sabato 29 agosto 2020

En attendon l'automme, c'è chi può rifiutarsi di tornare al lavoro e chi ha dovuto faticare tutta l'estate. E' solo grazie a loro che la crisi finora ci ha graziato

Traguardata dal pelo dell'acqua la crisi del “Pil” non si vede.

Forse è nascosta dietro i banconi dei piccoli bar, solcati in lungo e largo, a mò di pendolo, da turisti dal nordico accento (spesso rigorosamente senza mascherina), salivanti a 360 gradi davanti agli occhi imbarazzati di povere commesse (spesso rigorosamente con la mascherina) costrette a subirli.

Si è mascherata, la crisi del Pil, dietro le file d'auto, moto e bici, che hanno reso infernale il traffico delle riviere.

Si è appollaiata, la crisi, sotto la sabbia di spiagge che tanto affollate non si vedeno così da decenni.

Si dice tornerà presto a trovarci, la Signora Crisi. In autunno, magari insieme ad un sempre probabilissimo nuovo lockdown. Per il momento e per fortuna, non s'è fatta vedere.

La politica italiana, intanto, si è divisa tra chi ha rincorso il lockdown cercando in esso una rivergination ideologica bella e perduta (in particolare certa sinistra e certo cattolicesimo militante) e chi ha tentato di cavalcare una movida da ricconi sfacciata e spocchiosa (in particolare certa destra, ma non tutta).

Nel frattempo, su autorevolissimi giornali si è letto che moltissimi professori farebbero una grande resistenza a tornare in classe, mentre la sindacalizzazione esasperata sta facendo avvertire tutto il suo peso nelle decisioni governative. Così che financo una indifendibile ministra Azzolina ne potrebbe sortire (ed in parte certamente ne sortirà) quale vittima sacrificale.

Questa mattina, ascoltando in macchina la rassegna stampa, ad un certo punto ho sentito un commento. Per chi non vuole tornare a scuola o in ufficio, perché ha paura del contagio (e se lo può permettere grazie alle garanzie di quello che volgarmente viene definito “il posto fisso”), esistono delle ottime mascherine protettive capaci di salvare anche sé stessi oltre che gli altri. Si possono facilmente trovare in farmacia ed anche su internet.

giovedì 27 agosto 2020

La lotta di classe ai tempi del Covid

Ogni mattina che si incontrano è una lotta (di classe?) tra la signora bionda che viene dai Paesi dell'Est ed il tizio di colore che arriva dai Paesi del Sud. Lei lavora per una ditta di pulizie, lui per una di distribuzione dei volantini. Lui infila i volantini in quantità industriale nelle buche delle lettere, lei li deve togliere prima che volino via in tutto il cortile. “Finiscila di buttare questi cosi ogni momento... io non faccio la tua schiava” - dice lei ad un lui che borbotta in una lingua incomprensibile e naturalmente continua a lasciare volantini. Qualche mattina finirà a botte, visto le irriducibili ragioni di entrambi.

Intanto, mentre i due lavorano (veramente è lei che lavora, lui semplicemente mette i volantini) in un futuro vicino potrebbe capitare che per strada passi il riccone di turno che parcheggia il monopattino elettrico dove capita, tanto fa “fico” andare a fare la spesa con il mezzo “ecologico” piuttosto che il “Suv” ibrido da 70 mila euro magari lasciato in garage. E, sta a vedere, che il riccone parteggi anche per certo ambientalismo di sinistra-sinistra che sembra aver sostituito la falce e il martello con il monopattino e la bici elettrica.

Ma non è che la nuova conquista sociale dei lavoratori, secondo la nuova ideologia ambientalistica, consista nel monopattino? Così, anche i “ricchi pedalerebbero”? Anche se, a pedalare davvero, finirà per essere solo quella povera signora dell'Est che, per qualche spicciolo, deve spazzare i residui di questa società post-covid che tanto piace a quelli che hanno la pancia piena!


venerdì 21 agosto 2020

Un progetto culturale per Roseto


ROSETO. Un bel progetto culturale. Frutto della passione di una vita: quella per la storia e quella per Roseto. E dal “matrimonio” della Storia e di Roseto s'intende far nascere una raccolta, un archivio, un patrimonio d'immagini e filmati, che testimoniano il “Com'era” ed il “Com'è” Roseto.

