mercoledì 31 agosto 2022

Una mostra recensita da Emidio Di Carlo

L'AQUILA. Si è tenuta nel cortile del palazzo Natellis-Lopardi (L'Aquila) l'inaugurazione della mostra della pittrice Tiziana Iafrate. L'esposizione, che rientra nell'ambito della perdonanza aquilana, si intitola: “Impressioni ed emozioni”. Secondo il critico d'arte aquilano Emidio Di Carlo, che ne ha curato il testo critico, l'artista ha rappresentato sulla tela uno iato emotivo e spirituale conseguente al sisma del 2009, che avrebbe indotto un salto nel dipingere in senso realistico-figurativo proprio delle sue opere.

Nel Paese dell'indifferenza reale

Questa mattina sono andato in una struttura sanitaria pubblica abruzzese. Un controllo di routine, quasi burocratico, per fortuna nulla di eccezionale. Non dico il nome della struttura perché credo non sia importante. Mi pare degno di cronaca, invece, l'episodio.

Dunque poco dopo le nove, la sala sportelli di questo edificio sanitario era stracolma. Il distanziamento un concetto astratto. Ma la cosa che balzava subito agli occhi era la porta usata per entrare e uscire dall'affollatissimo spazio: socchiusa: le due ante quasi accostate; una luce di circa 60 centimetri per passare a doppio senso!

Bene. Mi sono gustato la scena. Nella mezzora abbondante di attesa l'hanno attraversata medici, paramedici, personale vario, persone in fila, eccetera. Nessuno, dico a nessuno, è venuto in mente di aprirla, di spingere semplicemente l'anta. Una indifferenza globale. Assoluto disinteresse alla cosa. Forse ci voleva un... procedimento, per farlo. Come se io a casa per chiudere il rubinetto chiamassi l'idraulico o per accendere la luce l'elettricista!

Tra me e me ho pensato: ma questo Paese come regge? I mega piani di resilienza, i governi, le elezioni... ma a che servono se ognuno (in certi settori) agisce solo se gli viene prescritto, ordinato, imposto? Quale sarebbe il buon senso? Come possono riuscire ad essere tanto disorganizzati? Siamo diventati come una gigantesca caserma a cielo aperto: agiamo solo per “ordine superiore” e se l'ordine superiore in quel momento è al... bagno, ce ne freghiamo.

Poi vai nel privato e uno solo deve fare tutto: dal pulire i gabinetti a progettare le astronavi.... Che Paese di... siamo diventati... incredibile!

domenica 28 agosto 2022

“Personalmente io”... una mattina di fine estate


ROSETO. Dunque, qual estate vedo “personalmente io”, una domenica mattina di fine agosto? Quali immagini ha lasciato filtrare dalle lenti fotocromatiche dei miei occhiali?

Vedo allora un'estate che è stata piena di turisti. Vedo (anzi ho sentito) lamentele per l'afa. Ho visto un'estate di monopattini noleggiati dai telefonini e maxi-zaini sulla schiena soprattutto delle ragazze: non avete idea dell'armamentario che si portano in spiaggia oggi i ragazzi! Ho visto poi un estate con moltitudini per me impressionanti di ragazzini under 15 riempire all'inverosimile i tavolinetti dei locali per mega-colazioni o super-aperi-cena di almeno 10-20 euro a testa di valore. Ed accanto a questo sfarzo di denaro soprattutto – ripeto – da parte di moltissimi poco più che bambini, i discorsi sotto l'ombrellone sul caro-bollette e la crisi che ci aspetta nell'autunno.

Ma è stata purtroppo anche l'estate di un lutto lacerante: la scomparsa della giovane Flavia. Un momento di commozione collettiva incredibile: un senso di comunità che per un pomeriggio ha bloccato letteralmente Roseto.

E poi, l'estate della campagna elettorale inaspettata. Che interessa solo gli... interessati. Visto che tutti gli altri sanno che non sarà il loro voto a cambiare né le sorti della propria vita, né quelle dell'economia e, per paradosso, nemmeno quelle della politica, che vanno per conto loro. Così ho sorriso ieri quando ho visto l'appello del sindaco, Mario Nugnes, a votare Giulio Sottanelli. Non nel merito. È naturale che abbia suggerito di votare Giulio: cosa doveva fare? E nemmeno perché credo che un sindaco sia sopra le parti: sarebbe una finzione: un sindaco è un uomo politico e come tale fa politica (certo, dovrebbe anche accettare che le sue scelte politiche vengano criticate, ma questo è un altro discorso).

