L'ultima notizia viene da un piccolo Comune dell'entroterra teramano, Arsita. Si parla anche di un ponte pericolante. C'è preoccupazione per la riapertura delle scuole, semmai (semmai lo aggiungo io) dovessero riaprire le scuole. Eppure, non erano i lavori pubblici che dovevano trainare la ripresa?
C'è stato un periodo, tanti anni fa, in cui l'Abruzzo interno era diventato “terra
di strade”. I politici dell'epoca, i Gaspari ed i Natali
(pluriministri e pluripotenziari della Dc degli '70 – '80 del Novecento)
facevano a gara a chi poteva fare più strade. Politica clientelare,
certo; ma anche tentativo di rilancio di terre per decenni marginali. Tentativo di riscatto sociale, per una politica che dal territorio, dal sociale, veniva.
Ora quel tempo –
come ovvio – è passato. Ma ad esso non si è sostituito niente, se non il vuoto riempito dal nulla. Anzi, dalla storiella del mondo migliore: ma come suona bene! Sembra scritta apposta! Certo, non per tutti, s'intende!
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