Ne hanno parlato, in una piacevole conversazione ai tavolinetti dell'Hotel Liberty, Erides e William Di Marco (foto in alto), che poi sono padre e figlia. Ma sono, soprattutto, rappresentanti di una associazione, la “Cerchi Concentrici Promoter”, che questa idea intende sviluppare. Raccogliendo materiale storico, che poi sarà vagliato ed inserito nel contesto. Nel contesto, appunto, della storia di Roseto, del suo essere comunità, nel suo divenire “polo” della vallata del Vomano, che qui ha lo sbocco sull'Adriatico.

Avendo alle spalle, questo progetto, anni di lavoro e, non ultime, le tre serate appena concluse nello spazio sul retro della Villa Comunale. Serate in cui il film sulla storia della Città, che l'associazione ha donato al Comune, ha riscosso tanti messaggi e tutte le presenze che la contingenza del momento consentiva. Così, William ed Erides, infilano una carrellata di nomi e date significative per Roseto, come quelli di Serafino De Angelis, Vincenzo D'Angelo, Eramnno Romualdi. Con sullo sfondo, aleggiante, quel Mario Giunco che è tuttora l'anima di una certa “vocazione” culturale rosetana.

E qui, in questo progetto del passato e del futuro, che magari potrà arricchirsi anche di un cofanetto da donare a scuole e famiglie, si ritrovano i fili di quella che è “anche” una idea di città. Una idea dove la storia non è “noia” scolastica, ma si fa concretezza anche economica. Perché una città che acquista una sua precisa identità funziona meglio anche a livello turistico.

Ho lasciato così come il professor William ha fatto fotografare i suoi appunti. Li vedete nelle foto piccole. Quel che non si può vedere è il clima. Che le mie parole non riescono a restituire. Provo a riassumere: il clima di una Roseto che c'è anche se non si vede. Di una Roseto che ha un qualcosa di magico al di là del velo della quotidianità. Un qualcosa che – non so se a ragione – mi sembrò di respirare già nel 2010, in una indimenticabile serata di maggio alla Villa Comunale, durante una manifestazione per i 150 anni condotta da Mirella Lelli. È un qualcosa che si avverte, ma non si riesce a descrivere bene con le parole: è impalpabile: come un ché di amore, naturalmente in senso lato assai

Ecco, ho come percepito – ovviamente posso sbagliare – nell'idea di questo progetto della Cerchi Concentrici, un “qualcosa” di quel... “qualcosa” (il gioco di parole è voluto). Vedremo, le premesse non mancano

mercoledì 19 agosto 2020

Roseto è piena di gente

ROSETO. L'assessore Carmelita Bruscia mi ha fregato uno “scoop” (scoop si fa per dire!). I dati sul boom di turisti a Roseto su cui lei oggi ha fatto un comunicato, li avevo da ieri, grazie ad un amico che me li aveva inviati. E stavo per scriverci un post, tanto è vero che questa mattina ne ho parlato anche con una cara amica.

Volevo dire – ma lo dico ora – che non servivano i dati di Booking.com per capire che Roseto è piena di turisti. Basta uscire per strada: non si cammina; non c'è un buco per lasciare la macchina; le bici sulla Nazionale a momenti ti travolgono per quante ne sono (non parliamo dei monopattini). Le file davanti ai negozi, a certe ore, sono chilometriche. Mi chiedevo tra me e me: ma 'sto calo di Pil, dove sta? 

