mercoledì 6 luglio 2022

Quando lo Stato va oltre l'immaginazione


Oggi, qualche minuto prima delle 14, ho ricevuto la telefonata di una gentile signora, alla cui professionalità occorrerebbe costruire un monumento. Mi informava di esser stato estratto a sorte da un ente dello Stato che vuole sapere da me quanto spendo per campare.

Mi sono incuriosito. Tanto che abbiamo finito con il prendere un caffè in un bar al centro di Roseto, dove mi ha accennato delle peripezie, se non veri e propri pericoli del suo lavoro.

Le domande cui dovrei rispondere mi paiono tipiche di uno Stato occhiuto, impiccione ed inquisitore. Dunque il governo, da cui l'ente statistico dipende, pretende che io gli dica quanto spendo per prendermi il caffé, l'aperitivo o il gelato, quanto per i fagioli ed i... tuberi, le mozzarelle o le caramelle, i biscotti oppure le creme spalmabili, gli snak od i grassi animali, il filo da cucire e, guarda tu, benzina. E tante tante altre cose che non riesco nemmeno a contare.

Decine e decine di domande; divise per giorni. Da annotare scrupolosamente su un diario colorato che mi ha lasciato e che verrà a prendere tra qualche settimana. Nemmeno l'inquisizione credo arrivasse a tal grado di meticolosità di entrare nei fatti personali.

Rispondero per pura cortesia nei confronti dell'intervistatrice. Altrimenti avrei apposto una sola risposta, vergata a caratteri cubitali su ognuna delle 80 pagine di cui si compone “l'atto investigativo” ai miei occhi assurdo che questa burocrazia statale è riuscita ad escogitare: SONO FATTI MIEI!

Davvero qualcosa che va oltre l'immaginazione.

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