lunedì 28 febbraio 2022

Ops, e "Qualcuno" non c'era?

ROSETO. Mentre il sindaco di Roseto, Mario Nugnes, solidarizza con gli avvocati teramani per le sorti della Giustizia e dal Palazzo di Città si fa sapere l'esito delle manifestazioni pro-pace (a proposito, ma a parte Rosaria Ciancaione, citata nel dispaccio, il resto dell'opposizione è stato coinvolto dal sindaco per la manifestazione?); nel mentre, si diceva, capita sott'occhio la foto di gruppo della nuova Giunta provinciale, che vedete qui sopra.

Ohibò, sbaglio o manca “Qualcuno”? Mi sa che è finito fuori campo proprio quel neo-assessore-provinciale, ex-sindaco di Roseto per la destra, attuale consigliere di maggioranza “Civica”, che allude spesso all'autore di questo blog chiamandolo Qualcuno...

P.s.: è una noticina di colore eh! Sempre con personale simpatia, Oh Enio!

domenica 27 febbraio 2022

Se 400 mila euro l'anno vi sembran pochi...


ROSETO. Insomma, si discute se risparmiare mille euro l'anno o 6 mila sulle spese del consiglio siano tanto o poco. Eppure c'è un documento, firmato dalla Giunta Nugnes, che dovrebbe tagliare la testa al toro: il “PEG” (piano esecutivo di gestione) dell'anno in corso.

Cosa dice? Mette nero su bianco, ad esempio, che tra segreterie particolari ed uffici staff, tra oneri diretti ed indiretti, se ne vanno circa 163 mila euro. A tanto si arriva, infatti, sommando i 39.651 per le segreterie, i 73 mila e rotti per gli staff, i 18.849 più 22.134 per gli oneri contributivi riflessi, eccetera. Poi c'è il capitolo spese telefoniche e per rassegna stampa: circa 7.600 euro l'anno. Quindi il costo delle indennità di carica di Giunta e Consiglio: 195 mila più 17 mila di oneri riflessi, 212 mila in totale. A questo si aggiungono 16 mila euro che il Comune deve rimborsare ai datori di lavoro degli amministratori per le assenze di questi quando devono seguire i compiti elettivi.

Mal contati fanno circa 400 mila euro l'anno. Un tempo si chiamavano costi della politica. Oggi sono cifre benedette dal popolo. Ma sempre di 400 mila euro a carico nostro (nostro di cittadini) si tratta.

sabato 26 febbraio 2022

Non sarà Pavone il vicepresidente della Provincia di Teramo

ROSETO. Al di là dello scontato comunicato stampa di congratulazioni della coalizione civica rosetana, non sarà Enio Pavone il vicepresidente della provincia di Teramo. L'incarico è infatti andato al vibratano Luca Frangioni, di Fratelli d'Italia. Ed una è rottura con la recente tradizione, che ha visto riconosciuta la vicepresidenza provinciale sempre a Roseto, prima con lo stesso Mario Nugnes e poi con Alessandro Recchiuti.

Ma per Pavone la prospettiva politica potrebbe riservare altre sorprese. Il suo rapporto privilegiato con Nugnes e Giulio Sottanelli, infatti, è questione politicamente assai complessa. Tant'è che lo stesso Pavone ha tentato qualche battuta consiliare amichevole verso Fratelli d'Italia, subito rispedita al mittente con perdite, per lui. C'è poi, se la si guarda in filigrana, una possibile svolta dei rapporti tra l'amministrazione Nugnes e lo stesso Antonio Norante, un tempo alleatissimo di Pavone e oggi avversario. Non sarebbe la prima volta in Italia, infatti, che allo sport riescano miracoli sconosciuti alla politica, o meglio più che conosciuti.

A ben vedere, poi, anche sulla questione indennità e dintorni, la strenua difesa degli stipendi della politica è stata lasciata in larga parte proprio ad Enio Pavone. Che sul caso, invece di guardare la luna ha attacato il dito, cioè quel Qualcuno preso di mira in consiglio comunale ma che, purtroppo per lui, non siede in quegli spalti.

Se vogliamo poi, anche se in più lieve tocco, persino l'iniziativa sulla donazione degli organi, recepita oggi dal Comune, non è una cosa di cui lui può andar fiero. Nugnes, infatti, recupera in ciò un ritardo di otto anni. Precisamente da quando l'allora consigliera Pd, Raffaella d'Elpidio, riuscì a far passare una mozione in tal senso lasciata poi di fatto inattuata prima dallo stesso Pavone, allora sindaco per la destra, poi dal suo successore, Sabatino Di Girolamo (Pd).

Insomma, la faccenda si fa interessante. E, come diceva il grande Arbore, meditate gente, meditate.

venerdì 25 febbraio 2022

Era ieri, che polemiche!


 

ROSETO. Quel che muove la luna e l'altre stelle son le premure per lo sport. Gran sommovimenti a bordo campo. La palla a spicchi infatti, unisce molto più di quel che la politica divide. Nel campo della rinnovata pace tutti uniti organizziamo allora. Ed anche all'Antonio forse non dispiace, non sappiamo all'Enio.

Di certo son passati in fretta i giorni delle polemiche. Mentre in Provincia, pare che, Roseto abbia perso la delega vicepresidenziale, quasi da tradizione ormai detenuta.

Nel frattanto, i privati saran chiamati a collaborar onde tener ordine a la movida, in cambio di qualche sponsorizzazione. Il che è cosa buona e giusta, va da sé.

Fuori piove mentre scrivo. Ho di fronte un bicchiere di plastica riempito di buon thé. Di lato quattro dolcissime castagnole. Poche ore di volo più ad est di me, altre castagnole, ben meno dolci, cadono sulla testa dell'umana gente.