Certo, quel che dice l'assessora è vero, ma ammette un corollario: uno potrebbe dire, infatti, che malgrado il Comune abbia fatto poco o niente, i turisti sono venuti lo stesso. Anche perché, sono convinto, non c'entra assolutamente niente quello che fanno o non fanno i Comuni con il turismo: la gente viene e basta, senza pensare ai cartelloni estivi degli assessorati al turismo.

Naturalmente, al contrario, l'assessora Bruscia sostiene di aver fatto. E polemizza anche un po' con l'opposizione. Ma questo è il gioco della politica, seppur locale. La sostanza è che Roseto è piena di gente e questo, per le attività economiche, è senz'altro un bene.

P.s.: ah, volevo dire da tempo e non trovavo la palla al balzo: l'assessora Carmelita Bruscia, secondo me, d'impegno ce ne mette tanto. Quanto ai risultati, bhé, su questo mi astengo perché vorrei continuare a prendere il caffé con l'assessora quando la incontro. E devo dire che è un caffé sempre con molta simpatia!

lunedì 17 agosto 2020

Il Comune pubblica oltre 50 delibere. Tutte con la data di oggi. Molte sono di spesa: anticipo per la pista ciclabile su viale Europa; scuole; spiagge; spettacoli nel retro-Villa

ROSETO. Pausa ferragostana ricca di spese da parte del Comune. Lo testimoniano le circa 50 delibere pubblicate tutte insieme con data di oggi. A partire dai 160 mila euro circa per la cosiddetta sicurezza-convid delle spiagge libere. I quali saranno destinati soprattutto agli oneri per i vigili urbani stagionali (48 mila euro circa), alla vigilanza privata (27 mila euro), all'acquisto di mezzi per la sorveglianza (20 mila euro circa), al sistema di telecamere (15 mila euro), alla pulizia delle spiagge (25 mila euro) ed alla campagna pubblicitaria dedicata (12 mila euro).

Un altro settore delle spese ferragostane, riguarda poi gli spettacoli nel retro della villa comunale. Qui si registra una spesa di 12.200 euro per la proiezione di film, affidata alla “Cinemusica Nova” di Teramo; un importo di 2.920 euro per due spettacoli per bambini commissionati all'associazione “F.A.T.A.” di Roseto, ed un corrispettivo di 2.537 euro per la redazione del “piano della sicurezza”, affidato all'ingegner Patrizio Minnucci, dello studio “SAP” di Roseto.

Su diverso versante, va segnalata la notizia che la ditta aggiudicataria dell'appalto per la costruzione della pista ciclabile che si inerpica su viale Europa, dal mare verso Voltarrosto, ha chiesto ed ottenuto un anticipo del 20 per cento sul prezzo pattuito per l'esecuzione dei lavori.

Infine, va detto del costo, 15.157 euro, per il progetto, affidato alla associazione professionale “Ediltecinnova” di Roseto, degli interventi di adeguamento delle scuole in vista della riapertura. In pratica, si tratta dell'aumento degli spazi con tramezzature eccetera, per fronteggiare l'emergenza sanitaria in corso. I 15 mila euro sono stati tratti dal fondo di 110 mila euro messo a disposizione dallo Stato per tali incombenze. 

domenica 16 agosto 2020

“Un bollettino giornaliero per le morti da cancro”. Sono 4 milioni gli italiani che hanno il cancro

PESCARA. Si è tenuta al porto turistico di Pescara una iniziativa della “Lilt Abruzzo”, che è la Lega italiana per la lotta ai tumori. L'obiettivo è richiamare l'attenzione della politica e dell'opinione pubblica sulla necessità di far ripartire in pieno l'attività di prevenzione dei tumori. I quali, e bene ricordarlo, fanno purtroppo circa 500 morti al giorno. A tal proposito, il presidente nazionale della Lilt, il dottor Francesco Schittulli, ha lanciato una provocazione positiva: istituire il bollettino quotidiano dei morti per cancro come avvenuto per il covid.

