Insomma, la cosa pare seria. Ed ammesso e non concesso che chi sta fuori dal Palazzo polemizza un po', chi è dentro il Palazzo non è che può reagire con sprezzo. Non siamo all'asilo, infatti, dove se un bambino ti prende il cappuccetto della penna scoppia il caos. Si smentisce o si conferma con un garbo un pochetto più istituzionale, se no quegl'altri ribattono e non finisce più. Tanto più se chi amministra si rifà a poli che a Roma vantano la “moderazione” come arma di distinzione nei confronti degli altri (a proposito: per una strana legge fisico-politica i poli che a Roma si attraggono qui si respingono con scintille).
Questo benedetto distretto, che tra l'altro finora è solo sulla carta (e già sarebbe qualcosa se non fosse appena nei pensieri), cerchiamo di farlo bene se possibile. Costruendo unità, non divisione. E l'unità la promuove chi è al potere, non chi all'opposizione. Da quando mondo e mondo è così che gira la politica. Se poi piace solo litigare, bhè allora sarebbe bene cambiar mestiere.
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