Godiamoci queste piccole facezie carnascialesche nostrane, prima che qualcuno più in alto del Mario, dell'Antonio e forse persino dell'Enio, come il Nerone cinematografico, alzi o abbassi il suo pollice sulle nostre sorti.

Buon week-end

Ancora la guerra!

ROSETO. Faccio rifornimento anti-carestia. Fa che con la guerra scattano i prezzi! Compro un cornetto (ahi visto mai arriva la bufera!?). Aggiungo quattro bustine di tisana (“Stai sereno”, mi pare si chiami). Prendo anche due bottiglie d'acqua, semmai la crisi climatica secchi le sorgenti. Comunque, giusto per star sereno! prendo un caffé (macchiato) e, già che ci sono, faccio scorta di quattro pile-ministilo: servono per il telecomando della Tv, che a sua volta occorre per seguire gli sviluppi della guerra. Le acquisto da un negozio gestito da cinesi. Le pagavo 1 euro: questa mattina 4 euro. E vabbé, è la guerra.

Intanto incontro una signora che la guerra sa un po' meglio di me cosa sia. È originaria di quelle parti. Vive qui da tanti anni. Ha dei famigliari per fortuna non proprio al fronte, ma nemmeno tanto distanti dal confine. “Non possono uscire”, mi dice. Nei suoi occhi si legge l'angoscia.

Parlo con una giovane mamma, che invece è rosetana-doc: “Ho visto quei bambini – osserva – mi piange il cuore” e le lacrime quasi le rigano davvero il viso.

Chiamo una amica, per una questione di lavoro: “Al giorno d'oggi ancora le bombe, i carrarmati, i missili?” Nelle sue parole si avverte incredulità.

L'uomo: la bestia più stupida del creato. E dicono pure che sia frutto d'un... progetto! Ma mi faccia il piacere, direbbe il grande Totò!

mercoledì 23 febbraio 2022

La prestigiosa tradizione del basket

ROSETO. Roseto ospiterà la prestigiosa finale di basket che leggete in immagine. È un ottima vetrina. Una sicura promozione. Una certa ricaduta economica.

Hanno giocato a nostro vantaggio cento anni di storia cestistica, molti anni in A1, la partecipazione a primari tornei internazionali, il trofeo più antico come il "Lido delle Rose", un palazzetto da quasi 5 mila posti, una bella città sul mare, ottimo cibo, accoglienza meravigliosa. 

Ed anche gli ultimi tre mesi della nuova amministrazione comunale. 

Che ne dite se all'inaugurazione invitassimo miss Greta?

ROSETO. La politica ecologista, di piena transizione ecologica, sicuramente ammiratrice di Greta, sembra fare un passo avanti.

Portando avanti, a quanto pare, quella esperienza antesignana di urbanistica(sic!)verde che è viale Makarska, d'altro canto definito da Sgarbi: uno scempio.

Del resto l'uomo forte della politica urbanistica "giovane" di oggi è proprio quell'Enio Pavone che alla fine degli anni 90 del '900, quando Viale Makarska passò, era già consigliere comunale, all'epoca socialista.

Ci sarebbe da capire che ne pensa quell'ambientalismo istituzionale rosetano che con la politica che esprime queste decisioni usa andar a raccogliere a braccetto le cartacce lungo i fiumi. Per non far nomi, che ne dice il leader maximo di tal corrente, l'amico Marco Borgatti?

martedì 22 febbraio 2022

Tra commissioni, comitati, tavoli e consigli, la politica tesse la tela del consenso

ROSETO. Quasi nessuno vi fa caso, eppure, specie in provincia, il mondo che ruota attorno alla politica è ancora molto attrattivo, molto pervasivo. Anche in una cittadina come Roseto, ad esempio, sono una qualche decina i comitati, le commissioni, i “Tavoli”, i consigli di quartiere, eccetera, gemmati dalla politica ufficiale, quella elettiva. Alcuni di essi sono stati di recente ampliati. Altri saranno di nuovo istituiti, come i consigli di quartiere. Tutte promanazioni politiche sulla cui reale utilità, poi, ci sarebbe da discutere. Sono senz'altro utili, però, alla politica medesima. Che si esercita, per causa loro, in un qualche centinaio di nomine tutte decise a livello politico, appunto.

Per questi piccoli incarichi, inoltre, la politica è solita scegliere tra le persone che conosce; che ruotano intorno al suo mondo, vuoi perché simpatizzanti, vuoi in quanto hanno “portato” come si dice di chi ha fatto campagna elettorale – qualche candidato, oppure semplicemente perché sono stati candidati loro stessi mancando il seggio municipale. Si tratta comunque, nella quasi totalità dei casi, di incarichi onorifici. Non ci sono gettoni o altro. Insomma, non si ci guadagna niente. Però ci si sente gratificati, si acquisisce una certa notorietà e, in fondo, a chi non farebbe piacere ricevere un riconoscimento pubblico? La prossima volta, magari, il prescelto o la prescelta si impegnerà di nuovo nelle campagne elettorali, che non sono solo municipali come è ovvio.

Si badi bene, è un meccanismo del tutto legittimo. Quasi naturale direi. Ma è anche così che la politica alimenta il suo consenso. Ed in certo senso, grazie ad oleati meccanismi tipo manuale Cencelli, sopravvive a se stessa.

lunedì 21 febbraio 2022

Volevo tacere, ma poi ho parlato... a proposito del comunicato in foto

ROSETO. Il consiglio comunale ha approvato a maggioranza una risoluzione tendente a ridurre i costi di trasmissione Tv delle sedute consiliari. Messa in onda, quella televisiva, prevista da un regolamento che si ritiene obsoleto e quindi da cambiare. L'eventuale risparmio, comunque, non sarebbe immediato, ma a revisione regolamentare effettuata.

