venerdì 1 luglio 2022

Eppure quel vialetto cambiava la prospettiva della Villa

ROSETO. Non vorrei interrompere un'emozione. Anche a me piace la gente che piace. O almeno ci prova, a farsi piacere. Però guardate, quel vialetto delimitato da alberi (ormai abbattuti) che conduceva dalla Nazionale alla Villa era importante. Perché? Perchè introduceva una “perpendicolare” che trasformava l'accesso all'edificio come vi fosse una sorpresa al termine del percorso. Ci sarebbero questioni filosofiche, legate al neoclassicismo eccetera, ma lasciamo stare: non ci interessano.

Il punto è semplice. Un conto è che io, io turista, io cittadino, passo sulla Nazionale, costeggio un muro di recinzione con “occhi” di edera, vedo un cancello e, in fondo un breve vialetto alberato, spunta una facciata simmetrica; altro conto è vedere un edificio “pelato” parallelo alla strada. È una percezione visiva tutta diversa. Nella prima ho un gioco di simmetrie prospettiche che esaltano il disegno urbano; nell'altra una cosa piatta, una banalità estetica.

Guardate, si tratta solo di due filari di alberi: sette-otto piante su due lati, possibilmente d'alto fusto e sempre verdi: una spesa irrisoria. Che però restituirebbe un'estetica e, in certo senso, una cultura, un modo d'intendere e di pensare la città. E, fidatevi, anche la vostra foto di gruppo sarebbe venuta meglio con gli alberi!

P.s.: temo che quelle piante tagliate non verranno mai ripiantate. Ho come l'impressione che non interessino. Le foto vengono lo stesso, ahìme!

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