giovedì 31 marzo 2022

Il predominio assoluto della corazzata Nugnes ha oggi incontrato due lievi frangenti

ROSETO. Questo è “grave” (sic!): sul ponte ciclabile del Vomano, che ancora non c'è, siamo arrivati con 24 ore di ritardo. Il sindaco di Pineto, Robert Verrocchio, che con la “comunicazione” non scherza nemmeno lui, ha “bruciato” infatti il protagonismo social di Nugnes e Marcone. I quali hanno rimediato alla grande, ma il giorno appresso. Così i materiali ammanniti a “pié d'opera” come si dice – che dovrebbero servire per costruire il cavalca-Vomano, atteso da circa un lustro, hanno conosciuto l'immeritata gloria di ben due passaggi-stampa.

Nel frattempo, però, non è che i tratti già realizzati della cosiddetta “pista ciclabile” vengano poi manutenuti come si dovrebbe. Anzi, proprio sulle manutenzioni, gli ex-consiglieri Simone Aloisi e Marco (“Cigno”)Angelini, hanno oggi sottolineato che l'attuale vicesindaco, Angelo Marcone, non aveva votato da consigliere comunale nemmeno uno dei progetti per i quali ora “posa” in foto. Tutto ciò che Nugnes-Marcone vantano a favore di social – dicono i due ex-consiglieri – è frutto dell'eredità lasciata dall'amministrazione Di Girolamo. In pratica, la critica è: Marcone festeggia da vicesindaco ciò che non voleva da consigliere comunale.

Del resto, in cinque mesi, il volume di parole sparso dal sindaco e dai suoi risulta piuttosto tale da coprire la ben scarsa – per ora – presenza di fatti (per fortuna, aggiungo io, che temo i fatti... eventualmente fatti dagli attuali reggitori del potere municipale). Carenza di fatti, comunque, che fa chiedere sempre oggi a "Fratelli d'Italia" se si sia perso per strada l'affidamento del palasport, più volte annunciato. Con l'impianto – afferma il consigliere di FdL, Francesco di Giuseppe – che sta andando sempre più in malora.

Qual è dunque la notizia di oggi? A parere di queste righe è proprio questa: la corazzata Nugnes, da cinque mesi padrona assoluta dei mari di quella che oggi si chiama “comunicazione”, ma che più propriamente, in senso tecnico, si appellava un tempo "propaganda politica", ha subito qualche piccola increspatura da parte dell'opposizione. Certo, domani magari replicheranno alla grande e riprenderanno il dominio incontrastato dei mari social. Ma quella non sarà una notizia: quella sarà la normalità di questi tempi incredibili.

martedì 29 marzo 2022

Buona fortuna: oggi la gente ama esser trattata così

ROSETO. Ho attraversato proprio tempi sbagliati. Ai miei tempi, se un ente che avesse in cura delle strade si faceva trovare senza la provvista dell'asfalto per coprire le buche, sarebbe stato impallinato dalle critiche. Chiunque si fosse permesso di lasciare strade principali settimane intere con voragini dove poteva finire la ruota di un monopattino e catapultare, oppure una bici o un motorino con l'effetto medesimo (e per fortuna non è successo), si sarebbe dovuto non dico dimettere, ma almeno scusarsi e cospargersi il capo di cenere. È come se io andassi da un ristoratore e quello mi dicesse: mi sono dimenticato di comprare gli spaghetti: mangiati il brodino. È come se io, a casa, dimenticassi di comperare il pane per la cena.

Oggi invece, il massimo che può accadere è quello di auto-ritrarsi felice e sorridente sui social, beccandosi magari un mare di “mi piace” e conquistadosi consenso e stima da parte dei fans. È un tempo di cuccagna estrema per chi amministra. Ed è un tempo di lieta e felice rottura di ruote per chi è amministrato. Tanto, se non succede – gli dei non vogliano – l'irreparabile, c'è sempre l'assicurazione che paga o, al limite, il Comune.