Non l'appello in sé, dunque, mi ha messo di buon umore, ma quel “Noi personalmente...” con cui lo ha confezionato. Un linguaggio da omelia; una predica dal pulpito. Non quello delle chiese, che pur Nugnes pratica con assiduità, ma il pulpito social, dal quale non si discosta mai, essendo i social parte essenziale del suo stesso agire in politica. Auguri comunque. Io non lo voto, ma spero che Giulio ce la faccia. Come si dice qui: sempre meglio avere a Roma uno di noi che ci sa fare piuttosto che non avere nessuno.

“Personalmente io”, al punto, ho visto un'altra estate che va via. Un'altra estate stracolma, come detto, di aperi-cena, concerti, manifestazioni, eventi chi più né ha più né metta, ma nella quale scorgo sempre meno – spero di sbagliarmi – un senso di spensieratezza. Sembra quasi che il nostro super-attivismo estivo mascheri proprio quel che abbiamo perso: la spensieratezza, l'abbandono delle convenzioni, un puro relax. Non vorrei che anche da questo scaturiscano quelle pulsioni represse di follia e violenza che, ahimé, sono presenti tra noi, speriamo tutto sommato ancora reversibili.

Buona domenica a tout le monde!

venerdì 26 agosto 2022

L'union sacrée rosetana for Giulio

ROSETO. Chissà cosa ne pensa Giulio Sottanelli di quello che Maurizio Bianconi, autore de “LaVocina.it”, talvolta ospite di Radio24, chiama il turbo-capitalismo alla Monti-Draghi, tra l'altro visto all'opera nella Grecia di qualche anno or sono?

È facile mai lo sapremo cosa spinge un ex-democristiano della piccola Roseto ad appoggiare politiche della grande transizione capitalista. Quella che vede i giganti del web e del e-commerce, le grandi banche e finanziarie, le vendite on-line piuttosto che le piccole botteghe al centro del futuro. Sappiamo però che proprio le categorie-vittime di quella politica qui voteranno in massa Sottanelli. Ma non perché lui sia montiano o draghiano o calendiano, ma perché è “Giulio”; perchè “è di Roseto”; perché forse può far “qualcosa per noi”.

Ma quel “qualcosa”, che magari il buon Giulio farebbe volentieri se potesse, è in netta antitesi con il disegno generale che prima la pandemia e poi la guerra hanno “testato” ed il caro-bollette ha definitivamente sancito, ovvero la turbo-economia dei nuovi grandi monopoli di cui diceva Maurizio Bianconi. Perché oggi il voto ha questa doppiezza: da una parte gode ancora del ricordo dei fasti del clientelismo anni d'oro e dall'altra è del tutto inutile ad un miglioramento effettivo del tenore di vita dei votanti, che invece peggiora inesorabilmente.

Ecco allora che noi abbiamo i “Giulio”, ma anche i “Luciano” e, per altri versi chi più chi meno tutti gli altri, ai quali ancora tributiamo il nostro voto quali “amici” mentre dall'altro lato abbiamo un sistema-politico-economico complessivo del quale verranno a far parte che ha da tempo voltato le spalle ai cittadini che non si adeguano, adeguatamente impoverendosi lavorando sotto-padrone spesso per pura stentata sopravvivenza, magari mostrandosi anche compiaciuti per ciò.

Tutte considerazioni queste che, giustamente, non sfiorano minimamente né gli elettori di Giulio né i politici alla “Giulio”, la cui pratica politica appunto ha sorgente e foce nella pratica instessa. Da cui può scorrere indifferentemente sia tra gli argini del cattolicesimo popolare e della dottrina sociale della Chiesa sia tra quelli algidamente liberistici di stampo bocconiano o confindustriale. Essendo sia i primi che i secondi nella sostanza estranei ad elettori ed eletti, che tentano piuttosto la risalita delle coste parlamentari romane sfidando la definizione di peones un tempo piuttosto altezzosamente riservatagli dai notisti parlamentari della grande stampa del nord.

