venerdì 9 dicembre 2022

L'italiano è bello perché permette di confonder verità e bugie

ROSETO. La lingua italiana è bella perché consente di dire tutto e il suo contrario e sfangarsela sempre. Specie se il decisore delle parole da spendere è il Potere. Si prenda la parola “sicurezza”. Il Comune di Roseto, ad esempio, la usa per multare fino al tormento dei punti di patente, chi supera di una spanna la striscia del semaforo al bivio di Santa Petronilla. Chi si ferma appena oltre quella parallela non mette a repentaglio la sicurezza di alcuno. Il bivio è talmente ampio che passerebbe indisturbata una colonna di carrarmati pure se tutte le macchine fossero un palmo oltre. Eppure si è inflessibili.

Lo stesso Comune, però, lascia lampeggiante un semaforo che è davvero vitale per la sicurezza, quello all'incrocio tra via Mezzopreti e la Nazionale. Lì davvero si rischia, sia a piedi che con l'auto o in bici. Ma quella “sicurezza” non conta; non vale; può attendere che il semaforo venga riattivato.

Come non conta la sicurezza sulla pista ciclabile l'estate, dove gli attraversamenti pedonali sono pochi, mal segnalati e per nulla fatti rispettare dall'asburgico, per altri versi, Comune. Come non vale nulla, la sicurezza, per il passaggio pedonale sul lungomare in corrispondenza di viale Marche, rimasto di fatto cancellato per tutta l'estate. In quella situazione i pedoni possono rischiare; la parola “sicurezza” non vale neanche lì.

Ecco, la nostra bella lingua offre al Potere delle comode parole paravento; delle foglie di fico linguistiche, dei falsi d'autore lessicali o magari solo delle croste d'autore. Una di queste parole è: sicurezza!

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