Davvero ammirato. Un suggerimento: la prossima volta, prima di mettere due palate di catrame, aspettate non settimane, ma anni. Viene meglio.

sabato 26 marzo 2022

Ecco a voi la sanità peggiore al tempo dei migliori

Ma che saranno questi “ospedali di comunità” di cui ogni tanto si legge? Dove sono questi fondi “Pnrr” (soldi europei) per la sanità? Quali sarebbero i vantaggi per le persone?

Da frequentatore (purtroppo) non assiduo (per fortuna) delle strutture sanitarie, tutte queste parole non le riscontro nella realtà. Noto invece che le “incazzature” cominiciano spesso alle accettazioni, dove la burocrazia è ottocentesca e la digitalizzazione serve solo a farti ammattire. Osservo i ritardi sugli appuntamenti, l'orario fissato essendo un optional. Per non dire delle liste d'attesa: mesi – se va bene – per alcuni esami. E poi pronto-soccorso perennemente intasati e mancanza assoluta di posti letto ospedalieri.

Questo mi capita di osservare da utente. E non da oggi. A prescindere di chi siede alla Regione o nei Comuni o dove volete voi. Al netto delle chiacchiere politiche, social e di propaganda connessa, questa è la vera sanità abruzzese. E se non hai qualche soldo da parte o, meglio ancora, qualche santo in paradiso, stai fresco che arrivano gli ospedali di comunità!

giovedì 24 marzo 2022

La programmazione di Marcone

ROSETO.  Povera parola, "programmazione". E pensare che nel secolo scorso ebbe il suo "quarto d'ora" di celebrità con il primo centro-sinistra italiano (anni '60).

Esperti del calibro di Sylos Labini, ma anche Compagna o persino Mancini, ministro socialista ai lavori pubblici, ne furono profeti.

Programma voleva dire previsione. Era un metodo. Ed una "ideologia" tra virgolette. Senonché 12 lustri dopo, in quel di Roseto, un politico nato sul liminar del Novecento, un millenium come si dice, il vice sindaco, Angelo Marcone, spreca questa parola ogni pugno che ne usa, di parole.

Poi, lui stesso declama in consiglio comunale, che l'asfalto per coprire le buche deve avercelo per metterlo. O magari la fornitura del gas per un asilo si stacca d'improvviso senza possibilità, dice non lui, ma il suo sindaco, di preavviso congruo.

Ecco, quando la programmazione non prevede nemmeno la provvista di una carriola di bitume oppure di una bombola del gas, ma solo il risuonar della parola istessa a mezzo di comunicazione. 

P.s.: la foto riporta uno stralcio di un articolo de Il Centro curato da Luca Venanzi. 

lunedì 21 marzo 2022

Questa volta è diverso

Chi ha memoria d'un altro marzo, altrettanto gelido, quello del 1999, ricorderà la Guerra del Kosovo, le bombe su Belgrado. Allora, in me, la guerra cambiò le prospettive delle cose. Questa di oggi meno. Per due motivi: il disincanto dell'età e due anni di pandemia, che hanno già scavato il fossato.

Allora la guerra mandò in secondo piano i problemi del giorno per giorno. Dai Tg sparirono le sfilate di moda, il tema dell'apertura festiva dei negozi (è già, nacque allora), persino il pallone subì un ridimensionamento. Adesso tutto questo succede già da due anni. Siamo preparati.

Di fronte ai drammi veri delle donne e degli uomini colpiti dalle bombe, siamo più corazzati. Così come sopportiamo molto meglio disinformazione e propaganda, che ogni guerra reca in sé. Di pari ad allora c'è l'impotenza del cittadino comune. Cosa potevano fare quelli che la guerra non la volevano? Che non stanno né con gli uni né con gli altri, ma con l'Uomo? Nulla, allora come oggi.

Perché in realtà l'Uomo conta quanto un ficosecco. Sempre. Immancabilmente nella storia. Eppure le armi non hanno mai risolto nulla. Se non complicato ancor più la vita ai poveri cristi. Eppure si individuano sempre i “buoni” ed i “cattivi”. Anche allora c'erano i “pacifisti” di sinistra che gridavano la necessità delle bombe “giuste”, perché all'epoca c'era il governo d'Alema. La storia si ripete. Sempre.

