Prima sbaglio poi correggo
Ed allora ben si potrebbe cominciar dall'ultimo. Vale a dire l'appalto dei semafori intelligenti. Che era sbagliato. Anzi, lacunoso e carente, nonché mancante di una preventiva indagine di mercato. Ed a dirlo, testuale, tre mesi e un anno all'circa dopo averlo fatto, è lo stesso ufficio di comando della Polizia municipale. Il quale Ufficio, però, non ha trovato di meglio che stenderci sopra un "nastro correttore" per dir così, ovvero auto-convalidare l'atto che altrimenti sarebbe stato illegittimo. Una bizzarra procedura, ammessa dalla legge fino a un certo punto, che ha trovato però la netta opposizione di “Si.Amo-Roseto”.
Ma guarda – dice la consigliera Teresa Ginoble – a nemmeno una settimana dalla nostra denuncia alla stampa sulla mancata delibera specifica sui semafori, ecco il solito tentativo di recupero in extremis. Stavolta è peggio delle auto-convalide del 2023 – aggiunge – mentre conferma i dubbi sulla regolarità delle multe e chiede direttamente le dimissioni del sindaco Nugnes, responsabile oggettivo in senso politico e amministrativo di tutto questo. Cercano di sanare l'insanabile – sostiene la consigliera di SiAmo – e si sono permessi persino di accusarmi di voler istigare gli automobilisti a commettere infrazioni. Ma, purtroppo per loro, la mia storia politica testimonia sulla mia onestà e trasparenza e non permetterò a Nugnes di infangarmi, soprattutto ora che i fatti mi hanno dato pienamente ragione.
Insomma, la si potrebbe dire con Piero Calamandrei, che oltre ad esser stato uno dei Padri Costituenti, fu anche insigne giurista: de albo nigrum et de quadrato rotundum (il bianco lo fanno passare per nero ed il quadrato per rotondo).
Cause in odor di temerarietà
Ma sempre in tema amministrativo, ecco le cause che il Comune protrae fino al “Palazzaccio” romano onde reclamar tributi per i quali invero i contribuenti interessati hanno avuto riconosciuta ragione di non pagare dalle commissioni giurisdizionali competenti. La consigliera Rosaria Ciancaione (Cinque Stelle e sinistra civica) ritiene che, qualora il Comune perdesse, sarebbero dolori per le casse civiche. E la stessa preoccupazione nutre il consigliere di Fratelli d'Italia, Francesco di Giuseppe. Ma il sindaco Mario Nugnes e la sua amministrazione tirano dritti: fino a piazza Cavour, lungotevere destro, Cassazione civile!
La Riserva che non c'è fa comodo a molti
La settimana ha poi offerto un'altra evergreen del panorama rosetano: la Riserva del Borsacchio, che tutti vogliono ma ciascuno a modo proprio. Di fatto, però, lo stallo in cui versa da una ventina d'anni, fa politicamente comodo a molti. Possono infatti reclamar ingiusto-taglio di confine gli ambientalisti duri e puri, additando alle loro piccole folle-fedelissime i nemici dell'ambiente; come può tutto sommato allinearsi a tale posizione il sindaco, visto che per la sua rielezione (scontata secondo queste righe) la Riserva vi sia o non vi sia è ininfluente; e può lasciar fare il consigliere regionale di “Azione”, Enio Pavone, visto che il tutto o niente ambientalista – che lui dichiara di condividere – di fatto lascia mano libera alla Regione, nel quale esecutivo a trazione Fratelli d'Italia siede quel De Annuntis suo vecchio amico ed ex-compagno socialista, per inciso firmatario dell'emendamento soppressivo della Riserva a cavallo tra il natale ed il capodanno scorso.
Un cenno meriterebbe pure il tema dell'immigrazione, che vede il lungomare rosetano gran protagonista. E che sta mutando la natura sociale oggi ed economica domani della città. Ma è domenica e fin troppo si è abusato della pazienza del lettore. Perciò rimandiamo volentieri.
Buon mare!
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