In un mondo politico di eguali, dunque, meglio l'eguale locale, ragioneranno non a torto in molti. Aspettando nel frattempo, si spera, che qualche gustosa seratina elettorale possa almeno allietare il cupio dissolvi delle furono nostre certezze e, gli dei non vogliano, l'inflazione galoppante non finisca per bruciare anche tutti i nostri risparmi accumulati dalle generazioni precedenti, per chi li ha avuti accumulati beninteso.

martedì 23 agosto 2022

Oddio che confusione!

ROSETO. Dunque, 'sto consiglio comunale sul distretto sanitario, anzi no: sulla “casa di comunità”, pardon, sul “Hub” sanitario, si farà. Prima delle elezioni, si suppone, visti i tempi regolamentari. Ma, UhSignur che caos! Lo hai voluto tu, no l'ho chiesto io; meglio l'avevi chiesto prima tu, ma io l'avevo in mente. Sembra quasi che la maggioranza si sia... autoconvocata!

Una confusione bellissima. Del resto, ormai i comunicati non arrivano più a nome del sindaco, ma è presa d'abitudine spedirli a firma di una maggioranza politica che più complicata non si potrebbe, persino nei nomi. La firma è “Spazio Civico”, però sembra sia anche “Casa Civica”, o forse è la stessa cosa. Pare una questione di fisica, insomma: una Casa racchiude uno Spazio, oppure uno Spazio (cosmico?) contiene una Casa! (a proposito, ma “Volt” che fine ha fatto? Nella intestazione del comunicato la sua sigla non si scorge).

 

La domanda viene spontanea: ma se riescono ad intavolare una confusione essa si cosmica persino su una convocazione consiliare, riusciranno davvero i Nostri Eroi a realizzarlo un giorno questo distretto, casa... come si chiama... hub che dir si voglia?

Un nuovo libro di Stefania Di Carlo

E' uscito il 14esimo libro di Stefania Di Carlo su Celestino V°. Presentazione ad Ocre, comune nei pressi dell'Aquila, che ne ha promosso la stampa. Quello di Stefania Di Carlo, professoressa di materie religiose, con il “Papa che fece il gran rifuto”, che ogni anno si celebra all'Aquila tramite la festa detta della “Perdonanza”, è un rapporto ormai consolidato da anni di studi e ricerche, anche oltralpe tra l'altro.

Il volume ha infatti un carattere storico. Ed è destinato, probabilmente, ad un pubblico erudito, visto anche il testo in latino, naturalmente con traduzione. Questa volta la professoressa Di Carlo si è soffermata sul “Testamento del cardinale celestino, Tommaso da Ocre”. Di qui l'interessamento del comune di Ocre. Il riferimento costante nell'opera è a fonti storiche del '600-'700.

Naturalmente, il testo è corredato da presentazioni, prefazioni, prologhi di eminenti prelati e letterati. Non mancano, inoltre, citazioni e riferimenti storiografici. Insomma, un opera che potrà senz'altro interessare gli studiosi della questione.

 

domenica 21 agosto 2022

Il tempo incantato della politica

Quando si dice la permanenza dei problemi! Era di questi giorni di fine agosto di vent'anni or sono quando in Abruzzo si polemizzava sui materiali utilizzati nei laboratori nucleari del Gran Sasso per via d'una fuoriuscita di liquame (trimetilbenzene) finito nelle acque del torrente Mavone. Cinque lustri dopo ancor si dice di “messa in sicurezza” del traforo e tutto il resto pur avendo nel frattanto appaltato notevoli e costosi interventi per la... sicurezza!

Del resto a noi piace soffermarci sulla tradizione. Anche all'epoca, nel 2002 vale a dire, eravamo alle prese con tagli di boschi senza complimenti. Ed anche se parlavamo meno di cambiamenti climatici, s'aprì addirittura una procedura d'infrazione europea per migliaia d'alberi candidati alla sega nel parco della Maiella e vattela a pesca poi che fine fece quel procedimento forse finito tra i tanti e come tanti.

