Lettera aperta alla dottoressa, avvocata Gabriella Recchiuti (foto a lato), presidente del consiglio comunale di Roseto, in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre
Gentile Dottoressa, ho saputo che il consiglio comunale di Roseto conferirà la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. La trovo un'ottima iniziativa. Una splendida scelta istituzionale.
Vorrei però invitarLa nell'occasione, qualora ne avesse la cortesia, ad una riflessione per parte della politica locale. Se vuole sul concetto di civiltà politica.
Ecco, è auspicabile ad esempio che la solenne circostanza faccia ponderare tra l'altro se sia stato opportuno, nei giorni scorsi, utilizzare certe frasi e certi toni da parte di chi ha ruoli istituzionali. Mi riferisco alla frase di Umberto Eco sul tema dell'imbecillità, da Lei postata su un suo profilo social.
Gentile dottoressa, mi permetto di ricordarLe – ma spero non ve ne sia bisogno – che quella frase non solo non può essere utilizzata in ambito politico, ma nemmeno si può dare sentore che di essa si faccia un uso politico e tan meno divenga, causa un commento da cui non ci si dissocia, in qualche modo indirizzabile.
Perché in tal guisa potrebbe indurre in chi legge la sensazione che sia riferibile a critiche o opinioni espresse, magari da lei non condivise. Le ricordo – ma Lei lo saprà – che Umberto Eco non definiva le critiche politiche delle imbecillità, altrimenti avrebbe dovuto applicare la definizione a sé medesimo, visto che lui stesso rivolgeva, e non lievi, critiche politiche. Alle critiche si risponde nel merito, se si hanno argomenti, non con allusioni letterarie che possono apparire fuori luogo.
È augurabile altresì, che la solenne ed alta espressione consiliare, possa far riflettere su quanto sia diventato disinvolto l'uso della parola “pseudo”. La usò contro un cittadino l'ex-sindaco Pavone in consiglio comunale nel 2012 e l'ha usata l'attuale sindaco Nugnes in una intervista nei giorni scorsi. “Pseudo”, significa falso, menzognero. Bene, allora si facciano nomi e cognomi, si dica chi è il falso e qual è la menzogna. Dando così la possibilità all'accusato di difendersi e provare il contrario. E se quel contrario venisse provato, assumersi le proprie responsabilità. E non parlo del piano giudiziario, che non è l'interesse della presente, ma del versante della moralità politica.
Ecco, la Cittadinanza onoraria alla senatrice Segre è un atto di grande civiltà. E le fa onore averlo sollecitato e promosso. Ma quando noi si da spazio agli alti principi; quando si declamano frasi solenni, poi bisogna essere conseguenti nella politica di tutti i giorni. Non può essere l'apparenza di un mattino. Non può essere una foto-opportunity. Esso è un atto impegnativo. Onorarlo significa non ricadere il giorno appresso nelle beghe da cortile. Bisogna esserne all'altezza e coerenti nell'attività politica quotidiana. Altrimenti non è che si va ad insultare qualcuno, che è il meno e non conta nulla per quanto mi riguarda; ma si contraddice il principio stesso dell'agire politico, che è ben peggio.
Le rinnovo un augurio ed un saluto sincero, esprimendole ancora vivo apprezzamento per la scelta consiliare.
UGO CENTI
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