ROSETO. Una fila rarefatta.
Su una piazza assolata. All'aperto e distanti. Tutto sommato poche
persone, alle ore 10:00, davanti al Comune di Roseto. Per la domanda
dei “buoni pasto”. La maggior parte, presumo, usarà i canali
e-mail.
Come durante una guerra. La bocca tappata. I volti tristissimi. Una primavera che non è nei cuori. Infinita tristezza. Eppure fiducia, in taluni, che ne verremo fuori. Si, ma quando? è la domanda.
Il bel tempo, almeno, favorisce almeno chi deve portare la spesa a domicilio.
Farlo durante la pioggia è un delirio. Vedo le ragazze ed i ragazzi
del supermercato “Coal” di Roseto: sempre sorridenti, nonostante
tutto. Prendi l'ordine; esaudisci le richieste (a volte
sorprendenti); carica la macchina; parti, riparti. E ricomincia
un'altra giornata che non passa, non finisce.
La vita passa in un
minuto, ma le ore durano una vita. Per chi ce l'ha ancora, una vita.
“Ora ci dicono il 14 aprile, sussurra una anziana; ma il 14
riapriranno appena qualche attività: per noi non cambierà nulla.
Noi resteremo ancora dentro”. E sulle guance cade una lacrima che
finisce sul bavaglio.
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