Qui, però, piace metterla giù ancora più piatta. Esprimendo una mia personale opinione. Dico così: ammettiamo che arrivano i soldi pubblici per Villa Clemente e che un teatro o una sala per la cultura la paga lo Stato. Dopo che succede? Come la manteniamo? Ci va la gente? Chi lo regge un teatro a livello economico? Se i dubbi sono questi, ci vuole solo chiarezza, senza rimpallalare le palle sulla cultura.
Basta dire: ok, la “cultura” la mettiamo tra la Villa (chiusa da 6 anni) e l'Arena Quattro Palme. Villa Clemente, se nel frattempo viene giù, la vendiamo come “sito” e magari ci facciamo fare un bel palazzo con appartamenti, negozi e parcheggi a raffica vista mare. È questo il discorso? Se è questo, bisogna solo dirlo. Quel che non si può fare è continuare con la litania politica. Parlate chiaro e, se proprio volete essere “democratici”, coinvolgete la città, magari con un referendum consultivo.
Quello che sinceramente crea solo chiacchiericcio politico è questa tiritela che non decide. Ed il riferimento, ovvio, non va a Fratelli d'Italia o all'opposizione, ma a chi ha responsabilità amministrative.
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