Mentre scrivo ho la televisione accesa. Sulla guerra, naturalmente. Ma non la guardo. Non l'ascolto. È come un sottofondo. Non mi interessa quel che dice. Ne quale canale trasmetta. È soltanto un modo d'ingannare il tempo. Come questo post, del resto. Solo passatempo.

sabato 19 marzo 2022

Nel contest degli Angelo-Mario

ROSETO. Nel giorno della Zeppola, a dir vero, poco “me ne cala” di parlare di consigli di quartiere o Tavoli simil-politici che dir si voglia. Nell'ordinamento politico de facto italiano, poco contano i consigli comunali, figuriamoci quelli di quartiere. Diciamo che sono funzionali ad una migliore agibilità politica interna di una affollata “listocrazia” (il termine non è mio, ma di un consigliere Forzista di Viterbo, che così declinò la partitocrazia senza partiti). Insomma, è cosa che, in politica, si fa e vi sta. Ok.

Piuttosto vorrei raccontarvi un episodio “piacevole” occorsomi personalmente qualche sera fa. Dunque guidavo la mia utilitaria lungo il percorso di guerra che è la Nazionale di Roseto. Conscio delle caverne definite buche di quel tratto di via, procedevo pianissimo. Ad un cero punto, però, sento un botto sotto la macchina. Ecco, ho pensato, si è rotto qualcosa. Ma devo esser stato fortunato, perché la ruota è uscita indenne dalla voragine.

In quel preciso momento, nella mia immaginazione si è materializzata una figura mitologica. Una specie di contest che mi è venuto di chiamare Angelo-Mario. Non vi dico cosa gli ho spedito tra me e me perché è irripetibile. Basti riassumere che questa figura astratta della politica, mi appare unire alle naturali doti di inefficienza di pressocché tutte le amministrazioni del Bel Paese, una impressionante capacità di propaganda.

Nel mare di parole che essa genera non si capisce più niente. Ad esempio: se tu chiedi i soldi per ricostruire una scuola, io penso che “quella” scuola vuoi rifare. Ed invece l'ampolla mediatica creata ad arte comincia a balenare che si, ma... se poi, ammesso e non concesso... se quel fiume di milioni si ottiene... Insomma, è lì che bisogna spenderlo o no? Lo puoi spostare, tanto per dire, su un altra scuola o no? Se un alieno me lo chiedesse non saprei cosa dirgli.

Il contest è dunque abilissimo. Anche la buca, allora, nel contest non è più buca. Eppoi, ammesso che ti spacca una ruota, che fa? Si ripara no! Certo, è una bella... rottura! Devi spendere dei soldi, rimetterci del tempo, eccetera. Ma che vuoi che sia, ad esempio, rispetto al dramma di Kiev? Nulla. Ed allora sapete che c'è? In questo contest, in fondo, si ci diverte. Certo, chi più chi meno. E chi per nulla. Ma che diamine! siamo o non siamo nel mondo delle disuguaglianze? E che volete? siete incontentabili!

Buon week-end

giovedì 17 marzo 2022

Una continua guerra di parole

ROSETO. Mercoledì il sindaco "civico" attaccava a mezzo comunicato stampa la dirigente della scuola "Romani", rea di aver formulato dei rilievi circa l'intenzione di demolire e ricostruire la sua scuola.

Giovedì, l'opposizione tutta (foto) critica Nugnes e difende la dirigente presa di mira dal comunicato suddetto.

Che dire? Secondo queste righe, incredibile l'accusa rischiosa la difesa, che potrebbe polarizzare la vicenda.

Certe volte, leggendo le continue prese di posizione del sindaco, mi viene l'immagine di un signore molto permaloso, sempre intento a scrivere su una lavagnetta i nomi dei "cattivi". Chi scrive pensa di farne parte, ovvio.

A che serve questa continua guerra di parole che ne deriva? Boh, non lo so. Penso solo che i politici... politicamente molto arroganti (Nugnes ai miei occhi lo appare) hanno appeal. Insomma, secondo me la prepotenza politica alla gente piace.

