mercoledì 1 aprile 2020

La donna delle pulizie

Questa mattina ho scorto una donna. Ne giovane né anziana. Era sola. Guidava un furgoncino con delle scritte sulle fiancate. Si è fermata sotto un portone. È scesa. Ha aperto il portellone: era pieno di scope, secchi, detergenti, strumenti per le pulizie.

Aveva la mascherina sulla bocca. Pesanti guanti. Tuta di tela. Era tutta bardata. Si è scaricato il carrello...

L'ho pensata da sola. Mentre ansimava su quelle scale. Con qualche persona che radamente passava schivandola; forse schifandola come potenziale untrice. Ho immaginato il respirare sotto il bavaglio mentre la fatica stringe i polsi. Ho creduto di vedere i suoi occhi tristi; i suoi pensieri in cattività. È già difficile lavorare in condizioni per così dir normali, figurarsi oggi. La fatica è bella solo per chi non la conosce. Il lavoro è, tranne rari fortunati casi, sempre una condanna. Oggi doppia.

Ho visto questa Donna. Ed ho pensato: lei di certo non partecipa ai tribunali facebook. Forse non ha nemmeno tempo di andarci, su facebook

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