C'era invece all'epoca – diversamente da oggi – una certa contestazione da sinistra dei tiket sui farmaci, reintrodotti da una opposta Giunta regionale. I sindacati degli anziani fecero anche qualche manifestazione naturalmente contro la “destra” regionale, peraltro alle prese essa stessa con le consuete frizioni interne. Salvo i nomi dei protagonisti di quelle baruffe partitiche, molti dei quali sono letteralmente scomparsi dal panorama senza lasciar peraltro traccia delle loro auguste presenze.

Sul piano della cronaca, invece, un'inchiesta pescarese sospettò addirittura una tratta di bambini dall'Albania: partirono anche un paio di arresti. D'altro versante, ma sempre dalla cronaca, s'apprese poi che l'allora governo Berlusconi (si, c'era già il Cavaliere e già da una decina d'anni buoni) aveva abolito – a detta della CNA, sigla artigiani – alcune agevolazioni sulle assunzioni. I giornali dell'epoca inoltre, riportavano che a San Giovanni Teatino era andato a finire all'asta l'ex-ippodromo, dopo che tempo prima veniva pomposamente inaugurato ed investito di roboanti propositi di progressive e magnifiche sorti per l'economia zonale.

P.s.: anche allora c'era qualche polemica per Jovanotti, che all'epoca sembrava già un idolo per l'ambientalismo. Tuttavia le ragioni apparvero tutt'altre. Buona domenica a tutti!

sabato 20 agosto 2022

E sul distretto son scintille

ROSETO. Ma 'sto distretto (sanitario) dovrebbe unire e non dividere! E se una associazione (in particolare “SiAmo”) dubita che “casa di comunità” e “distretto sanitario” non siano esattamente la stessa cosa - per capirsi la prima sarebbe un po' un super-ambulatorio mentre il secondo una vera struttura sanitaria – non è che dall'altra parte si fa gli offesi e si reagisce con toni polemogeni. Anche perché, nel caso “SiAmo” avesse ragione, la città beccherebbe una bella fregatura in fatto di servizi ove la “casa di comunità” ne fornisse meno di un distretto.

Insomma, la cosa pare seria. Ed ammesso e non concesso che chi sta fuori dal Palazzo polemizza un po', chi è dentro il Palazzo non è che può reagire con sprezzo. Non siamo all'asilo, infatti, dove se un bambino ti prende il cappuccetto della penna scoppia il caos. Si smentisce o si conferma con un garbo un pochetto più istituzionale, se no quegl'altri ribattono e non finisce più. Tanto più se chi amministra si rifà a poli che a Roma vantano la “moderazione” come arma di distinzione nei confronti degli altri (a proposito: per una strana legge fisico-politica i poli che a Roma si attraggono qui si respingono con scintille).

Questo benedetto distretto, che tra l'altro finora è solo sulla carta (e già sarebbe qualcosa se non fosse appena nei pensieri), cerchiamo di farlo bene se possibile. Costruendo unità, non divisione. E l'unità la promuove chi è al potere, non chi all'opposizione. Da quando mondo e mondo è così che gira la politica. Se poi piace solo litigare, bhè allora sarebbe bene cambiar mestiere.

Le elezioni? Affare che non ci riguarda

Tra le persone che normalmente incontro la mattina, quasi nessuno parla di elezioni. Ancor meno si aspetta qualcosa dal voto, tranne taluni diretti interessati, se capitano. Quasi tutti parlano di problemi di salute. Siamo una società malata. Molti di noi hanno acciacchi più o meno gravi. Moltissimi di noi campano di... medicine. Come diceva mia nonna: “faccio colazione con le pastiglie”. Il secondo argomento in ordine di importanza è il cibo, la spesa, la cucina. Seguono le bollette, i problemi di lavoro, tra poco la scuola. I guai economici, se vi sono, di solito vengono taciuti. Le elezioni, dunque, sono un problema degli addetti ai lavori. E dei malati di politica, tra i quali – seppur in via di miglioramento – mi riconosco.

