Franca Cornice |
ROSETO. Che poi cosa posso dire io del 8 Marzo? Io che ho un medico donna; una dentista donna (cara Annavita...!); che tra le mie amicizie, otto su dieci sono amiche? Cosa posso dire se la mattina tra le prime persone che incontro c'è la barista che mi prepara il caffé; se quando vado a comperare il cibo, trovo al bancone delle gentili signore (ciao Cristina e tutte le tue colleghe); se quando votavo ho votato quasi sempre donna. E quanto vorrei che Roseto avesse, un domani, una sindaca (non chiedetemi il nome, perché l'ho pronto e forse lo sapete!)
E così non volevo dir niente. Ma stamattina ho incontrato un'altra delle donne che reggono questo paese. Con il loro lavoro, il loro sorriso; il loro alzarsi all'alba che è buio d'inverno e rientrare la sera che è notte. Quante ce ne sono! Quante ne conosco! E così, mi son detto: bhé questo 8 Marzo lo dedico, nel mio pensiero, nella mia gratitudine di cittadino maschio, a loro. A loro che lavorano nei servizi pubblici e privati. E per loro, lo dedico a Franca Cornice, la signora con il casco giallo ed il triciclo spaziale che mi porta la posta (a me poca perchè ormai sono e-mailzzato); ma la porta nella palazzina ove abito.
Non ho mai visto Franca senza sorriso. Anche quando la incontro alle due del giorno, dopo ore di lavoro. Anche quando passa d'estate sotto il sole e sopra l'asfalto bollente con il suo casco giallo. Anche quando lavora sotto la pioggia. Di un lavoro che non è più quello di un tempo. Che si è già trasformato e si trasforma. Che impegna, senza pari gratificazione economica, anzi... Lo dedico a Franca volendolo dedicare a tutte le donne che non sembrano mai stanche, ma lo sono. E che pur vanno avanti: caparbie, intelligenti, professionali.
Ecco, cara Franca, per me oggi la Festa della Donna sei Tu. Il tuo casco spaziale. Il tuo mezzo astronavico. Il tuo sorriso. La tua simpatia. Quel sorriso alla vita che hai e che metti. La dedico a te, cara Franca, a nome di tutte le donne che con la loro fatica silenziosa portano avanti (ecco, mi stava scappando un parolaccia) questo ingrato Paese. A voi che non siete, forse, nei Premi Donna ufficiali o nelle parate para-ufficiali; nelle parole altolocate o nelle normative astratte. A te, a voi, il mio personale grazie. Un grazie di cuore di maschietto che al mondo-donna guarda con sincero fascino. Un po' con lo sguardo, forse, d'un bambino invecchiato.
Buon 8 Marzo, cara Franca!
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