In economia, sostiene gli spiriti selvaggi del mercato. Non si contano i suoi interventi liberisti al consiglio comunale di Roseto, dove siede dal 1997. Da capo politico dell'urbanistica rosetana, sta facendo cementificare tutta la città. Naturalmente insieme al suo sindaco. In politica, portò nell'amministrazione rosetana – tipica città di centro-sinistra – anche la destra post-missina. Quando stava a destra attaccava l'opposizione di sinistra come un mastino-politico da combattimento. Ora che sta a sinistra attacca l'opposizione di destra con la stessa cattiveria-dialettica.
Eppure oggi fa l'alfiere del centro-sinistra. E posa in foto con i consiglieri del Pd, dei Cinque Stelle, della sinistra, eccetera contro Marsilio con la sala dell'emiciclo regionale alle spalle. Contro quel Marsilio per cui tifava solo cinque anni fa. Ma la ragione è semplice. Ed è esclusivamente politica.
Pavone infatti sa bene che può stare (per il momento) solo a sinistra. Perché la particolare congiunzione astrale che ha portato lui in Regione e Giulio Sottanelli in Parlamento (seppur, in entrambe i casi per il rotto della cuffia, grazie al meccanismo dei resti ed una fortuna che la metà sarebbe bastata agli Azzurri per vincere i mondiali); questa particolare congiunzione celeste si diceva, si chiama Mario Nugnes, sindaco di Roseto. Soltanto controllando in modo ferreo ed esclusivo il Comune di Roseto, la società-politica-di-fatto “Nugnes-Sottanelli-Pavone” riesce a reggere le sorti del potere, nonostante la minoranza di voti che detengono.
Ed il comune di Roseto, ovvero il fulcro di tutto, lo tengono solo se stanno a sinistra, perché l'elettorato di Mario Nugnes è solo ed esclusivamente catto-comunista, come si diceva un tempo, o catto-sinistra attualizzato all'oggi. Se Pavone e Sottanelli si spostano a destra, Nugnes cade. E se cade Nugnes cadono loro. É un incastro perfetto, in cui nessuna delle tre pedine può muoversi. Perché i voti di Nugnes a destra non li puoi portare, mentre dei voti di Pavone e Sottanelli non può fare a meno Nugnes.
Stante le divisioni a destra come a sinistra in quel di Roseto, questo dovrebbe garantire a Nugnes di rimanere sindaco a vita. Quindi, almeno fino al 2026-2027 non succede nulla. Dopo è un problema. Alle prossime elezioni nazionali, infatti, Sottanelli con la “Azione” di Carlo Calenda come è oggi, deve raccomandarsi per la terza volta ai resti. Vale a dire rischia il posto in Parlamento. Nugnes nel 2026-2027 non dovrebbe avere problemi a fare il bis, in quanto il paio di mila di voti di centro-sinistra che ha in pancia nelle sue liste né il Pd né altri a sinistra potranno più averli resi. Pavone è tranquillo fino al 2029 in consiglio regionale, quindi fra i tre è il meglio piazzato.
Ecco perché lui questa volta probabilmente rimarrà compagno di sinistra in Regione. Anche perché non è detto che la Meloni la prossima volta rivinca (se la legge elettorale non cambia il campo-largo al Senato prende la maggioranza e poi van visti anche i referendum istituzionali); e meno ancora è detto che il dopo-Marsilio in Abruzzo sia ancora destra.
Il buon Enio lo sa e, per il momento, resta compagno. Pronto a scommettervi mezzo caffettuccio alla macchinetta!
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