Sono numeri terribili, infatti, quelli dei tumori. Che si teme possano crescere a causa del blocco degli screening durante il lokdown. Prima dello stop, infatti, in Italia venivano individuati circa mille casi di tumori al giorno. Sui quali la diagnosi precoce è essenziale. La Lilt stima per il 2020 circa 4 milioni gli italiani alle prese con il cancro. Ma essi, purtroppo, oggi non fanno alcuna notizia.

Durante l'incontro pescarese, si è posto molto l'accento sulla medicina territoriale e sulla necessità di portare a livello ambulatoriale le visite specialistiche, in modo da evitare il collo di bottiglia degli ospedali rallentati dal covid. “Il lokdown purtroppo non blocca il cancro. Lavorando in ospedale – ha detto il dottor Marino Nardi, responsabile abruzzese della Lilt – stiamo assistendo alla scoperta di tumori già in fase avanzata”. Purtroppo, bisognerebbe aggiungere.

venerdì 14 agosto 2020

Io non voto

Ammesso e assai poco concesso, che a settembre ci facciano votare il referendum sul taglio dei parlamentari, l'unica vittoria prevedibile è quella dell'astensionismo. Io stesso non andrò a votare.

Vedete, a qualche centinaio di metri da spiagge piene come un uovo per ferragosto, c'è una fabbrica che vuol chiudere i battenti: la Betafence di Tortoreto. Età media degli operari, sui 48 anni. Alcuni con oltre vent'anni di servizio. Scarsissime possibilità di ritrovare un lavoro qualificato in caso di chiusura. Fabbrica non in crisi, ma che delocalizza per convenienza, hanno ripetuto gli operai di fronte alle telecamere di “L'Aria che tira”, trasmissione de La7 che è venuta ad intervistarli.

Ecco, succede in un Paese che forse verrà richiuso dentro casa quanto prima per colpa di questo maledetto virus. Magari con militari armati di mitra agli angoli delle strade a perquisire le borse della spesa per vedere se hai comprato da mangiare per almeno una settimana. E certissimo dovendo sopportare sindaci protagonisti affacciarsi su Facebook ogni giorno con occhi fuori dalle orbite che strillano: tutti a casa.

Quegli operai a casa rischiano di rimanerci davvero, ma non per il virus, piuttosto per crudeli politiche aziendali. Loro non possono nemmeno godersi questa strana estate, sospesa come gentile permesso tra un lockdown scontato ed un altro probabile. Tra tanti turisti prepotenti che imperversano “smascherati” e studenti e professori che attendono (ma l'attendono davvero?) una riapertura delle scuole su cui l'autore di queste note si consente un qualche ragionevole dubbio.

Ecco, questo è il Paese che, forse, va al voto a settembre per un referendum che, di fatto, non serve a nulla. Se non agli equilibri politici interni di un governo che non ha alternative.

martedì 11 agosto 2020

Com'era la storiella del mondo migliore?

TERAMO. Dunque, per capire: ma non s'era detto che il mondo del dopo(virus) sarebbe stato migliore? Che i quattrini sarebbero piovuti dall'Europa che manco con l'ombrello li avremmo raccolti? Ed allora com'è che alla Asl di Roseto – segnalano alcuni utenti su Facebook – l'ascensore che pur dovrebbe servire i disabili, sembra rotto da giorni? Com'è che, nelle zone interne, le strade – lamentano alcuni sindaci – fanno pietà ed i fondi per ripararle pare addirittura siano stati rimandati a tempi migliori?

L'ultima notizia viene da un piccolo Comune dell'entroterra teramano, Arsita. Si parla anche di un ponte pericolante. C'è preoccupazione per la riapertura delle scuole, semmai (semmai lo aggiungo io) dovessero riaprire le scuole. Eppure, non erano i lavori pubblici che dovevano trainare la ripresa?

C'è stato un periodo, tanti anni fa, in cui l'Abruzzo interno era diventato “terra di strade”. I politici dell'epoca, i Gaspari ed i Natali (pluriministri e pluripotenziari della Dc degli '70 – '80 del Novecento) facevano a gara a chi poteva fare più strade. Politica clientelare, certo; ma anche tentativo di rilancio di terre per decenni marginali. Tentativo di riscatto sociale, per una politica che dal territorio, dal sociale, veniva.

