mercoledì 7 febbraio 2024

“Signora presidente, avvocato Gabriella Recchiuti, si dimetta”

Vanessa Quaranta
ROSETO. “Secondo noi, dopo il caso della sentenza del TAR che ha bocciato per eccesso di potere il regolamento del consiglio comunale, la presidente Gabriella Recchiuti, dovrebbe dimettersi”.

È quanto hanno dichiarato questa mattina alla stampa Vanessa Quaranta, presidente dell'associazione “Si-Amo-Roseto”, Teresa Ginoble, rappresentante in consiglio di “SiAmo”, Francesco di Giuseppe, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, ed Umberto Valentini, segretario comunale di Fratelli d'Italia.

Ora, è chiaro – per dirla con l'ex-direttore del Corsera, Paolo Mieli – che le dimissioni si chiedono quando si possono ottenere. E Gabriella Recchiuti non si dimetterà mai, specie se la richiesta arriva da Teresa Ginoble e Franceso di Giuseppe. Ma qui l'invito va letto in chiave politica. Come un ritiro sostanziale della fiducia a suo tempo accordata. Perché l'avvocato Gabriella Recchiuti fu nominata presidente del consiglio comunale con il voto di tutti i consiglieri, compresi Ginoble e Di Giuseppe.

I quali, però, mai avrebbero immaginato di trovarsi di fronte ad una pasionaria di fatto della maggioranza. La quale arrivò nel marzo dello scorso anno a “presiedere” una conferenza stampa – che di conferenza stampa non aveva nulla tra l'altro – in cui, nell'aula del consiglio comunale, veniva “processato” il consigliere Di Giuseppe in sua assenza, reo di aver presentato gli emendamenti sul regolamento che oggi il TAR ha cassato con considerazioni durissime verso che lo aveva approvato.

Questa mattina Francesco di Giuseppe, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa, ha ricordato quell'inconcepibile episodio. Quando tutti gli uomini e le donne di “Azione” (e da quel processo il leader di “Azione”, Giulio Sottanelli, non si è mai dissociato), diedero a Di Giuseppe del goffo e dell'abusante dei suoi diritti ed una assessora di “Azione” lo insultò pesantemente addirittura in Aula.

Ma le dimissioni sarebbero dovute, secondo Teresa Ginoble, anche per la grossolana interpretazione che, sempre nel marzo scorso, attraverso un escamotage d'Aula di cui fu protagonista l'ex-sindaco Enio Pavone, oggi candidato di punta di “Azione” alle regionali, furono scambiate le denominazioni in numeri con altre in lettere per saltare gli emendamenti di Francesco di Giuseppe e stravolgere il regolamento all'epoca vigente. Punto codesto su cui la sentenza del TAR ha fortemente censurato il Comune. Condannandolo anche alle spese legali di 3 mila euro, cui si aggiungono, hanno detto questa mattina Vanessa Quaranta e Teresa Ginoble, circa 9 mila euro che il Comune ha impegnato per rivolgersi ad un avvocato di fiducia senza nemmeno affidare la causa al legale dipendente dell'Ente.

Ed adesso, ha aggiunto Vanessa Quaranta, ci saranno anche le spese per l'appello. Perché la presidente Recchiuti, insieme al sindaco Nugnes, hanno già annunciato appello pur dichiarando (vedi immagine in questa pagina) che il regolamento non è questione che interessa i cittadini né incide sull'amministrazione della città. Una contraddizione enorme, perché se non interessa per quale motivo è stato cambiato a tutti i costi e vantato come una riforma storica?

Se si dice difatti che poi non serviva a molto questo regolamento perché – ha osservato Vanessa Quaranta – fare appello e non tornare invece in Aula a trovare un compromesso politico? È qui, infatti, in questo rifiuto del dialogo, in questa ricerca costante del muro-contro-muro – evidenziata anche da Valentini – che si scorge la raffigurazione in controluce di un “cattivismo” politico fuori luogo e fuori contesto. Che mette a rischio, oltretutto, gli atti adottati in base al regolamento dichiarato illegittimo dal Tar, qualora eccepiti naturalmente. Perché l'eccesso di potere è configurazione molto grave in termini di procedure amministrative.

Ma in controluce si vede anche un'altra cosa. Un aspetto che le interessate non ammetteranno mai. E che invece non sarebbe male avvenisse. Vale a dire l'incrociar di fioretto tra due donne “toste” (uso il termine in senso non solo buono, ma elogiativo). Due donne appassionate di politica. Due donne quasi coetanee, conterranee, Colognese della Spiaggia l'una, del Paese l'altra. Due donne diversissime tra loro, su fronti opposti, che hanno ruoli completamente diversi, ma che la politica amano e piace fare, ovvero la presidente di “SiAmo”, Vanessa Quaranta e la presidente d'Assemblea consiliare, Gabriella Recchiuti.

Loro non confermeranno mai questo antagonismo. Ma è un rischio ed una licenza giornalistica che queste righe si prendono. Perché a chi scrive le donne che fanno politica e la fanno in maniera così intensa, affascinano. Sono convinto che di loro sentiremo parlare a lungo. O almeno è quel che spero. Ed è un augurio sincero che rivolgo ad entrambe, davvero.

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