Di per se, è una buona notizia. E queste righe la condividono. Tant'è che è pubblicata integrale anche nella pagina Fb collegata “Roseto eclettica”.

Ma la notizia, però, contiene anche un sottotesto politico che è evidente ad un occhio abituato, ma incomprensibile al comune lettore, se non spiegato. Ecco allora che, per completezza di cronaca, a parere di chi scrive vanno suggeriti alcuni elementi di riflessione.

Primo elemento. Lo strumento usato per arrivare all'obiettivo è la cosiddetta “risoluzione” consiliare. Di cosa si tratta? Semplice, di un documento, peraltro non vincolante, con il quale il Consiglio invita il Sindaco e la Giunta a provvedere. Quando lo si usa? In genere in due casi: quando il consiglio vuole sollecitare il sindaco a fare qualcosa che quest'ultimo non vuol fare, oppure quando vuol dargli maggiore carica a farla. Infatti, il sindaco, il regolamento in questione può cambiarlo quando vuole e poi portarlo in consiglio per la ratifica. Quindi in linea pratica la risoluzione non serve. Occorre, invece, in linea politica, come detto.

Visti i rapporti idilliaci tra la maggioranza del consiglio ed il sindaco, si sarebbe perciò orientati alla seconda ipotesi. Quale che sia, però, la risoluzione, di fatto, attribuisce un protagonismo politico autonomo al Consiglio ed in particolare, vista anche la dichiarazione stampa, alla sua presidente, Gabriella Recchiuti.

Intendiamoci, è cosa buona che la presidente assuma questo autonomo protagonismo. Anzi, è essenziale nella fisiologia della dialettica politica. Nel caso nostro, inoltre, sarebbe un toccasana per compensare politicamente le continue uscite del consigliere Enio Pavone, i cui de-romantizzanti interventi appaiono piuttosto assumere le sembianze di quelli di un sindaco ombra che di un semplice consigliere comunale.

Ma c'è un altra lettura, politicamente più maliziosa, che può essere giornalisticamente avanzata. Cioè la seguente: si è voluta portare la risoluzione in Aula per dare addosso, sempre politicamente, a Teresa Ginoble, che del consiglio è stata presidente la scorsa volta. È come gli avessero voluto dire: lo vedi, chi sa risparmiare sui costi, altro che te? Difatti “Elena”, come tutti la chiamano a Roseto, ha abbandonato i lavori in segno di protesta. E qui – a mio avviso, tanto per attirarmi oltre gli strali della maggioranza anche quelli dell'opposizione – “Elena” ha sbagliato. Come sbagliava quando usava questa tecnica dell'uscita dall'Aula durante l'amministrazione Pavone, allorché era presa di mira costantemente e pessimamente da Antonio Norante, che allora si comportava in Aula più o meno come Pavone fa oggi.

Se una cosa va nella direzione dei risparmi, infatti, chiunque la presenti va votata. Se ne possono spiegare le contraddizioni, le ragioni politiche, ma la si vota. Anche perché proprio una questione come quella delle riprese tv, apparentemente minore, dimostra quando è abile l'azione, in senso strettamente politico, di Nugnes ed i suoi. L'opposizione dovrebbe prendere atto che Nugnes la politica la sa fare. Se ora se ci mette, a saperla fare, anche la presidente del consiglio, Gabriella Recchiuti, per l'opposizione son dolori.

Ma c'è un altra cosa. Secondo il naso di colui che chiamano “Il Qualcuno”, che poi sarei io, a lungo andare anche il rapporto politico tra l'azione giovane, incisiva, politicamente spregiudicata di Nugnes e quella, sempre in termini politici, datata ed eccessivamente irosa di Enio Pavone, dovrà trovare un diverso momento di confronto. In altre parole, Pavone dovrà "Nugnesizzarsi" un pò di più. Ma questo, se volete, è un altro discorso.

Firmato: “Il Qualcuno”

sabato 19 febbraio 2022

30 anni fa Mani Pulite anche in Abruzzo

In questi giorni, si celebra il trentennale di Mani Pulite, l'inchiesta che nel 1992 portò alla decapitazione del sistema politico italiano, accusato di corruzione. 

In Abruzzo, le propaggini di quell'indagine partita da Milano, ebbero per protagonista un giovane magistrato, Fabrizio Tragnone (foto).

Nato a Chieti, Tragnone era allora sostituito procuratore della Repubblica a L'Aquila. Tra l'altro in una fase di passaggio dell'assetto direttivo di quest'ultima.

Nell'autunno di quell'anno, Tragnone chiese ed ottenne l'arresto dell'intera giunta regionale, guidata dal democristiano Rocco Salini e composta in larga parte anche dal partito socialista.

Ne seguirà una lunga fase processuale. La vicenda, infatti, nota alle cronache come "caso Pop", dal nome dei fondi europei sulla cui distribuzione scattò l'indagine a seguito della denuncia di un imprenditore, era a metà tra il penale e l'amministrativo.

Tranne in qualche caso, però, in Abruzzo gli esiti giudiziari delle numerose inchieste non furono positivi per l'accusa. Ci fu tuttavia un grande impatto sull'opinione pubblica. Sergio Turone, giornalista e politico, allora consigliere regionale abruzzese eletto tra i Radicali, ci scrisse anche un ottimo saggio.

Dopo trent'anni, poco resta di quella stagione. Se non i personali ricordi di chi l'ha vissuta. Chi scrive è tra questi. Gli capitò infatti il ruolo di giovanissimo consulente tecnico proprio del giudice Tragnone. 

