sabato 9 luglio 2022

Ospedali zero; asili meno; stipendi non ne parliamo, però facciamo tanta cultura: evviva!

La sensazione è che, nel dopo pandemia, molti servizi sanitari, che già prima non brillavano, siano assolutamente peggiorati. Mancanza di puntualità negli appuntamenti; attese infinite per visite ed esami; confusione burocratica assurda. A volte, svolgere un esame clinico che richiede pochi muniti, comporta attese snervanti. Non di rado in stretti corridoi senza finestre. La persona che aspetta si sente considerata meno di un numero, un algortmo, un oggetto. L'umanità, in sanità, non si sa cosa sia. Si arriva alle soglie della vita e ci si sente come in una discarica umana.

Del resto quelli sanitari non sono gli unici servizi peggiorati. Basta vedere le autostrade. Lavori che non finiscono mai. Che vanno in ferie l'estate per riprendere in autunno, senza soluzione di continuità. Corsie ridotte a carrerecce. Più che strade di grande comunicazione sembrano dei monopoli. I nostri avi pagarono per costruirle. Noi le abbiamo pagate con i pedaggi per privatizzarle. Adesso, pare, siano tornate allo Stato: si spera non ce le facciano pagare per la terza volta per ricostruirle.

Nel frattempo, riportano sottovoce le cronache, continuiamo ad avere meno asili nido del necessario, mentre gli infortuni sul lavoro sono di nuovo in aumento. Però tranquilli, siamo un Paese di cultura, che produce continuamente spettacoli, libri ed incontri culturali. Per fortuna, perché avendo meno laureati degli altri Paesi europei, meno donne che lavorano (non parliamo in posizioni dirigenziale), meno bambini e meno servizi pubblici, con stipendi da fame... se non facessimo anche questa incessante manifestazione di cultura, piene di Fasce Tricolore nelle serate inaugurali, chissà dove saremo arrivati!

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