Non trovo altra spiegazione. Si vede che lui ritiene che la cosa gli porti consenso. Se sia vero o no, solo il tempo dirà. 

lunedì 14 marzo 2022

Aumentano ansia e depressione

GIULIANOVA. La Fondazione Piccola Opera Charitas, di Giulianova, ha organizzato un incontro di livello internazionale nell'ambito delle scenzie che studiano il cervello. L'iniziativa, infatti, si inquadra nella “Settimana Mondiale del Cervello”. In particolare, l'appuntamento, ospitato a “Villa Fiorita”, ha il suo focus nella cosiddetta “intelligenza emotiva”. Ed è diretta principalmente ai servizi di cura alla persona, che è la materia di cui si occupa proprio la “Piccola Opera” giuliese.

Il comunciato stampa, firmato dalla giornalista Mirella Lelli, da notizia della presenza anche del presidente della Fondazione Piccola Opera Charitas, Domenico Rega, del vescovo di Teramo-Atri, Lorenzo Leuzzi, del sindaco di Giulianova, Jwan Costantini, dell’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì e del direttore generale della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia.

Nei saluti introduttivi si è sottolineato la relazione tra l'assistenza, la cura e le crisi del nostro tempo, ovvero pandemia e guerra, nonché del ruolo specifico della Piccola Opera giuliese, in acroninimo “Poc”, in questo mutato scenario. Un ruolo via via cresciuto negli anni, a partire dall'esperienza indimenticata del fondatore, Padre Serafino Colangeli. E questo riferimento fondante porta dritto al concetto dell'empatia, dell'ascolto che era un po' la cifra originaria dell'esperienza stessa. Di qui è breve il salto al carattere d'eccellenza nell'assistenza alle persone con disagio psichico da parte di questa particolare struttura, legata a doppio filo con la storia recente della città di Giulianova.

Si legge nel comunicato stampa: “Forte è stato il grido di allarme degli operatori sul tema della salute mentale, soprattutto per quanto riguarda i minori. La pandemia ha fatto da detonatore, cioè ha moltiplicato e reso più problematiche quelle situazioni di fragilità che in altri periodi avrebbero retto più facilmente”, ha detto Stefano Vicari, ordinario di neuropsichiatria infantile dell’università Cattolica Sacro Cuore.

Secondo uno studio condotto su oltre 80 mila bambini e adolescenti, l'impatto del covid sulla salute mentale – continua il comunicato – dice che il 20% dei ragazzi presenta un disturbo d’ansia ed il 25% una depressione. Dati esattamente raddoppiati rispetto al periodo pre-covid. La pandemia, infatti, è stato un periodo di forte stress, di chiusura, di limitazioni anche delle relazioni con i propri coetanei e tutto questo sta avendo effetti fortemente negativi.”

Le competenze dell’intelligenza emotiva sono importantissime - ha continuato il professor Vicari - soprattutto per fare prevenzione ed aumentare le difese dei ragazzi e dei bambini rispetto allo stress. Conoscere le proprie emozioni e saperle gestire aiuta a vivere meglio le situazioni difficili e ad adattarsi ai momenti di difficoltà”.

Da domani, martedì 15 marzo, inoltre, sempre a Villa Fiorita, si terranno laboratori di allenamento alle emozioni con la partecipazione straordinaria di Joshua Freedman, tra i massimi esperti al mondo di intelligenza emotiva e CEO di Six Secondsil più grande network internazionale sull' intelligenza emotiva, partner delle Nazioni Unite (con L'Unicef organizza il Pop Up Festival Festival delle emozioni, del benessere e dei diritti dei bambini).

Insomma, l'impatto dei nostri tempi su di noi comincia a farsi davvero preoccupante.

Bisogna saper vincere...

ROSETO. La squadra della politica festeggia la vittoria della squadra del basket. Ad un osservatore distratto, potrebbe sembrare che in campo siano scesi loro più che i campioni della palla a spicchi.