All'attacco ragazzi: demonizziamo il “Qualcuno” (ed intanto la mozione sui beni della Villa finisce nel cestino)

ROSETO. Vogliamo parlare di cose belle? D'accordo, aggiudicato. I beni culturali e librari che erano custoditi nella Villa comunale, ad esempio. Dal 2016, anno d'inizio dei lavori di ristrutturazione, sono sparsi per mezza Roseto. Un po' a Villa Paris (ben conservati), un po' alla vecchia scuola di Montepagano, un po' all'autoporto. Quest'ultimi sono stati presi di mira dai piccioni, che, ignari del loro valore storico, li hanno scambiati per una toilette.

William di Marco (foto), insegnante ed operatore culturale, nonché consigliere comunale da ottobre, queste carte le conosce da una vita. Mario Giunco, che a Roseto tutti sanno chi è, le ha viste nascere e curate con amore. A loro dispiace saperle ridotte così. Allora, William prima ha presentato una interrogazione in consiglio comunale, beccandosi una risposta per niente simpatica dall'assessore alla cultura, poi ci ha riprovato con una mozione consiliare, che ieri sera la maggioranza ha in sostanza spedito nel cestino.

Vi sembra una politica arrogante codesta? No, questa è “la” politica. E fanno bene a farla gli attuali inquilini del Palazzo. Perché la politica arrogante, decisionista, prepotente, alla gente piace. Agli elettori oggi non garba la mediazione: vogliono l'attacco. Perché la politica arrogante, se non tocca te elettore in prima persona, ma colpisce un altro a te fa piacere. Dici: ah, visto, lo hanno mazzolato quel tale, quel "Qualcuno" (metaforicamente, beninteso). Se invece colpisce te elettore in prima persona, è diverso. Ma la politica non ha nessun interesse a colpire tutti, gli basta demonizzare qualcuno, appunto.

I politici furbi, questo meccanismo lo conoscono da sempre. Sanno che più mostrano il piglio duro più vengono amati. Queste righe, i miei ultimi post, ad esempio, a loro fanno gioco: perché demonizzando un “Qualcuno” - come lo definiscono – che sanno isolato, rafforzano il loro consenso. Ne sono perfettamente consapevole, l'amico William non so.

Ora, se sul piano politico tale tecnica funziona in modo eccezionale, come appare essa stessa tecnica sul piano morale, umano e direi cristiano? Mi viene una sola parola: miserevole. Ma alla gente del piano umano, morale e cristiano, così come delle carte della Villa, giustamente, non frega assolutamente nulla.

Ciò detto, stop. Per un periodo qui si parla d'altro. Mi sono rotto le scatole. E, come dice sempre Salvini, baci!


venerdì 18 febbraio 2022

Oggi sono di buon umore. E scrivo ad Enio (Pavone)!

ROSETO. Oh Enio (PAVONE)! mi hanno raccontato che ieri sera, verso le 23, hai riparlato di me in consiglio comunale. Anzi, hai rialluso. Malgrado il sindaco Nugnus (ti dirò, ieri sera stranamente Nugnes mi è piaciuto) abbia avvertito che le allusioni non sono cosa buona e giusta.

Oh Enio, io a quell'ora dormo, quindi non so cosa ti abbia turbato. Ma davvero hai cominciato a dire che si deve guardare lo stipendio netto dei politici e non quello lordo? Guarda che il Comune, cioè noi cittadini, si sborsa il lordo, mica il netto. Guarda che il sindaco Nugnes, nel suo comunicato stampa dedicato al caso, ha giustamente indicato il lordo mica il netto. Ma santi lumi, che ne sa uno da fuori di quante tasse ci sono! Dipende a quale reddito lo cumuli! Le tasse che c'entrano? È chiaro che si ci pagano, cosa volevi che le indennità politiche fossero esentasse? Suvvia!

Mi hanno anche detto che hai fatto il paragone con i calciatori. Ma perché, secondo te i calciatori li paga il Comune o lo Stato? Quelle sono società private, cosa c'entra!

Poi, mi dicono che hai sostenuto che anche i dirigenti prendono lauti stipendi. Ed a me lo dici! Lo so, con me sfondi una porta aperta, io sono d'accordissimo con te che le alte sfere della burocrazia in Italia sono molto ben trattate. Del resto i loro stipendi li fissano i politici, quindi...

Oh Enio, ma è vero che hai persino sostenuto che in consiglio comunale siedono due consiglieri ex-sindaci che si sono messi a disposizione della città! Un momento, che Pavone e Di Girolamo sono consiglieri è vero, ma è perché hanno perso le elezioni da sindaci! Vi eravate candidati a sindaco, caro Enio, nel 2016 e nel 2021 rispettivamente, ed avete mancato entrambi la rielezione.

Oh Enio, ma veramente non puoi fare a meno di alludere a quel che scrivo io? Guarda che la cosa mi inorgoglisce. Mi toglie dieci anni di vita. Ricordi il 2012, quando in effetti ti feci una battaglia giornalistica che ancora si rammenta in città! Anzi, eravamo in due ad opporci, perché grazie a te, involontariamente grazie a te, nacque allora una amicizia che oggi non posso menzionare perché l'interessata non fa più politica, ma una amicizia davvero bella che non se ne è più andata. Se potessi rimetterei qui la foto che l'amico Luca Maggitti ci scattò a Giulianova. E quell'amicizia è una delle tante cose belle che mi legano indissolubilmente a Roseto.

Del resto, Oh Enio, anche con te, quando eri all'opposizione, eravamo diventati amici, ma ora sei di nuovo sulla plancia di comando, e allora hai ricominciato con le allusioni consiliari.

Ma la cosa più forte che hai detto ieri sera sarebbe questa. Solo i parlamentari ed i consiglieri regionali guadagnano davvero facendo politica, avresti affermato. Aggiungendo, un consigliere regionale prende 9.500 euro netti e ci va a volte si a volte no.

