giovedì 13 marzo 2025

Buona la terza (vittoria al Tar), ma non basta

ROSETO. Chiedono le dimissioni della presidente del consiglio comunale, Gabriella Recchiuti, i consiglieri Teresa Ginoble, Francesco di Giuseppe e Nicola Petrini, dopo la terza vittoria al Tar contro il regolamento consiliare (che potete leggere sulla pagina Fb Roseto eclettica di ieri).

Al di là del merito tecnico della sentenza, tuttavia, secondo queste righe il messaggio politico che vogliono far passare Teresa Ginoble e Francesco di Giuseppe (oltre che Vanessa Quaranta, presidente di “Si.Amo”), si può riassumere così.

Primo: l'attuale amministrazione non sa fare le cose, anzi spesso quel che fa è illegittimo, quindi venato di superbia sprezzante verso le regole;

Secondo: per converso le vere capacità amministrative risiedono in quella che oggi è una parte dell'opposizione; da cui la contrapposizione netta tra l'attuale presidente del consiglio e la precedente, ovvero tra Gabriella Recchiuti e Teresa Ginoble.

Terzo: voler dimostrare che gli attuali inquilini del palazzo pensano soltanto alla loro fortuna politica e per farlo sarebbero capaci di tutto.

Questa pare la tesi, non detta ma evidente, di Si.Amo-Roseto e di Fratelli d'Italia di Roseto (e sottolineo, di Roseto). Funzionerà? Il regolamento sarà la cartina di tornasole del tutto? Queste righe non lo sanno. Ed a dir il vero ne dubitano. Perché per far passare un simile messaggio occorre una narrazione forte, che l'amministrazione Nugnes esercita alla grande e l'opposizione (tutte le opposizioni) per nulla.

C'è poi un'altro ragionamento da fare. E riguarda la figura dell'avvocata Gabriella Recchiuti. È una figura chiave nella politica di Nugnes. Senza di lei il rapporto tra la “Azione” di Sottanelli e la nuvola di liste civiche nugnesiane sarebbe più difficile. Mentre lei, attraverso la comune militanza nelle organizzazioni cattoliche con Mario (Nugnes), fin da giovanissimi, garantisce la fluidità di questo meccanismo centrale nel sistema di potere locale.

È chiaro quindi che le ripetute censure del Tar un po' si fanno sentire. Come un po' si riflettono sul rapporto cordialissimo che la presidente ha instaurato con la segreteria generale, da cui è sempre assistita con pareri che ne confortano l'azione.

Però, ripeto, tutto questo è nella politica... politica. Non arriva al popolo, che tra l'altro se ne infischia altamente – ed a ragione – della politica in generale. Ecco perché a Si.Amo-Roseto e Fratelli d'Italia-Roseto non basta vincere al Tar (certo, se avessero perso non ne parliamo), ma devono passare verso l'elettorato. E verso l'elettorato passi con la comunicazione, non con le sentenze. Ed anche con un pò di sano populismo, senza il quale non si va da nessuna parte.

Purtroppo oggi è questo. Chi è fuori da un certo tipo di comunicazione è fuori dalla politica. Triste, ma tant'è. Comunque rimetterci dei soldi come fanno i consiglieri ricorrenti e sobbarcarsi tutti questi ricorsi, dimostra che loro ci credono veramente. E non è facile oggi trovare chi, per fare politica, ci rimette del suo. Anzi, da complimenti sinceri.

1 commento:

Caro Marsilio, la sanità non va per altri motivi

Ha ragione il governatore Marsilio quando dice che le forme della protesta contro le tasse-sanitarie viste in opera al consiglio regionale d...