Intanto, dalla "Romani" fan sapere pubblicamente che della prevista demolizione-ricostruzione della loro scuola non ne sapevano nulla. Nemmeno una telefonata, pare.

Forse, erano troppo impegnati a sbertucciare a mezzo social il dimissionario consigliere William Di Marco. In difesa del quale è dovuto intervenire il vecchio (vecchio politicamente, beniteso) Antonio Norante, scrivendogliene quattro, come si suol dire.

Comunque, per la cronaca: sono sceso a prendere il caffé. Ho dovuto metter su una giacca pesante, data la "fredda" primavera. Ed ho visto due camion passare. Per oggi rifornimenti assicurati. Si spera.

sabato 12 marzo 2022

Sui social andiamo forte!

ROSETO. In questo sabato rosetano che, al presto della mattina, presenta strade da austerity, non mancano le voci dalle parti della politica. Se il consigliere di Fratelli d'Italia, Francesco di Giuseppe, osserva infatti che bagni chimici e viglianza anti-movida, in attesa delle promesse sponsorizzazioni private, sono in realtà pagati dal Comune, mentre i wc mobili son proprio brutti e peggio ancor posizionati; Marco Borgatti, dall'altro lato, comunica l'immancabile grande successo delle sue manifestazioni ambientaliste. Del resto, il successo delle iniziative di Borgatti è un must. “Successo” è infatti la parola cardine di ogni sua comunicazione da qualche anno a questa parte.

Nel frattempo, dai piani nobili del Palazzo si fa sapere del magnifico varo del regolamento prossimo venturo sui consigli di quartiere. Anzi, lo si fa ri-sapere: perché ieri lo aveva già diramato la presidente del consiglio comunale, oggi lo ri-dirama il sindaco. Come del resto si riafferma che indiscutibile è la scelta di richiedere fondi del Pnrr (il famoso piano italo-europeo) per demolire e ricostruire ex-novo la scuola Fedele Romani. Chi si permette di osservare che forse meglio sarebbe dedicarsi alla scuola D'Annunzio – che tra l'altro avrebbe permesso una miglior ricucitura urbanistica del centro-città – naturalmente sbaglia. E ci mancherebbe che non sbagliasse che critica! Si sa che qualunque critica sia sbagliata! Questo va da sé!

Intanto la signora che incontro al bar la mattina presto, mi fa: “Ma qualcosa contro i rincari non la fanno? Qui in certe ore della giornata non gira nessuno. Come facciamo?” Che vuol che le dica, signora: per il momento sui social andiamo fortissimi, poi vediamo.

mercoledì 9 marzo 2022

Roseto 2051


ROSETO. Ma che maraviglia d'un panorama sulla via di Cologna Spiaggia senza quei pini antichi! Si vede l'asfalto al postutto assolato. Anzi, si traguarda quasi quella Roseto 2051, anno in cui concluderemo di risparmiare – Comune oggi comunicat – sul tasso di sconto delle anticipazioni finanziarie. Un'economia di ben 7 mila e rotti euro (diconsi settemila et rotti) l'anno per trent'anni di fila. Anzi, veleggiando in vena di costruttive proposte, si potrebbe suggerire all'egregia assessora, Zaira Sottanelli, di impiegare parte di quei proventi per segare di brutto alla radice quell'unico pino superstite che si vede in foto. Sà, ci stona parecchio. Viene malissimo, specie in una località turistica, tutto questo verde. Del resto, visto che abbattere i predecessori è costato circa 3 mila euro a fusto, con un minimo d'impegno, 7 mila euro dovrebbero abbastare a far fuori diciamo tre pini l'anno, che moltiplicati per 30, un centinaio nel trentennio ce li siamo belli che tolti dalle... strade!