Oh Enio, giuro che si ti canditi alla Regione, se ancora non sono andato a raccogliere margherite, questa te la stampo a caratteri cubitali sul blog!

Senti a me, caro ex-sindaco, lascia perdere! Hai un anno più del sottoscritto. Con te posso ancora sostenere un match giornalistico io e politico tu alla pari. Con Nugnes no. Lui è più giovane. E, come l'ho visto ieri sera, si sta impraticando terribilmente alla svelta del mestiere di sindaco. Anche la presidente del consiglio ieri sera dirigeva con mano sicura e piglio deciso.

Caro Enio, se questi continuano così per me non c'è partita (mi batterebbero in partenza), ma anche per te - dammi retta - non sarà facile sfangarla politicamente anche stavolta! E guarda che, politicamente parlando, dopo esser stato di sinistra ed averla politicamente tradita, di destra ed averla politicamente tradita, ora solo il centro resta attrattivo. Quindi occhio, Oh Enio. Ed in caso andiamo per pansè da pensionati tutti e due!

Oh Enio, ti saluto con simpatia, come direbbe Salvini.

Se quattromila euro vi sembran pochi... Ed io che volevo andare a raccoglier margherite!

ROSETO. Scrivo alle 19,02 del 18 febbraio 2022. Dopo aver ascoltato i preliminari del consiglio comunale in corso. Dico subito che l'intervento del sindaco, Mario Nugnes, seppur durato 14 minuti a fronte dei 30 circa delle comunicazioni consiliari, cioè troppo, è stato un intervento di buono stile: moderato, non supponente. Mi è piaciuto.

Spero e mi auguro che continui così. Perché, troppe volte, finora, ai miei occhi di osservatore, si è appalesata dalle parti dell'amministrazione Nugnes un'enorme supponenza; una retorica pazzesca; un abuso di parole incredibile. La sensazione è che i reggitori pro-tempore del Potere municipale si atteggino come Dei omerici discesi dall'olimpo ad illuminare la città, cui sia dunque dovuto il bacio della pantofola. Una sensazione sgradevolissima.

Senonché, purtroppo, prima del sindaco aveva parlato il consigliere Enio Pavone. Il quale ci è ricascato. Chi ha scritto della questione dello stipendio del sindaco – ha detto in sostanza – ha fatto brutte figure e non sa le cose. Caro consigliere, anzi caro Enio perché poi quando ci incontriamo per la città abbiamo ottimi rapporti; caro Enio, non va bene: “Chi ha scritto”, chi è? Io ho scritto sulle indennità per primo e lo riscriverei. Quindi fai nome e cognome e non ricominciare con le tue sparate.

Perché, caro Enio, sia benissimo con me, che siamo in una città dove ci sono cassintegrati a 600 euro al mese; ragazzi che faticano senza orario per 500 euro; giovani che se ne vanno all'estero per trovare lavoro; professori ed impiegati che insegnano o stanno in ufficio per 1500-1600 euro al mese; poliziotti che vanno in strada per paghe analoghe; medici che lavorano in corsia per 2 mila euro al mese e così via. Una città dove i parroci (e Nugnes, per assidua frequentazione di chiese, lo sa) parlano di povertà dal pulpito; dove c'è un volontariato istituzionale che assiste i poveri, eccetera. Ebbene, di fronte a tutto ciò, qui si ci dovrebbe cospargere il capo di cenere perché si è scritto di uno stipendio di 4 mila e rotti euro che è diminuito di 135 (diconsi centotrentacinque) euro rispetto ai predecessori? Ma vi sembra che 4 mila euro al mese siano una retribuzione da buttar via? Ma scherziamo? Ma scherzate? Ma vi rendete conto?

Ecco, ciò detto però, aggiungo un altra cosa. Una cosa politica. A voler scattare una fotografia dell'attuale situazione politico-amministrativa cittadina, infatti, sarebbe da puntar l'obiettivo sull'enorme aspettativa che l'esito elettorale dell'autunno scorso ha suscitato. Anche chi non ha votato Nugnes ed i suoi, ha fiducia in questi giovani amministratori; pensa che possano portare a casa qualcosa di buono.

Questa convinzione è diffusa. E le potenzialità che possa andare davvero così sono tante. Per di più, le condizioni sono favorevoli. C'è l'opportunità dei fondi europei e non solo. Se gli amministratori imbroccano due o tre filoni di progettazione promettenti, la possibilità che raggiungono il risultato è alta. Anche perché hanno a paragone le due precedenti esperienze amministrative, quella Pavone e quella Di Girolamo, entrambe deludenti.

C'è inoltre il fatto che l'attuale opposizione consiliare non pare per niente ben assortita politicamente, mentre le elezioni nazionali e regionali sono ancora lontane. Nel marzo dell'anno prossimo, infatti, è probabile che il maggior partito di sostegno del sindaco, “Azione” di Carlo Calenda, si attenda determinati risultati in città. Come è prevedibile che alle successive regionali altri risultati siano attesi ed auspicati. Ma, fino ad allora, tutte le vele sono spiegate in favore di una placida navigazione di Nugnes e compagni.

Ecco, per chiarezza con i lettori (anche se, a detta dell'entourage Nugnesiano qui di lettori non ve ne sono); per chiarezza anche con lui allora: da queste righe non avrà mai il bacio della pantofola. Se qualcosa di buono per la città arriverà, però, qui ne troverà sempre volentieri notizia. Se non altro perché chi scrive abita felicemente in questa città da 13 anni. Come cittadino, quindi, ha tutto l'interesse che la città in cui piace vivere e nella quale ha tantissime amiche ed amici, sia ben amministrata. Né troverà notizia almeno sino a che il suo autore, cioè io, avrà voglia di mettersi davanti ad uno schermo per scrivere. Voglia che cerco di scacciare con tutte le mie energie perché mi sono sinceramente stufato, essendo tra l'altro convintissimo che non ne vale assolutamente la pena, ma che non riesco (ancora), per mia debolezza, a scacciar via.

