Forse è nascosta dietro i banconi dei piccoli bar, solcati in lungo e largo, a mò di pendolo, da turisti dal nordico accento (spesso rigorosamente senza mascherina), salivanti a 360 gradi davanti agli occhi imbarazzati di povere commesse (spesso rigorosamente con la mascherina) costrette a subirli.
Si è mascherata, la crisi del Pil, dietro le file d'auto, moto e bici, che hanno reso infernale il traffico delle riviere.
Si è appollaiata, la crisi, sotto la sabbia di spiagge che tanto affollate non si vedeno così da decenni.
Si dice tornerà presto a trovarci, la Signora Crisi. In autunno, magari insieme ad un sempre probabilissimo nuovo lockdown. Per il momento e per fortuna, non s'è fatta vedere.
La politica italiana, intanto, si è divisa tra chi ha rincorso il lockdown cercando in esso una rivergination ideologica bella e perduta (in particolare certa sinistra e certo cattolicesimo militante) e chi ha tentato di cavalcare una movida da ricconi sfacciata e spocchiosa (in particolare certa destra, ma non tutta).
Nel frattempo, su autorevolissimi giornali si è letto che moltissimi professori farebbero una grande resistenza a tornare in classe, mentre la sindacalizzazione esasperata sta facendo avvertire tutto il suo peso nelle decisioni governative. Così che financo una indifendibile ministra Azzolina ne potrebbe sortire (ed in parte certamente ne sortirà) quale vittima sacrificale.
Questa mattina, ascoltando in macchina la rassegna stampa, ad un certo punto ho sentito un commento. Per chi non vuole tornare a scuola o in ufficio, perché ha paura del contagio (e se lo può permettere grazie alle garanzie di quello che volgarmente viene definito “il posto fisso”), esistono delle ottime mascherine protettive capaci di salvare anche sé stessi oltre che gli altri. Si possono facilmente trovare in farmacia ed anche su internet.
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