D'altro canto, vi pare forse smart l'ombra dei pini? Giammai, transeare verso l'ecologik correct è molto più mandare – sempre Comune oggi comunicat – gli studenti sulle bici municipali a vedersi i match sportivi. Così, pedalando pedalando, tireremo dritto fino al 2051, quando il sindaco Nugnes avrà 73 anni e, ahi visto mai, sarà tornato a fare il sindaco dopo un prestigioso giro di carriera politica nazionale ed internazionale (glielo auguro con sincerità) e “qualcuno”, chi scrive vale a dir, finalmente non ci sarà più per le vie naturali. Così si potrà evitare, il sindaco e la sua corte, anche la lettura di questi post che, mi si dà l'impressione, siano accolti con qualche seccatura dalle parti di Piazza della Repubblica.

Pazienza, non è obbligatorio legger qui. Anzi, sarebbe proprio da non leggerli, essendo tra l'altro politicamente irrilevanti.

lunedì 7 marzo 2022

Ma il "Premio donna" c'è ancora?

ROSETO. Ma, sbaglio o nel lungo comunicato che annuncia l'8 Marzo (domani) istituzionale, non si fa riferimento al “Premio donna”? C'è ancora questa iniziativa rosetana che di solito si teneva intorno all'8 marzo? Non per niente eh! ma essendo il Premio Donna nato, mi pare, sotto la regnanza municipale di Enio (Pavone), la sua eventuale cancellazione sarebbe argomento che chiederebbe lecito il sapere dell'opinione al riguardo dello stesso Enio. O no?

In ogni caso, domani ci saranno tra le altre cose delle letture, con musica e danze, intitolate “Non posso ballare sulle punte” per la regia del bravo Mario Villani. Titolo che pare direttamente ispirato ad una poesia di Emily Dickinson che a dir il vero si chiamava “Non so ballare sulle punte”. Per la cronaca, perché non tutti sono letterati, Emily Dikinson era una poetessa americana vissuta nell'Ottocento (1830-1886) che ebbe una vita piuttosto travagliata. Pare, infatti, visse per anni chiusa nella sua camera completamente vestita di bianco. Tant'è che la sua opera fu in sostanza riscoperta solo nella seconda metà del Novecento.

Comunque, al di là se le donne non sappiano o pur sapendolo non possano ballare sulle punte, tornando a noi, sarebbe bello conoscere insieme alle opinioni del sindaco Nugnes, della presidenta consiliare, Gabriella Recchiuti, dell'assessore Francesco Luciani e della consigliera Toriella Iezzi (tutte debitamente comunicate), anche il commento di Enio Pavone in caso di cancellazione del Premio Donna. Se invece questo esistesse ancora, ovvero non fosse stato cancellato, allora sulla opinione del dottor Pavone si potrebbe anche derogare.

sabato 5 marzo 2022

Transizione e(q)ologica


ROSETO. Al contrario di quanto si potrebbe pensare, tagliare alberi lungo strade, piazze, parcheggi e spazi pubblici in genere, è operazione politicamente molto popolare. I sindaci che imbracciano tosto la motosega (metaforicamente, eh!) acquistano consenso. La gente, infatti, ha paura che gli alberi gli possano cadere in testa.

A Roseto ci sono però degli appassionati di paesaggio che cercano in tutti i modi di salvare i pochi pini superstiti. La mia amica Gabriella Parisciani, ad esempio, che fa parte di una associazione di difesa degli alberi, si batte come può in favore degli alberi. Scrive lettere, spedisce richiami normativi, cerca di sollecitare l'interesse della stampa. Apprezzo moltissimo la sua battaglia, ma temo sia persa in partenza. Nessun politico desisterà dal far fuori un albero sol perché rappresenta la bellezza, la mitigazione dalle calure, la difesa del suolo, in definitiva la cultura del luogo.

Tant'è che, per ricordare quando Roseto era davvero un oasi di verde, bisogna ricorrere alle foto o alle cartoline d'epoca. C'è però un caso particolare (vedi anche la pagina Fb “Roseto eclettica”). Riguarda Cologna Spiaggia, dove nei giorni scorsi la motosega ha tirato giù tre bellissimi pini definiti pericolanti. Altri ne erano caduti qualche mese fa. Quei pochissimi che restano hanno la vita segnata.