Ora quel tempo – come ovvio – è passato. Ma ad esso non si è sostituito niente, se non il vuoto riempito dal nulla. Anzi, dalla storiella del mondo migliore: ma come suona bene! Sembra scritta apposta! Certo, non per tutti, s'intende!

sabato 8 agosto 2020

Festa popolare ovvero, la storia di un amore

ROSETO. Dal 1976 al 2017, immancabilmente in agosto, all'Arena Quattro Palme di Roseto, si teneva la “Festa popolare”. Era la manifestazione estiva di Pio Rapagnà, un politico sui generis che ha segnato in qualche modo la vicenda pubblica rosetana (ed in parte abruzzese) per tanti anni. La Festa era come la politica di Pio: un po' molto originale ed un po' tanto tradizionale. S'incrociavano varie tendenze, non ultima quella cattolico-popolare, nel modo “radicale” di fare politica di Pio Rapagnà: una espressione davvero unica del fare “attività” politica soprattutto nell'ultima parte del secolo scorso. Che si riflettevano, soprattutto sul versante dei canti popolari, nella sua “Festa”.

Ebbene, una edizione speciale di quella Festa si rivivrà questa sera non lontano della mitica Arena rosetana. In pratica di fronte, nello spazio del retro di quella che all'epoca era la Villa Comunale. L'ha voluta fortemente Giovanna Forti (notate: fortemente.... Forti) che di Pio è stata la compagna di una vita. Immagino un sottofondo doloroso in questo lavoro per la memoria di Giovanna. Per carità, è una mia sensazione, della quale mi scuso con i lettori e con gli interessati. Ma, per come conosco Giovanna, penso di poter immaginare il senso di assenza che lei vive di Pio Rapagnà, quel senso che è la storia di un amore.

Le battaglie civili e politiche di Pio non sarebbero infatti state le stesse senza Giovanna (e Annalisa). L'anima culturale di “Città per Vivere” è sempre stata Giovanna. È stata lei a dargli, soprattutto negli ultimi anni, anche un tono letterario. Ed è lei, con l'aiuto di Annalisa (e soprattutto di Mara Rapagnà), che sta cercando con tutte le sue forze di mantenerne viva la memoria. La festa di questa sera s'inserisce in questo sforzo di questa donna minuta e fragile nell'aspetto, ma fortissima (riecco la parola) nella volontà. Di questa donna che lotta soprattutto con se stessa. Che sta vivendo il suo percorso chiodato della vita. E che vorrebbe fosse vivo un ricordo, una testimonianza, una mostra, un canto, una poesia, una.... vita.

Credo non dispiaccia a Giovanna se racconto una cosa che mi ha detto pochi giorni fa, quando casualmente abbiamo preso un caffé insieme nella piazza di Montepagano. Mi ha chiesto: “Come sta via Amiternum a L'Aquila? Le hanno ricostruite quelle case? A Pio avrebbe fatto piacere ricordarsele”. Difatti, quella per la ricostruzione delle case popolari terremotate dell'Aquila è stata forse una delle ultime “battaglie” di Pio Rapagnà.

Ecco, Giovanna Forti e Annalisa Rapagnà; la Festa Popolare; la storia di... un amore!

 

lunedì 3 agosto 2020

Se potessi, prenoterei un attico vista mare per svernare le prossime quarantene

ROSETO. Intendiamoci, se un privato ha un terreno e ci vuole costruire sopra, non c'è nulla da dire. Se può farlo, perché no? Se poi quel terreno è di migliaia e migliaia di metri quadrati e sta in riva al mare, ancora meglio. Forse oggi solo se costruisci quasi sulla spiaggia riesci a vendere bene le case. Quindi, nulla da eccepire se la proprietà dell'area cosidetta “Castelli” del lungomare Trento ha chiesto di costruire: è una richiesta comprensibile. Anch'io, se potessi, prenoterei un attico vista mare. Tanto più adesso, quando da un momento all'altro ti possono schiaffare in galera-sanitaria in casa e vuoi mettere passare la reclusione-quarantena con un terrazzo sul mare! Quindi, ripeto: nulla da obiettare.