Per cui, carissime signore e carissimi signori, se mi “stuzzicate”, per dirla in dialetto, non fate altro che ritardare questo mio reale desiderio di occuparmi solo di margherite. E quindi vi assumete anche la responsabilità (politica) di influire negativamente sul mio stato di salute (scherzo, eh!). 

In attesa, vi auguro un buon week-end.

mercoledì 16 febbraio 2022

"Il mio mensile è di 4.140 euro"

ROSETO. Il sindaco, Mario Nugnes, ha dichiarato, con un suo comunicato di oggi, che percepirà 4.140 euro al mese. Una cifra non lontana da quanto “Controaliseo” aveva scritto nel post del 14 febbraio che potete leggere, se volete, scorrendo la pagina.

Se ne prende atto. Osservando che avrebbe potuto dirlo già venerdì 11 febbraio, quando la delibera è apparsa all'albo pretorio. Avrebbe evitato polemiche. E forse, si sarebbe risparmiato di ricorrere agli insulti, come invece ha fatto in una - a mio avviso improvvida - intervista all'emittente “Super J”.

Credo che a nessuno faccia piacere essere apostrofati da un sindaco con l'appellativo “pseudo”. E penso che codesta libertà di insulto non rientri nelle prerogative di un Primo Cittadino. Si spera, per il futuro, che anche i suoi scatenati fans social si astengano da commenti poco educati.

Le concessioni balneari a gara con qualche polemica politica

ROSETO. Il governo ha deciso: nel 2024 le concessioni balneari andranno all'asta. Le categorie interessate protestano. La politica, specie locale, si dichiara al loro fianco. Ma con accenti diversi. Francesco di Giuseppe (foto), consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Roseto, ad esempio, non crede che la solidarietà ai balneatori espressa dal vicesindaco, Angelo Marcone, sia efficace. Marcone - ricorda Di Giuseppe - ha un lontano passato grillino, poi civico di centro-destra, quindi approdato nella Giunta-Nugnes largamente sponsorizzata da "Azione" di Carlo Calenda. Proprio quell'Azione, cioè, che a livello nazionale non sarebbe contraria alle gare europee.

In questi giorni, comunque, sul lungomare rosetano cominciano ad intravedersi timidi lavori di manutenzione negli stabilimenti balneari. In attesa dell'estate e delle stupefacenti iniziative di promozione turistica promesse dalla nuova amministrazione municipale.

martedì 15 febbraio 2022

Lettera aperta alla dottoressa, avvocata Gabriella Recchiuti, presidente del consiglio comunale di Roseto

Lettera aperta alla dottoressa, avvocata Gabriella Recchiuti (foto a lato), presidente del consiglio comunale di Roseto, in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre

Gentile Dottoressa, ho saputo che il consiglio comunale di Roseto conferirà la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. La trovo un'ottima iniziativa. Una splendida scelta istituzionale.

Vorrei però invitarLa nell'occasione, qualora ne avesse la cortesia, ad una riflessione per parte della politica locale. Se vuole sul concetto di civiltà politica.

Ecco, è auspicabile ad esempio che la solenne circostanza faccia ponderare tra l'altro se sia stato opportuno, nei giorni scorsi, utilizzare certe frasi e certi toni da parte di chi ha ruoli istituzionali. Mi riferisco alla frase di Umberto Eco sul tema dell'imbecillità, da Lei postata su un suo profilo social.

Gentile dottoressa, mi permetto di ricordarLe – ma spero non ve ne sia bisogno – che quella frase non solo non può essere utilizzata in ambito politico, ma nemmeno si può dare sentore che di essa si faccia un uso politico e tan meno divenga, causa un commento da cui non ci si dissocia, in qualche modo indirizzabile.

Perché in tal guisa potrebbe indurre in chi legge la sensazione che sia riferibile a critiche o opinioni espresse, magari da lei non condivise. Le ricordo – ma Lei lo saprà – che Umberto Eco non definiva le critiche politiche delle imbecillità, altrimenti avrebbe dovuto applicare la definizione a sé medesimo, visto che lui stesso rivolgeva, e non lievi, critiche politiche. Alle critiche si risponde nel merito, se si hanno argomenti, non con allusioni letterarie che possono apparire fuori luogo.

È augurabile altresì, che la solenne ed alta espressione consiliare, possa far riflettere su quanto sia diventato disinvolto l'uso della parola “pseudo”. La usò contro un cittadino l'ex-sindaco Pavone in consiglio comunale nel 2012 e l'ha usata l'attuale sindaco Nugnes in una intervista nei giorni scorsi. “Pseudo”, significa falso, menzognero. Bene, allora si facciano nomi e cognomi, si dica chi è il falso e qual è la menzogna. Dando così la possibilità all'accusato di difendersi e provare il contrario. E se quel contrario venisse provato, assumersi le proprie responsabilità. E non parlo del piano giudiziario, che non è l'interesse della presente, ma del versante della moralità politica.

Ecco, la Cittadinanza onoraria alla senatrice Segre è un atto di grande civiltà. E le fa onore averlo sollecitato e promosso. Ma quando noi si da spazio agli alti principi; quando si declamano frasi solenni, poi bisogna essere conseguenti nella politica di tutti i giorni. Non può essere l'apparenza di un mattino. Non può essere una foto-opportunity. Esso è un atto impegnativo. Onorarlo significa non ricadere il giorno appresso nelle beghe da cortile. Bisogna esserne all'altezza e coerenti nell'attività politica quotidiana. Altrimenti non è che si va ad insultare qualcuno, che è il meno e non conta nulla per quanto mi riguarda; ma si contraddice il principio stesso dell'agire politico, che è ben peggio.