Ebbene, tra le stesse carte del Comune, Gabriella ne ha scovato una che suggerisce almeno di ripiantare sei alberi sperabilmente nei pressi di quelli abbattuti. La domanda è: verrà dato seguito a questa raccomandazione? Qui, infatti, non stiamo parlando di un pio desiderio, ma di un atto che è in qualche modo ufficiale.

Ecco, si potrebbe chiedere pragmaticamente almeno di mettere a dimora questi nuovi alberi? Magari, potrebbe occuparsene la stessa assessora, Zaira Sottanelli, che a Cologna abita. Tanto ormai il merito di avere trovato quasi 8 mila euro per abbattere i pini (che poi sono soldi pubblici, comunque) gli è stato riconosciuto ufficialmente, non credo che se dovesse pure far sortire dal medesimo bilancio qualche spicciolo per le nuove piante possa rimetterci voti e consenso.

Come dire, non ci spero, ma domandar non costa. O meglio: costa qualche altra antipatia dal Palazzo, ma a quelle non faccio tanto caso.

Sono un anti-eroe

ROSETO. Questa mattina sul presto, nel mare davanti Roseto, sono esplosi due... tuoni! I cani hanno cominciato ad abbaiare, qualche bambino a piangere. Il pensiero è andato subito alla guerra. Mi sono chiesto tra me e me: cosa succederebbe se – gli Dei non vogliano – scoppiasse un missile da noi? Sono sicuro che avremo anche noi gli eroi, quelli che Giorgio Bocca definiva gli amanti della “bella morte”. E che ai miei occhi di anti-eroe, appaiono solo come coloro che preferisco perdere una guerra comunque persa avendo 100 morti piuttosto che dieci, facendola durare un anno piuttosto che un mese.

A questo pensiero decisamente impopolare oggi (sembra che in questo periodo la gente abbia una gran voglia di mimetica), se ne è aggiunto subito un altro, egoistico a mille. Per fortuna – mi son detto – ho quasi 60 anni. Ho vissuto un tempo di pace. Ed in anni che, guardati dallo specchietto retrovisore, appaiono belli. Per fortuna non ho figli, né legami affettivi ufficiali. Ho solo belle amicizie (alcune davvero fraterne). Mi dispiacerebbe solo per loro se, ripeto, gli Dei ci preservino, scoppiasse una guerra. Altrimenti il disincanto dell'età mi salva.

Mi rendo conto, però, che a chi tocca vivere adesso e magari domani, è dura. Ma purtroppo non scegliamo noi la data di nascita, né il luogo e nemmeno – tralasciando le belle teorie – chi decide il governo del mondo o degli Stati.

Diceva un grande poeta del Novecento con gli occhi a fessura; uno che la guerra l'aveva vista dal fronte, con il fucile in mano, Giuseppe Ungaretti: “Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie”. Appunto.

venerdì 4 marzo 2022

Il vantaggio di Nugnes


ROSETO. Parliamoci chiaro, se al sindaco Nugnes riuscisse la metà di quanto ha più o meno annunciato, non dico che passa alla storia, ma politicamente diventa inamovibile. Se veramente riesce a ricostruire ex-novo la scuola Romani, sistemare l'Arena Quattro Palme, restaurare Villa Clemente, realizzare il nuovo distretto sanitario e, nel frattempo, veder finire i lavori alla Villa, al pontile ed alla passeggiata di Montepagano, allora per lui sarà una marcia trionfale. Naturalmente, se riesce a fare ciò non solo è un bene per lui, ma per la città intera.

Si tratta di fanta-scenari? È una prospettiva realistica? Sorgeranno comunque problemi politici interni su chi dovrà intestarsi il merito? Queste righe non hanno una risposta. Chi vuol far politica in loco a medio-termine cercando una alternativa, però, tale riflessione dovrebbe averla presente. Anche perché questa volta, a differenza del passato, i fondi europei ci sono. E non è una differenza da poco.