Altra cosa è il comportamento del Comune. Di fronte a questa richiesta, infatti, il Comune che fa? Pubblica una delibera in cui, essenzialmente, da indicazioni ai suoi uffici tecnici di esaminare la proposta del privato a patto che le costruzioni non occupino più del 35 per cento dell'area. Badate bene, il 35 per cento vuol dire migliaia e migliaia di metri di edilizia, decine e decine di appartamenti. Quindi, quantità edilizie enormi.

Ora, di grazia: sulla base di cosa, di quale parametro tecnico, una Giunta, cioè un organismo politico, formato da politici, stabilisce un indice tecnico? Perché 35 e non 50 o 15, ad esempio? In base a quale relazione tecnica, a quale parere scientifico? Cos'è, un 35 per cento politico come il 6 politico del 1968? Perché guardate: o tu fai una variante quadro per tutti i vincoli urbanistici decaduti, metti un parametro generale (possibilmente non così alto) e poi ti regoli di conseguenza oppure non si capisce che riferimento urbanistico hai.

Insomma, non si può buttare la palla alla viva il parroco e poi dove casca casca. Se no qua metti 35, la 21, all'altra parte vattelo a pesca e diventa un labirinto. Anche perché questa storia dei vincoli decaduti si sapeva da anni. Ma purtroppo, il buon sindaco Sabatino Di Girolamo, nel suo saper fare attendista, ha creduto che bloccando tutto per quattro anni si sarebbe risolta da sola. Per carità, magari avrà dovuto barcamenarsi tra una politica che vuole cementificare “tutto” ed una che vorrebbe cementificare “tutto e più di tutto”! Non dubito, ma osservo che ora si è ritrovato a pochi mesi dalle elezioni ad adottare un 35-per-cento-di-cubatura-politica e non si capisce da dove cavolo abbia tirato fuori questo numero. Tutto qui.

"Il Punto" attacca direttamente il Sindaco: "Ha lasciato sola l'assessora Bruscia"

ROSETO. Un calendario arrivato con troppo indugio, troppo vicino agli eventi, troppo in ritardo rispetto a realtà a noi confinanti. Con un comunicato a firma della sua presidente, Vanessa Quaranta, l'associazione “Il Punto” torna sugli eventi estivi e sulla politica turistica dell'amministrazione Di Girolamo.

Del resto, mettiamoci nei panni di uno che vuole venire a Roseto. Vede Giulianova e sente una raffica di comunicazione su questo o quell'evento. Vede Pineto e sente di centinaia di posti al Parco della Pace per proiezioni, spettacoli, eccetera. Vede Roseto e scopre la mattina che la sera stessa c'è la “notte dei saldi”! È chiaro che qualcosa non quadra, perché a quel punto Tu Comune stai raggiungendo chi è già qui, non chi ci deve venire seppur per una serata!

Non è un discorso politico, per lo meno questo che leggete qui. Però, santi lumi, se gli altri ci hanno pensato prima, non è che Tu (Tu Comune) puoi arrivare all'ultimo momento! Né regge la questione della variazione di bilancio, perché potevi benissimo predisporre il calendario e poi lo finanziavi, tanto lo sapevi che la variazione sarebbe arrivata. O no?

Ecco dunque che “Il Punto”, con parole migliori delle presenti, questo dice. Perché un calendario con tali tempi, fosse anche il migliore del mondo, finisce per apparire una cosa fatta tanto per fare, insomma.

