mercoledì 13 luglio 2022

Il caso Mastrilli e gli errori dell'opposizione

ROSETO. L'opposizione si tuffa a capofitto sull'anonimo (e sull'interpretazione che ne dà la Segreteria municipale) e dimentica che per quasi un anno ha taciuto o quasi sugli altri potenziali conflitti d'interessi dalle parti della maggioranza.

E questo da il destro per parlare un po' anche di questa opposizione: frammentata, priva di leadership e senza un progetto politico davvero alternativo. Perché anzitutto parte di questa opposizione, ovvero quella di derivazione più o meno Pd, non ha fatto i conti con il bilancio politicamente disastroso della consiliatura 2016-2021 che l'ha condotta ad un esito elettorale che peggio non poteva essere.

Nugnes e soprattutto Sottanelli non avrebbero potuto vincere come hanno vinto se quelle divisioni dentro il vecchio Pd-allargato non ci fossero state oppure avessero avuto il coraggio della nettezza. Perché guardate che a Roseto quell'area politica di centro-sinistra ha cominciato a perdere nel 2011 e non si è più ripresa, essendo stata la candidatura Di Girolamo un intermezzo non risolutivo. Non risolutivo perché sia lo stesso Di Girolamo sia i suoi critici interni non ebbero il coraggio né l'uno né gli altri di rompere oppure di rimanere allineati. E non c'è peggior cosa in politica delle posizioni poco chiare.

Il caso Mastrilli è sintomatico non solo di una maggioranza che ha (ed avrà ancor più dopo le politiche e le regionali) qualche problema, ma anche di una opposizione priva di visione. Perché qui il punto è uno solo: se questa assessora ha fatto causa al Comune per un fatto che la riguarda personalmente (e ce lo dovrebbero dire) allora è nella sostanza incompatibile, oppure ha semplicemente impugnato un atto per motivi politici ed allora, sempre nella sostanza, non è in contrasto con l'Ente.

Ecco, anche l'opposizione farebbe un po' bene a registrare il suo agire. Perché Nugnes e Sottanelli non sono Pavone e Norante, mentre l'opposizione di oggi potrebbe ripetere pari pari gli errori di quella di allora. Con l'aggravante che li ripete a destra come a sinistra. Perché anche a destra - per quel che significa destra a Roseto, cioè non molto - non si vuol capire di aver sbagliato clamorosamente calcoli e strategie nelle candidature e nella campagna elettorale dell'autunno scorso.

In sostanza, il problema di chi non ha vinto le elezioni è uno solo: non volersi rinnovare.

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