Molte di queste persone alla fine voteranno. Per abitudine. Perché è un rito. Perché “bisogna andarci”. Magari decideranno all'ultimo momento oppure sceglieranno quelli che hanno sempre scelto. Ma lo faranno senza aspettarsi nulla. Convinti che niente cambi davvero. Che pandemie e guerre, siccità e alluvioni, carestie e fortune siano ampiamente indipendenti dall'episodicità di un voto elettorale.

Di certo le elezioni non lascieran traccia (e per fortuna) sul quel gruppetto di pre-adolescenti visti in pizzeria schiacciare naso e dita sui vetri del bancone per scegliere con competenze da sommelier le pizze da ordinare. E poi, incuranti di tutto e tutti, farsele servire al tavolo con tanto di bevande strane e spiaccicar sulla cassa la cento euro d'ordinanza. Su di loro (e per fortuna) non lascieran traccia non solo le elezioni, ma anche la scuola, che li renderà solo più eruditi nel calpestare “l'altro” peggio della polvere da banco.

Di certo, le elezioni non lascieran traccia (e per fortuna) sulla turista incipriata che ha solo il problema di reperir il miglior cibo gourmet per il suo “amorino” fornito di coda e quattro zampe, dal pelo lisciato al più rinomato beauty dog salon e curato dalle più costose veterinary clinic.

E, se gli dei saranno benevoli nei nostri riguardi, le elezioni (e per fortuna) non lascieran traccia nemmeno su tanti di noi, compreso chi, per ingannar il tempo, lancia queste inutili righe.

sabato 13 agosto 2022

“Proviamo pure Giorgia, che non c'è stata mai”

ROSETO. A Roseto siamo felici: ha riaperto il ponte. Quello “canale”, vicino l'autostrada, allargato di qualche spanna dopo una chiusura interminabile. Abbiamo dovutamente ringraziato per i tre mesi buoni di ritardo. Ci siamo felicitati per le tante code e gli (evitabili) disagi subiti. Siamo così contenti che non sappiamo più neanche quale manifestazione estiva applaudire di più, tante e tali né abbiamo organizzate per la felicità del popolo vacanziero. Nella bollente estate che precede un autunno-inverno che i pessimisti annunciano diversamente caldo e senza soldi in tasca (non per tutti, naturalmente) non sappiamo più dove ospitare il terzo boom del turismo (ma quest'anno è proprio un boom-boom-boom che più non si potrebbe) in tre anni diconsi tre.

Certo, dopo le dolcezze estive e le possibili amarezze invernali ci tocca un piccolo passaggio: dobbiamo andare a votare. I cattivoni della politica, infatti, hanno tolto il nostro amato premier dalla poltrona di capo del governo. Ora dobbiamo vedere come rimetterlo in sella. Se a colei che pare vinca gli mancasse qualche seggio per fare maggioranza, allora noi che quasi sicuramente perderemo ci mettiamo tutt'insieme e la freghiamo. Ma dobbiamo comunque votare, purtroppo.

E qui son dolori. Per entrare devo battere quello, sperare che quell'altro faccia autogol e che al mio interno (politico) fili tutto compatto. Con tutti questi “ragazzi” in giro che tirano di qua e di là è un bel problema.

Niente, comunque, rispetto ai problemi che avremo noi chiunque vinca. Ad esempio, dio non voglia ci ammaliamo, rischieremo dopo esattamente come adesso di essere “buttati” ore ed ore in qualche pronto-soccorso che ci puoi anche crepare perché mancano medici ed infermieri ed i posti di ricovero. Tanto quello dipende dalla Regione. E la Regione non li assume perché dice che lo Stato non gli passa i soldi. Evviva!

Niente, perché dopo, proprio come adesso, in molti avremo per lo più paghe da mille e poco più euro al mese che non ci compri nemmeno la carta igienica, ma non fa nulla perché i locali sono pieni lo stesso e chissenefrega. Evviva!

Niente perché dopo, uguale ad ora, ti stangheranno con le bollette e le multe semaforiche e le tasse locali ed i bolli e tutto il resto, con in più che dovrai ricomprare – per chi ha figli – pure gli astucci per la scuola ed organizzare i compleanni dei bimbi in balera manco fossero la conquista della coppa del mondo del pallone! Evviva!