Le rinnovo un augurio ed un saluto sincero, esprimendole ancora vivo apprezzamento per la scelta consiliare.

UGO CENTI

lunedì 14 febbraio 2022

Sorpresa: lo stipendio (del sindaco) aumentando rimane stabile

ROSETO. Mi riferiscono che il sindaco, Mario Nugnes, ha rilasciato un'intervista all'emittente “Super J”, nella quale ha assicurato che farà vedere la famosa busta paga del suo stipendio. Tra l'altro, saputo dell'intervista, ho chiamato il sindaco a telefono. È stata una cordialissima ed amichevole telefonata, conclusa con la promessa reciproca di pagare un caffè. A questo punto, quindi, per quanto mi riguarda, la questione appare abbastanza chiara e direi chiusa. Credo di poter provare a raccontarla nel modo seguente perché, a mio parere, l'argomento costituisce notizia di pubblico interesse, quindi giornalisticamente trattabile.

Dunque, se capisco bene, le cose dovrebbero essere andate così. Trovandosi l'amministrazione civica ad applicare l'aumento di stipendio concesso dal governo Draghi, devono essersi accorti che di fatto, al Comune di Roseto, è come se quell'aumento ci fosse sempre stato. Lo stipendio dei predecessori di Nugnes, sia Pavone che Di Girolamo, viaggiava infatti già sui 4.275 euro al mese, addirittura di poco superiore a quanto risultante dall'aumento Draghi.

A quel punto, siccome la norma Draghi dice che il massimo possibile è pari al 30 per cento dello stipendio del presidente della Regione, (13.800 per 30% uguale 4.140 euro), l'asticella addirittura si abbassava. Anche sommando il 5 per cento in più, premio da sempre applicato a Roseto per via dei suoi floridi bilanci, si arriva a 4.347 euro al mese, che, si ci può scommettere, sarà più o meno la cifra che risulterà dalla busta paga del sindaco quando la pubblicherà.

Stando così i conti, cosa avrebbero potuto fare gli amministratori attuali? Avrebbero potuto riportare lo stipendio ai 3.460 euro mensili che sarebbero stati quelli reali applicabili al 2021 e poi spalmare l'aumento “Draghi” in tre anni. Così il bilancio pubblico ci avrebbe guadagnato qualcosa, ma loro ci avrebbero rimesso rispetto al pregresso. Hanno quindi applicato l'aumento tutto d'un colpo e si sono riportati quasi alla pari con quello che c'era prima. Insomma, un giro praticamente inutile.

Questo è quello che dovrebbe esser successo a quanto se ne può sapere oggi. Ne è nato un caso? Non lo so. Ma, ad ogni buon conto, se un caso fosse nato sarebbe perché questa spiegazione non è stata data subito. Secondo il mio modesto parere, bastava spiegare la vicenda nei tempi giusti. Invece, appena la notizia è stata pubblicata (credo per primo qui) hanno cominciato ad arricciare il naso; a far commenti poco commendevoli sui social; a coniar neologismi (tipo “Sedi100i”) simpatici ai miei occhi (lo userei quasi come nom de plume se l'autrice mi concedesse il copyright) e via mal discorrendo.

Insomma, un'atteggiamento inutilmente supponente. Anche perché, per quanto mi riguarda, io non debbo far politica. Cosa può interessarmi del Nugnes politico o chiunque altro a livello politico? È il sindaco. È stato votato dalla maggioranza relativa dei rosetani. È anche il mio sindaco. È capitato una volta lo scorso anno, quando non era ancora sindaco, di aver preso un caffè in un bar sul lungomare. Se capita ancora lo riprendo volentieri. Se attaccate me, che tra parentesi – come garantite voi – non ho nemmeno un lettore (e può darsi), io non ci rimetto nulla e voi non ci guadagnate niente.

Per cui attenzione, perché in questo caso – se posso permettermi – nonostante i vostri grandiosi mezzi, l'errore di comuncazione lo avete fatto voi. Ecco, sia detto con simpatia, sollevate ogni tanto dalla fatica i vostri polpastrelli social e concedetevi una sana pausa caffé: sono altre le cose che contano nella vita. 

Au revoir!

venerdì 11 febbraio 2022

"Fiumi di parole". E ci premiamo da noi!


ROSETO. Il centro del riuso? Stiamo cercando di spostarlo. (Quindi Pavone non aveva ragione quando diceva che lo poteva spostare solo il Tar?)

Il lavori idraulici previsti dal Ruzzo? Presto in opera. (Se non c'eravamo noi forse non si sarebbero fatti ugualmente?)

Il popolo della notte? Problema preso di petto. Abbiamo persino convocato i genitori in piazza allo scoccar delle 24. (Anzi no, sembrava più una passeggiata notturna degli amministratori, conclusa con qualche intermezzo imprevisto ed un post che si chiudeva a sua volta dicendo: ok, ma le attività devono pur lavorare...)

Non so perché, ma la lettura dei lunghissimi comunicati del sindaco, Mario Nugnes, più che la canzone di Jalisse, “Fiumi di parole”, vincitrice al festival di Sanremo del 1997, ricordano una splendida parodia di Crozza sul governatore campano De Luca. Si potrebbe reinterpretare da qualche bravo attore magari rosetano, in questo modo: “L'acqua calda a Roseto? L'abbiamo portata noi, prima non c'era. E nemmeno la luce elettrica. Anzi no: quella l'aveva messa Tacchetti, ma vabbé fa lo stesso! O meglio, prima di Noi a Roseto c'era il vuoto; era come una scatoletta di tonno senza... tonni! O megliessimo, prima di Noi Roseto manco c'era! Roseto l'abbiamo inventato Noi iiii iiii!”

