giovedì 1 agosto 2024

Presentata la 44° Tendopoli di San Gabriele


TERAMO. Forse l'ho già detto, ma ripetere è possibile: “Tendopoli” è terminologia che si usa in caso di catastrofe. Si dà tendopoli dopo un terremoto, un'inondazione, un crollo. Quindi tendopoli è precarietà. È disagio. Ma tenda è anche sinonimo di vacanze, avventura, esplorazione giovane del mondo.

Nel caso della “Tendopoli di San Gabriele”, la cui edizione 2024 è stata presentata questa mattina al consorzio “BIM” di Teramo, tendopoli è termine invece di “comunità”. In questo eterno dualismo-controllato tra capitalismo, simbolo indiscusso dell'individualismo, e Chiesa, eminentemente esperienza comunitaria. Un equilibrio precario in costante divenire, come appunto precaria è la tenda. E scomoda. Una espiazione altrimenti definita eppur gioiosa appunto perché collettiva.

Un filo sottile che la Chiesa moderna tesse da sempre. Scontrandosi però una una “Speranza” (è la parola chiave di quest'anno) ancor più rimessa nella fede, vista la situazione del mondo, troppo spesso guerra ed esclusione. Di qui l'invito ai giovani – rivolto questa mattina anche da padre Cordeschi, appunto dei Passionisti di S.Gabriele – da una parte a non tacere, ma dall'altra ad incanalare questa loro voce nella direzione di una educazione cattolica. E qui si aprirebbe tutto un discorso filosofico sulla possibile contraddizione che in ciò s'annida.

Naturalmente non è questa la sede per poter proporre una simile riflessione. Tuttavia essa intriga queste poche righe. Perplesse assai sulla evocazione della tenda, ma ad un tempo affascinate da una visione della realtà comunque non pienamente conformista e senz'altro intelligente seppur celata in contro-luce. Ma questa è opinione di chi scrive, va da sé!

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