giovedì 25 febbraio 2021

Torre Cerrano: la questione è politica

PINETO. Grandi benvenuto a mezzo stampa per Fabiano Aretusi, nuovo presidente del Cda parco marino “Torre del Cerrano”, designato dal Comune di Pineto. Il consulente aziendale in materie finanziarie nonché operatore turistico, Aretusi, per la verità non è nuovo ad esperienze proprio nel cda del Cerrano stesso.

Ma non è questo il punto. Semmai la vicenda è latamente politica. Va accennato infatti, che un tempo il consiglio d'amministrazione della Riserva marina Torre Cerrano era a sei: due consiglieri ciascuno per i comuni di Silvi e Pineto ed uno a testa per Provincia e Regione. Poi la Provincia, durante la presidenza Catarra se non erro, uscì, ed il Cda rimase a cinque. Tale e quale ad oggi, anche se la Provincia nel frattempo è rientrata. Difatti l'ente di via Milli siede nell'Assemblea del Parco, che è poi l'organismo composto dai sindaci di Pineto e Silvi, più il rappresentante di Provincia e Regione, che elegge il cda stesso.

Perché se ne dice? Perché la nomina in questione è stata ottenuta dal sindaco di Pineto, Robert Verrocchio, dopo una battaglia legale. Per statuto, infatti, la presidenza spetta ad alterni mandati a Silvi e Pineto. Tuttavia, siccome la vicenda ha assunto anche una percezione politica, non si può sottacere che il comune di Pineto, l'unico oggi retto da un'amministrazione di centro-sinistra, nonostante la vittoria al Tribunale amministrativo (Tar), resta politicamente in minoranza sia dentro il Cda che in sede di Assemblea, visto il diverso colore politico degli altri enti rappresentati.

E si, perchè l'ambiente, i parchi, sono eccome una questione anche politica. Dove contano le forze in campo e dove hanno, di fatto, una voce rilevante anche le varie anime ambientaliste. Le alte stanze proprio del Cerrano, tanto per dire, hanno visto storicamente la presenza di alcuni esponenti del mondo ambientalista.

Ecco allora che la questione, politicamente, è un po' più complessa del “benvenuto” ad altoparlanti spiegati, che forse segna solo un passaggio di una storia dove i confini tra politica ed ambiente si confondono un pò. Vogliamo chiamarla transizione ecologica? Oggi va di moda.

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