domenica 19 giugno 2022

I ciclisti non sono in guerra, però...

Certe volte me lo chiedo: ma i ciclisti della domenica, quelli proprio in mimetica ed elmetto ciclistico, avranno la capacità di sorridere? Oppure anche nella vita di tutti i giorni avranno quello sguardo cupo, torvo, quel modo di esprimersi a grugniti primitivi?

Chissà, ogni volta che incrocio un gruppone di codesti, mi sorge la domanda. Peraltro fuori luogo in questo nostro tempo, se pensiamo che in un lembo della civilissima (cosiddetta) europa le persone si ammazzano come mosce per un territorio da conqustare o riconquistare, per una bandiera da sventolare o ammainare. Anzi, paiono contenti di farlo. Guai a chi dice che non debbano farlo; che non si debbano sparare; che non si dovrebbero uccidere: si arrabbiano, se lo dici. È così che si fa, secondo loro: si deve morire per la terra, la bandiera, per star sotto al potere di un tiranno piuttosto che di un altro. E vabbé, fate pure.

Che poi, a ben vedere, cos'è, ad esempio, la dignità umana calpestata di un malato cui viene comminata la pena accessoria del divieto di visita in ospedale per aver commesso il reato di essersi ammalato, peraltro non di sua volontà? Ma assolutamente nulla, difatti la norma “carceraria”, in senso ovviamente lato, è assolutamente ben accetta.

Certo, l'avesser detto che avremmo vissuto tempi in cui la gente non sa più sorridere, ma sa sparare ed ammazzarsi, nonché ferire la propria dignità, non ci avremmo creduto. Forse...

Buona domenica!

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