La CNA
(Confederazione nazionale artigiani) ha fatto un sondaggio. Ha
preso 14 mila aziende italiane (di cui circa 150 abruzzesi) ed ha
chiesto cosa prevedono. La maggior parte pensa di dimezzare gli
incassi. Le imprese turistiche, non stimano di andare oltre un terzo
di quello che guadagnavano prima. Male anche abbigliamento e
commercio.
Si dirà: che
volete, di fronte ad una tragedia come questa pensate ai soldi? Vero,
ma c'è un ma. Quello che il sondaggio rivela non è una
contestazione delle chiusure, quanto una critica all'operato del
governo circa i provvedimenti economici. Finora si è vista una
fantasmagorica politica degli annunci e assai pochi fatti.
La cassintegrazione
è un calvario per i lavoratori. Le famore 600 euro per gli autonomi
sono ferme a marzo. La cosiddetta liquidità si è impantanata nelle
pastoie bancarie. La burocrazia, lungi dal ridursi, imperversa. Insomma,
il pessimismo dilaga. Ed in una categoria, quella imprenditoriale,
che di solito non manca di ottimismo. Di solito.
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