Se dunque Nugnes e compagni faranno solo il cinquanta per cento del previsto, allora anche le peggiori lottizzazioni urbanistiche (che pur vi saranno), il lungomare che diventa il lungo casotti che il mare manco si vede più, gli alberi tagliati, le buche sulle strade, le più astiose polemiche social, le dimissioni del mio amico William Di Marco, eccetera, eccetera, finiranno dritte nel dimenticatoio. Se non riuscirà, invece, anche gli attacchi a chi non è allineato e l'eccezionale arroganza politica gli si rivolterà contro come un boomerang.

Ma ripeto, è difficile che, assistiti dal buon denaro di Bruxelles, alias Pnrr, quest'ultima eventualità possa aver corso. Ed è di tutta evidenza auspicabile per la città che non accada. Se quelle opere pubbliche si fanno, infatti, è un bene per tutti

martedì 1 marzo 2022

Ma sarà stata una buona idea bocciare quella mozione? Ed intanto l'assessore rosetano finisce addirittura ignorato nel comunicato giuliese


ROSETO. È apparsa su alcuni siti d'informazione, una nota di “Identità rosetana”, associazione politica facente riferimento a William Di Marco. Contiene critiche piuttosto estese verso la politica culturale della Giunta-Nugnes. In seguito, soprattutto, alla bocciatura di una proposta avanzata in consiglio comunale dallo stesso William di Marco circa la conservazione dei beni culturali un tempo custoditi nella Villa comunale.

Allora, provo a dirla più chiara che riesco. E so che l'amico William certamente non lo condivide. Mettiamola così: le questioni della cultura, la politica per la cultura, la cura dei libri, dei dipinti, delle opere d'arte, eccetera, in genere, non interessano a nessuno. Sono argomenti di nicchia, di super-nicchia a volte. La gente, per lo più, ha ben altri problemi. Le persone normali, giustamente, hanno cose ben diverse cui pensare ogni giorno. Al contempo però, proprio perché non interessano a nessuno, le questioni di cultura sono identitarie, appunto, per un luogo, per una politica, per una amministrazione. Proprio in quanto di nicchia, danno la cifra, il senso, il prestigio ad un fare politico.

Non si capisce allora perché il sindaco, Mario Nugnes, abbia platealmente spedito nel cestino la mozione del consigliere William Di Marco. Cosa gli costava accoglierla? William di Marco, poi, non è un consigliere qualsiasi. È un super-moderato. Ed è stato addirittura docente, diretto od indiretto, di alcuni membri dell'attuale amministrazione, nella sua veste di “storico” professore del “Moretti”. Proprio riconoscendo questo ruolo, qualche mese prima di respingere senza complimenti la sua mozione, l'attuale assessore alla cultura, Francesco Luciani, gli aveva addirittura “offerto” (tra virgolette) la sua poltrona assessorile (accadde durante la conferenza stampa di presentazione della “Settimana della fratellanza”).

La scelta quindi di “scontrarsi” (sempre tra virgolette) con William, credo avvenuta scientemente, lascia piuttosto sorpresi. Intendiamoci, è una scelta politica legittima: dare un segno di irriverenza verso il notissimo professore può essere un carattere distintivo. Perfetto, ma a che pro? In vista di quale progetto politico? Ecco il punto che a queste righe sfugge. Insomma, che gliene viene al sindaco ed ai suoi da questo atteggiamento? Qual è il retroscena politico dello stesso?

In attesa di avere qualche elemento in più per capire, si registra però un altra cosa. Domenica scorsa, a Giulianova, c'è stata una manifestazione culturale che ha visto protagonista l'associazione “Il Faro”, che è di Cologna, quindi di Roseto. Proprio l'assessore Francesco Luciani è stato ospite dell'iniziativa. Ebbene, magari è una svista, magari è una cosa da niente, ma nel comunicato ufficiale del Comune giuliese successivo alla cerimonia, il nome dell'assessore rosetano nemmeno compare. Ripeto, non è certo un caso diplomatico-istituzionale tra due repubbliche marinare, però una volta, gli osservatori della politica, a questi particolari facevano caso. Adesso non so.

Ecco, dunque: è vero che la cosiddetta “cultura” non serve a nulla. Però fa immagine, produce una sorta di diplomazia. Fare i duri su queste cose, boh: francamente non saprei cosa dire.