venerdì 26 agosto 2022

L'union sacrée rosetana for Giulio

ROSETO. Chissà cosa ne pensa Giulio Sottanelli di quello che Maurizio Bianconi, autore de “LaVocina.it”, talvolta ospite di Radio24, chiama il turbo-capitalismo alla Monti-Draghi, tra l'altro visto all'opera nella Grecia di qualche anno or sono?

È facile mai lo sapremo cosa spinge un ex-democristiano della piccola Roseto ad appoggiare politiche della grande transizione capitalista. Quella che vede i giganti del web e del e-commerce, le grandi banche e finanziarie, le vendite on-line piuttosto che le piccole botteghe al centro del futuro. Sappiamo però che proprio le categorie-vittime di quella politica qui voteranno in massa Sottanelli. Ma non perché lui sia montiano o draghiano o calendiano, ma perché è “Giulio”; perchè “è di Roseto”; perché forse può far “qualcosa per noi”.

Ma quel “qualcosa”, che magari il buon Giulio farebbe volentieri se potesse, è in netta antitesi con il disegno generale che prima la pandemia e poi la guerra hanno “testato” ed il caro-bollette ha definitivamente sancito, ovvero la turbo-economia dei nuovi grandi monopoli di cui diceva Maurizio Bianconi. Perché oggi il voto ha questa doppiezza: da una parte gode ancora del ricordo dei fasti del clientelismo anni d'oro e dall'altra è del tutto inutile ad un miglioramento effettivo del tenore di vita dei votanti, che invece peggiora inesorabilmente.

Ecco allora che noi abbiamo i “Giulio”, ma anche i “Luciano” e, per altri versi chi più chi meno tutti gli altri, ai quali ancora tributiamo il nostro voto quali “amici” mentre dall'altro lato abbiamo un sistema-politico-economico complessivo del quale verranno a far parte che ha da tempo voltato le spalle ai cittadini che non si adeguano, adeguatamente impoverendosi lavorando sotto-padrone spesso per pura stentata sopravvivenza, magari mostrandosi anche compiaciuti per ciò.

Tutte considerazioni queste che, giustamente, non sfiorano minimamente né gli elettori di Giulio né i politici alla “Giulio”, la cui pratica politica appunto ha sorgente e foce nella pratica instessa. Da cui può scorrere indifferentemente sia tra gli argini del cattolicesimo popolare e della dottrina sociale della Chiesa sia tra quelli algidamente liberistici di stampo bocconiano o confindustriale. Essendo sia i primi che i secondi nella sostanza estranei ad elettori ed eletti, che tentano piuttosto la risalita delle coste parlamentari romane sfidando la definizione di peones un tempo piuttosto altezzosamente riservatagli dai notisti parlamentari della grande stampa del nord.

In un mondo politico di eguali, dunque, meglio l'eguale locale, ragioneranno non a torto in molti. Aspettando nel frattempo, si spera, che qualche gustosa seratina elettorale possa almeno allietare il cupio dissolvi delle furono nostre certezze e, gli dei non vogliano, l'inflazione galoppante non finisca per bruciare anche tutti i nostri risparmi accumulati dalle generazioni precedenti, per chi li ha avuti accumulati beninteso.

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