(voce fuori campo: bravi... bravi... bravi...); (gobbo per il pubblico in sala: applausi stile... parlamento!)

C'è una cosa, però, sulla quale (fino a quando questa noticella vede il video del mio computer almeno), il fiume di parole ancora non si alza: l'aumento di stipendio per il sindaco, il suo vice e gli assessori. La legge, regalata dal Governo dei Migliori Nazionali, prevede un 30 per cento in più, da dividersi in tre anni o da prendere all'impronta. Contando a spanne, lo stipendio del sindaco passerebbe da circa 3 mila a poco più di 4 mila euro al mese. Lui poteva prendersi circa 450 euro in più quest'anno, quasi 700 euro in più il prossim anno e tutto l'aumento tra due anni. Oppure poteva scegliere di prendere l'aumento tutto e subito.

Indovinate cosa ha scelto? Non ve lo dico. Aspettate i suoi eventuali Fiumi di parole... E preparatevi all'applauso per l'anticipo dello stipendio maggiorato, ca va sans dir!

sabato 5 febbraio 2022

I primi 100 giorni di Re-Nugnes-Primo da Roseto

foto d'epoca
ROSETO. Premessa: quel che fa o non fa un sindaco, alla maggioranza delle persone, giustamente, non importa nulla. Lo hanno votato, per cinque anni sta lì, dopo valuteranno. Caso mai, specie in città piccole, conta se il sindaco, o l'assessore, o il consigliere ti risolve qualche problema personale – legittimo s'intende – caso mai lo avessi. E questo non solo è giusto, ma giustissimo: anch'io farei così se – speriamo di no – dovessi averne. Ci sono poi altre categoria di persone: addetti ai lavori della politica, osservatori, eccetera. Coloro, cioè, che devono far caso per doveri d'ufficio o perché non han di meglio di ammazzare qualche ora libera (chi scrive fa parte di quest'ultima minoranza delle minoranze), che invece se ne occupano.

Ciò detto, come appaiono ai miei occhi i primi tre mesi di amministrazione cittadina guidata dal sindaco Mario Nugnes? Non saprei. Mi dicono che il sindaco giri dei video-social quasi quotidiani. Video che vedono lui stesso protagonista. Per fortuna, non essendo nativo digitale, queste che m'apparirebbero delle social-prediche, quasi un simil culto della personalità (politica) di stampo sovietico, me le risparmio volentieri. Anche perché ricordo un mio vecchio professore delle scuole medie (a proposito, la foto che vedete è di quell'epoca, l'ho presa in prestito da un amico: Massimo Alesii), ci ammoniva spesso: ragazzi non vi lodate, dice un motto: chi si loda si sbroda. Parliamo è chiaro di citazione “storica” non riferita all'attualità.

Un punto sul quale mi pare ci si concentri poco sono invece le potenziali sovrapposizioni d'interessi. In alcuni casi questo dato non solo è oggettivo, ma addirittura documentale. Sia il sindaco che l'assessora Mastrilli, ad esempio, prima di assumere incarichi politici esecutivi, erano impegnatissimi in realtà associative cittadine. Nel primo caso tali realtà intrattenevano già rapporti con il Comune. Nel secondo li hanno avuti dopo. In particolare, il Comune incaricava o incarica queste associazioni di svolgere dei servizi per i quali percepiscono dei corrispettivi di natura pubblica. Non c'è niente di male in ciò, chiaramente, ma il fatto costituisce – a parere di queste righe – una notizia cui l'opinione pubblica – se vuole – ha diritto ad essere informata.

Altro timore è l'urbanistica. È possibile che la cementificazione di tutto quel che resta da cementificare possa fare passi avanti. Il che – anche qui – fa in genere guadagnare voti e consensi.

Anche l'opposizione, tuttavia, ha i suoi problemi. Dei consiglieri all'opposizione quasi nessuno appare seriamente vincente per il prossimo giro. E dico quasi perché tenderei ad escludere Francesco di Giuseppe, anche se gioco forza essendo molto di partito (Fratelli d'Italia) è tutto da vedere: dipende anche dal quadro nazionale e regionale. Quindi, capita alla minoranza che a far opposizione sono i consiglieri eletti, ma, se vogliono avere qualche chance futura dovrebbero agire pensando già ad una squadra ed un/una leader fuori dall'attuale consiglio. E naturalmente non sarà facile, ammesso che vogliano farlo e non desiderino insistere all'infinito con chi ha già mancato l'obiettivo. Del resto, il centro-destra ha già buttato alle ortiche persino la possibilità di competere con qualche speranza di successo nel 2021, potrebbe benissimo ripetere il colpo nel lontassimo, quasi a distanza siderale 2026. Per non dire del Pd e del centro-sinistra ufficiale, praticamente cannibalizzato da Nugnes-Sottanelli.

Ecco, cento giorni sono troppi e troppo pochi. Ma se il buongiorno si vede dal mattino... come dire?

P.s.: messaggio alle/ai fans di Nugnes. Se vi fa piacere, imitando il mitico governatore campano, Vincenzo De Luca, anch'io posso giurare che quella Nugnes è senz'altro la migliore amministazione civica del cosmo terracqueo e – sempre copiando De Luca versus Draghi – che ho visto Nugnes camminare sulle acque del Vomano! Se vi fa piacere, non problem, dirlo non costa!

La parità di genere è fatto sociale

CHIETI. Un'interessante prospettiva sugli studi di genere è stata offerta dal filoso Lorenzo Gasbarrini durante un incontro promosso dal...