Venendo invece alla politica, va detto che la nota de “Il Punto” salva – per così dire – dalle responsabilità, politiche appunto, l'assessora al turismo Carmelita Bruscia, per girarle direttamente al sindaco, Sabatino Di Girolamo. Del resto Alessandro Recchiuti, che de “Il Punto” è il referente in consiglio comunale, lo aveva già detto in Aula che Carmelita Bruscia, politicamente parlando, è una diretta emanazione del sindaco. Di qui, la stoccata finale: “Gradiremmo – lancia Il Punto – che il Sindaco si esponesse in prima persona in difesa del suo assessore e degli uffici comunali preposti”.

sabato 1 agosto 2020

Incendi, occasione come un'altra per moralesofeggiare un pò!

La verità è che non sappiamo né vogliamo prevenire né reprimere. Riusciamo solo a sdegnarci (a parole), a fare i moralisti (in quello siamo bravissimi), a sbrotolar lodi verso gli immancabili e volenterosi... volontari! Il mondo politico – anche quello da sempre nelle stanze dei bottoni – parla subito d'imprevidenza a favore di social e telecamere. Sarebbe già tanto se la politica fosse in grado di evitare speculazioni sul dopo-fiamme. Ma l'esperienza del passato assicurà che non ne sarà capace. Resta l'amarezza. L'incendio ruba l'anima, ma quell'anima è già persa. Lascia i colori nero-verdi di questi tempi violenti, crudeli, insensati. Per assumere il grigio-cenere dei bestioni protostorici. Sul quale, magari, si attende qualche sfilata o passerella, sempre a favore di social, beninteso!

Il film sulla storia di Roseto apre le manifestazioni dell'estate


da sinistra: l'assessore Bruscia, il prof Di Marco, Giorgia e Dalila
ROSETO. Dopo tante proiezioni virtuali, torna qualche film dal vivo. Da lunedì 3 agosto a mercoledì 5, infatti, nel retro della Villa comunale, rimasto miracolosamente illeso dal cantiere perenne, William Di Marco e la sua “Cerchi Concentrici” riproporranno il film sulla storia di Roseto. La manifestazione, che doveva inserirsi nel 160° della nascita della Città, poi saltata a causa del virus, viene in qualche modo riporoposta ora nell'ambito del calendario estivo.

Il film, che William Di Marco ha donato al Comune, parla proprio della “fondazione” di Roseto nel 1860. Dal nome le “Quote” a quello “Rosburgo”, la narrazione viene inserita nella vicenda storica dell'unità d'Italia e della ferrovia Adriatica. Puntando a tratti specifici dell'identità urbana (ci sono ad esempio immagini della festa di S.Filomena degli anni '30 del '900) ed a riflessioni sull'attualità. Ogni serata, infatti, avrà un suo tema: dai giovani alla letteratura, dall'associazionismo all'imprenditoria locale. Ed ogni argomento vedrà il coinvolgimento di un protagonista speciale. Si preannuncia già la partecipazione di una ragazza rosetana che opera a Firenze, di un giovane ricercatore sempre rosetano che lavora in Olanda e di un medico che parlerà dell'attualissimo problema del virus.

Non a caso, William Di Marco era accompagnato questa mattina da due giovanissime collaboratrici dell'associazione: Giorgia Assogna e Dalila Capanna. Insomma, un'occasione per conoscere da vicino Roseto e le sue storie, sia per i rosetani stessi che per i turisti.

Alla presentazione alla stampa è intervenuta anche l'assessore al turismo, Carmelita Bruscia. La quale ha quindi comunicato il cartellone delle manifestazioni estive promosse dal Comune. “Abbiamo fatto il possibile – ha detto l'assessora – considerate le note difficoltà di quest'anno. Ho potuto allestire il programma – ha aggiunto – appena il consiglio comunale mi ha messo a disposizione i fondi reperiti con la variazione del bilancio”.

Le manifestazioni si svolgeranno tutte tra il retro della Villa e l'Arena Quattro Palme, dove verranno predisposti in sicurezza rispettivamente 120 e 200 posti a sedere. Il calendario è in via di pubblicazione sul sito internet del Comune.