Alla cassa di uno dei tanti negozi dove si fa a botte per acquistare camionate indescrivibili di cibo per ferragosto, una signora sussurra all'amica: “Proviamo pure Giorgia, gli altri li abbiamo provati tutti...”.

mercoledì 10 agosto 2022

In attesa del cemento balneare, abbiamo tartarughe, pande e... la campagna elettorale!

ROSETO. La parte politica che ha in mano le sorti urbanistiche a livello di consiglio comunale sembra in ansia. Ancora non riesce a scorgere le gru nell'ultimo prato verde rimasto prima del Borsacchio. E pare non farsene capace: non siamo noi che non facciamo girare le betoniere, quasi si scusa. E vabbé, prima o poi gireranno queste betoniere fin quasi sulla sabbia, quasi sulla riva del mare, che diamine!

Qualche chilometro di spiaggia più a sud, intanto, su una striscia di sabbia non ancora asservita stretta da due concessioni private, si festeggia. Si da il caso che molti anni fa, non si sa come e perché, ad una tartaruga, forse sperduta, venne in mente di spiaggiarsi proprio lì. Non poteva pensare, la malcapitata, che a momenti gli costruivano un monumento ad honorem (sfuggì per un soffio) e da allora, ogni anno, la festeggiano con manifestazioni di tipo ambientalistico che di solito piacciono molto perché assumono un po' quell'aria da “salviamo il mondo” che oggi tira molto. E poi, quando ci sono di mezzo simpatici animaletti, si ha sempre quell'effetto un po' peluche che piace tantissimo, specie ai bambini.

Gli adulti impegnati in politica, invece, quest'anno sono alle prese con la campagna elettorale sotto l'ombrellone. Qui da noi la cosa è particolare, perché se a Roma Calenda e Renzi dovessero accordarsi, vedremo che effetto farà nella riviera delle Rose, dove i due gruppi centristi non si sparano per la polvere, come si dice. Eppure un loro ravvicinamento non sarebbe male: agiterebbe non poco le acque della politica locale, ma veramente: sarebbe davvero il colpo (politico) dell'estate rosetana!

Ah, dimenticavo: sempre oggi il Comune ha fatto sapere che il governo ha "donato" 35 mila euro per combattere le vendite abusive sulle spiagge. I due terzi circa saranno utilizzati per acquistare una Fiat Panda. Verrà data ai vigili urbani e non sarà usata solo per correr dietro ai venditori abusivi, ovvio, ma per il servizio di sicurezza in generale.

Questo è tutto, o quasi: per ora!

martedì 9 agosto 2022

Villa Clemente spacchetta i poli

ROSETO. Maristella Urbini (foto), a nome di Forza Italia, prende posizione a difesa del valore storico e culturale di Villa Clemente (per chi non è di Roseto, un'edificio ormai cadente sulla Nazionale in direzione nord, di proprietà del Comune, che aspetta da una trentina d'anni di essere restaurato). Così la politica locale, su questo edificio, espone un arlecchino di posizioni.

Se Maristella Urbini, già vicesindaca con delega alla cultura nella Giunta Pavone, ora responsabile locale di Forza Italia, è per la difesa intransigente dell'edificio, Giuseppe Bellachioma, deputato uscente della Lega (partito a Roma alleato con Forza Italia) nonché consigliere comunale, si è detto anche in consiglio favorevole al dirottamento dei fondi per il suo restauro verso l'Arena Quattro Palme, d'accordo in ciò con il sindaco Mario Nugnes che è retto da una maggioranza di sette consiglieri su dieci di “Azione” di Carlo Calenda, a sua volta a Roma avversario della Lega.

D'altra parte il Pd, che a Roma è stato per sei giorni alleato con Calenda, qui a Roseto ha la stessa posizione di Forza Italia sulla difesa della villa. Come identica al Pd, quindi avversa ad “Azione”, è la posizione della parte che fa riferimento ad Italia Viva. E ciò mentre a Roma, proprio in queste ore, Renzi e Calenda trattano per una possibile intesa. La posizione di Enio Pavone, socialista da giovane, poi sindaco per la destra, ed ora uomo-forte della giunta Nugnes, sinceramente non la conosco (per mia colpa, s'intende). So solamente che quando fece il sindaco, in sostanza non fece nulla per la Villa così come il suo successore, Sabatino di Girolamo, che però alla fine ebbe l'idea di richiedere fondi per la ristrutturazione concessi dopo la conclusione del suo mandato.

