffuso proprio il giorno di San Silvestro.

Ebbene, come già accennato qui altre volte ribadisco la mia scommessa: mezzo caffettuccio alla macchinetta che Pavone non romperà. Più ascolto i suoi interminabili proloqui in consiglio comunale e più mi sovvien l'immagine (intesa in termini politici) del nonno che borbotta sempre ma in fondo vuole bene ai suoi “nipotini”, politicamente parlando appunto. Ha questa abitudine di intervenire continuamente, su ogni punto, infinite volte nella medesima seduta. Sembra che se non dica la sua il Comune non vada avanti. Qualche volta mette anche un po' in difficoltà gli alleati ma, finora, è sempre stato bene attento a non varcare i confini del pour-parler.

Del resto cosa potrebbe fare? Dopo tutte le conversioni politiche che lo hanno visto protagonista, che interesse avrebbe a ricomincare da capo? Non credo gli convenga. Non so neanche se i suoi elettori alla fine seguirebbero lui o Nugnes. Penso non lo farà, dunque. Anche perché il sindaco, di solito visibilmente insofferente alle critiche di alcuni consiglieri d'opposizione, con Pavone è assai paziente. Anzi, ho quasi l'impressione che il sindaco riuscirebbe a sopravvivere benissimo anche in caso di improbabilissimo strappo di Pavone. Penso troverebbe facilmente i numeri necessari ad andare avanti.

Il fatto è che l'attuale amministrazione attraversa una fase della storia in cui tutti vorrebbero essere dove essa si trova. Ed a nessuno in conseguenza interessa staccare la spina. Per concretissime ragioni politiche, non ultime i fortunati progetti europei pescati con rete a strascico verso il lido delle Rose. Una specie di sciabicata ricchissima di interventi cui nessuno sarà disposto a rinunciare. Come difficilmente alcuno si tirerà indietro di fronte alle aspettative edilizie del nuovo piano regolatore. Se i numeri demografici presi a base sono quelli uditi in consiglio, cinque o sei nuove palazzine ogni anno per dieci anni almeno non ce le toglie nessuno. Se sommiamo vari nastri che verranno sforbiciati per pontile, Villa, eccetera più la gestione corrente del potere che non è mai da sottovalutare nei suoi effetti, è facile immaginare una assicurazione (politica) sulla vita di questa esperienza amministrativa che va ben oltre il quinquennio corrente.

Pavone, che è uomo concretissimo e con i piedi ben piantati per terra, lo sa benissimo. E perciò, ripeto la mia scommessa del mezzo caffettuccio. Dovrà solo rassegnarsi ad essere un po' più comprimario e un po' meno protagonista della fase. L'attore principale della scena politica, infatti, non è lui, ma Nugnes. Dovrà farsene una ragione. E scommetto se la farà.

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