sabato 17 aprile 2021

Ma Speranza a casa non sta

TERAMO. Ma davvero? Ma ho letto bene? Il ministro Speranza, quello dei lockdown sempiterni, viene a Teramo nei prossimi giorni? Cioè, fatemi capire, varca i confini del suo comune, i limiti della sua provincia, i cantoni della sua regione, che poi dir oggi regione è come pronunciare confine di Stato, ed a noi? A noi ci dice da più di un anno state a casa, state a casa, state a casa?

Ma già, Lui – assicurano i benpensanti – gira per lavoro. Un momento, posto che il far politica sia un lavoro e non un servizio, era proprio necessaria la sua presenza in... presenza a Teramo? Non si sarebbe svolta lo stesso quell'iniziativa pubblica senza di lui? Non poteva inaugurare in remoto, come pretende da molti di noi?

Certo, formalmente la sua divenuta è legittima. Moralmente e politicamente è però discutibile. Per un politico che è riuscito a trasformare una necessità sanitaria nella nuova ideologia della sinistra; per un uomo di governo che pare integrare il Sol dell'Avvenire in qualcosa che i novelli “proletari” devono osservare solo dietro una finestra, magari dotata di sbarre antintrusione qualora il proletario in questione non vivesse casualmente in un'attico; per un ministro del "chiusurismo" ad oltranza insomma, sarebbe d'uopo dare l'esempio e non muoversi lui da casa. Almeno darebbe un senso ad un post-comunismo che al posto della falce e del martello pare aver sostituito un divano, sempre meglio che peggio, va da sé.

Si spera allora – anzi, si è sicuri non lo farà – almeno si astenga dal gustare qualche caffé al banco. Sarebbe una imperdonabile disparità di trattamento. Oltre che un pericolo, come scienza dixit. Mi raccomando, Onorevole-Deputato-Ministro-Eccellenza Speranza, se proprio non può farne a meno, caffé da asporto e pranzo al sacco, consumati a prestabilito distanziamento. Come tutti gli altri, per gentilezza.

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