Villa Clemente sparecchia i poli, allora. Non solo le alleanze romane sono diverse da quelle locali, dunque, ma anche sui singoli temi ognuno la pensa a suo modo. Con la piccola avvertenza che – opinione mia – alla maggioranza dei rosetani se quell'edificio resta in piedi o viene abbattuto, magari per una bella operazione che potrebbe sapere – in ipotesi – anche un po' di speculazione immobiliare, non gliene potrebbe importar di meno. Giustamente, la gente ha molto altro a che pensare che Villa Clemente.

domenica 7 agosto 2022

Letta e Calenda chi?

Eppoi ti capita d'attraversar una di quelle vallate dell'interno Abruzzo ove mancavi il ripassar da anni e anni ed... anni. E subito vien all'occhio il degrado industriale; la rovina dei capannoni tirati su a botte di soldi pubblici e leggi speciali della prima come della seconda repubblica.

Sotto un sole africano dell'ora che passa la mezza da un pezzo, vedi barbuti uomini mezzi nudi – forse provenienti da un altro emisfero – stender mutande ad asciugar sulla porta dei camper aperta in faccia a quel giardino urbano dal disegno borghese ottocentesco, dove sol due o tre decenni or sono passeggiare in giacca e cravatta, sia pur estiva, non era l'eccezione. Scorgi bande di ragazzini e ragazzine, vestiti di stracci primordiali, fatti di birra e chissà d'altro, tirare calci ad un pallone contro le vetrine di quei portici un tempo salotto buono della cittadina.

Guardi e ti accorgi che non soltanto il clima è mutato. È cambiato il mondo. Quel mondo che solo ieri ti vedeva giovane di progressiste speranze e che ora appare ai tuoi occhi irriconoscibile. Ti accorgi quanto si sono approfondite le differenze tra un punto e l'altro di una regione pur piccola. E ti rendi conto di quanto più cortese all'umana visione appaia la linea costiera, nella quale il mare o più verosimilmente il quattrino ancora mantiene delle sembianze sociali. Oppure, li dove la folla stessa discioglie in soluzione quei fenomeni anteriori alla storia che d'altra parte l'isolamento invece atomizza.

La radio dell'auto avverte nel mentre che l'accordo Letta-Calenda è saltato. Ma qui è saltato piuttosto l'accordo tra le persone e le cose, tra le persone e le persone, tra le persone e l'intorno. "Letta e Calenda?", dice sorpresa la ragazza del bar guardandoti come un extra-terrestre se accenni una battuta. "E chi sono?", aggiunge sincera, chiudendo: "A me della politica non mi frega niente!". 

Ha ragione.

sabato 6 agosto 2022

Povera spiaggia

ROSETO. La spiaggia come contenitore di ristoranti e locali d'intrattenimento. Tendenzialmente per tutto l'anno. Questa è oggi la spiaggia di Roseto e non solo di Roseto. Un uso massiccio che ne stravolge l'identità. E la porta a non essere più il luogo dove prendere il sole ed un po' d'aria marina, ma il posto di un intensivo sfruttamento economico.

A questo si aggiunge un turismo sempre più mordi e fuggi. Che cambia totalmente l'immaginario vacanziero. Le norme, da par loro, non fanno altro che assecondare il trend del mercato. Occorrerebbe un vincolo storico-ambientale per la spiaggia. Una spiaggia su cui il modo di “divertimento” è ormai incosciamente codificato.

Ricordo lo scorso anno una ragazza che mi colpì. Preparava caffè, spazzava il pavimento, apriva e chiudeva gli ombrelloni. E, soprattutto, si spaccava la schiena. Lei era – forse inconsapevolmente – il piccolo perno che mette insieme il movimento. Senza questi lavoratori, più spesso lavoratrici, il meccanismo non gira.

