ROSETO.
Ho
attraversato proprio tempi sbagliati. Ai miei tempi, se un ente che
avesse in cura delle strade si faceva trovare senza la provvista
dell'asfalto per coprire le buche, sarebbe stato impallinato dalle
critiche. Chiunque si fosse permesso di lasciare strade principali settimane intere con voragini dove poteva finire la ruota di un
monopattino e catapultare, oppure una bici o un motorino con
l'effetto medesimo (e per fortuna non è successo), si sarebbe dovuto
non dico dimettere, ma almeno scusarsi e cospargersi il capo di
cenere. È come se io andassi da un ristoratore e quello mi dicesse: mi
sono dimenticato di comprare gli spaghetti: mangiati il brodino. È
come se io, a casa, dimenticassi di comperare il pane per la cena.
Oggi
invece, il massimo che può accadere è quello di auto-ritrarsi felice e sorridente sui
social, beccandosi magari un mare di “mi piace” e conquistadosi consenso e stima da parte dei fans. È un tempo di cuccagna estrema
per chi amministra. Ed è un tempo di lieta e felice rottura di ruote
per chi è amministrato. Tanto, se non succede – gli dei non
vogliano – l'irreparabile, c'è sempre l'assicurazione che paga o,
al limite, il Comune.
Davvero
ammirato. Un suggerimento: la prossima volta, prima di mettere due
palate di catrame, aspettate non settimane, ma anni. Viene meglio.
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