Abbiamo quindi da una parte un modello di sfruttamento del suolo-spiaggia, dall'altro un modello di impiego del lavoro. La politica è una nebuolsa lontana, indistinta, che non incide su tutto questo. Tutto questo che è del tutto indifferente ai diversi “colori” politici. La politica, vista da qui, mentre si lotta per conquistare un tavolinetto per l'aperi-cena, è un gioco di diverse arroganze che lottano per mantenere o conquistare una comoda poltrona. E niente d'altro!

giovedì 4 agosto 2022

Incartarsi su un senso unico: sembra incredibile, ma ci sono riusciti

ROSETO. Sul senso unico in via degli Acquaviva a Cologna si ci è un po' incartati. Prima messo, poi intavolata una polemica con alcuni consiglieri di Frazione, nonché con l'associazione “SiAmo”, che avevano semplicemente sollevato il problema, quindi rimosso in parte, ma solo per i camion alti tre metri che sarebbero rimasti “prigionieri” dal senso unico medesimo.

Ed in filigrana una questione tutta politica, che solo quelli dal naso fine intravedono: l'ennesima dimostrazione della fatica che fa il sindaco Mario Nugnes ad essere un po' meno polemico ed un po' più mediatore. Qualità, quest'ultima, comune un po' a tutti nella sua parte. Malgrado la sua estrazione ecclesiologica (politicamente) tende più a litigare che a comporre. Insomma, un “neo-democristiano” (si passi il termine giornalistico), che tende invariabilmente a metterla in rissa (politica). Mentre polemizza, inoltre, scade spesso in toni da insulto, il che proprio bello non è per un sindaco. Ho l'impressione che né lui né chi eventualmente lo consiglia (male) hanno capito che alla lunga questo atteggiamento non paga. Specie se dall'altra parte trovi – e nel caso di Cologna l'ha trovata – chi la politica la fa per passione, e la sa fare.

Interessante, molto interessante.

martedì 2 agosto 2022

Cologna spiaggia: l'occasione sprecata per Roseto


ROSETO. Qualche giro di valzer di sensi unici in Cologna Spiaggia, la popolosa frazione di Roseto che d'estate si riempie di turisti. Con un po' d'incertezza segnaletica tra divieti di transito e di accesso, ma lasciamo stare. Piuttosto le vie colognesi son anguste, strette tra case che si sono lasciate costruire a filo del margine e attività largamente bordeggianti. E ciò è perfettamente lo specchio dell'identità urbanistica colognese, in bilico tra una vocazione agricola, una turistica ed una residenziale essendone tutt'e tre e nessuna delle tre.

Eppure la posizione della Frazione è strategica sul piano territoriale. Molto vicina a Giulianova – che ha tutt'altra viabilità e spazi, sarebbe bastato farne la copia speculare – assai prossima alla Teramo-Mare e quindi alla valle del Tordino con le sue aree produttive, basta pensare allo stabilimento “Amadori” per tacer d'altro. Cologna poteva essere la “Roseto-nord” che non è; il trait d'union con Giulianova ed il collegamento con il capoluogo provinciale che, purtroppo, ancora non è.

Cologna ha dunque bisogno di un “disegno” urbano, appena accennato e subito abortito nell'area della piazzetta della chiesa sulla statale; statale peraltro brutalmente privata di ogni alberatura, segata e non sostituita. V'è allora necessita di stabilire una “gerarchia” di strade, che può essere anche innovativa, cioè ciclabile o pedonale in parte, ma riconoscibile però nel tratto e nella conformazione urbanistica, appunto.

Ecco, tra un senso unico e l'altro, un albero segato ed un divieto di transito (meglio quello di accesso che quest'ultimo peraltro), chissà se a qualcuno viene in mente di alzare un po' lo sguardo e posare un po' a volo d'uccello una matita che almeno sulla carta (nella realtà ci credo poco) possa dare il segno grafico che un'altra Cologna è possibile.

Dài, se i consigli di quartiere non fossero il nulla cosmico politico che, ahimé, si teme siano, magari potrebbe provare a lasciare un segno, foss'anche solo un documento d'intenti descrittivo, quindi a costo zero, di un qualcosa che non si possa dire almeno: poteva, ma non ci pensammo!