domenica 3 marzo 2024

La piazza di Ragnoli (o di Azione?)

Pavone celebra Ragnoli
ROSETO. Sono andato a vedere l'inaugurazione della stele in onore di Giovanni Ragnoli. Sindaco tra i più amati di Roseto a cavallo tra i '70 e gli '80 del Novecento. Sono andato per curiosità. Per assaporare il clima di questa manifestazione “non divisiva” (lo ha ripetuto fino alla noia il bravissimo presentatore, Giorgio Pomponi). La quale, per non essere divisiva – appunto – è stata convocata la domenica prima di quella elettorale.

Ma vabbé, lasciamo stare. Veniamo a qualche appunto di cronaca. Innanzitutto il clima: stupendo, quello meteo intendo: un sole primaverile da favola (a Roseto il clima è una meraviglia, parere personale). Poi il pubblico. Poteva anche essere più numeroso, a mio parere. Gli esperti noterebbero infatti, che la partecipazione di molti ragazzi di alcune specialità sportive cittadine, implicherebbe dover soppesare, nella valutazione numerica della piazza, le necessarie presenze di mamme e papà che ovviamente devono accompagnare i loro figli.

Comunque, manifestazione non divisiva, s'è detto. E, per unire, il sindaco, Mario Nugnes, salito sul palco come ovvio per primo, ha trovato il modo di ringraziare due volte Enio Pavone, naturalmente presente non in veste di principale candidato cittadino per “D'Amico presidente”. Una volta lo ha citato per ringraziarlo del quadro dei sindaci fatto affigere nell'aula consiliare una decina d'anni fa. La seconda volta per la delibera d'intitolazione a Ragnoli da lui adottata nel 2013. Non si è capito come mai Pavone non l'abbia poi applicata quella delibera visto che è stato sindaco fino al 2016. Però, non dividiamo, appunto.

Siamo così uniti, poi, che lo stesso Enio appena arrivato, nel fare il giro della piazza per stringere mani, ha dato la mano anche a me, ed io a lui naturalmente con ampio augurio di vittoria domenica prossima. Ma, sempre in clima d'unità, è salita sul palco anche Gabriella Recchiuti, presidente del consiglio comunale, nonché militante ed esponente dura ed appassionata di “Azione”. Quindi è stato chiamato a parlare agli astanti, Giulio Sottanelli, deputato di “Azione” che in questi giorni è talmente impegnato per “D'Amico presidente” che bisogna chiaramente ringraziarlo per aver trovato il tempo per il palco rosetano. Difatti Giulio, come essenza del suo discorso, ha detto che dobbiamo essere generosi. Non ho ben capito se noi con lui o lui con noi, ma non fa nulla.

A questo punto, dopo che il suo nome era già risuonato più volte (sarà poi rintoccato in citazione anche alle 12.14 ed alle 12.25), ecco finalmente salire lui: Enio Pavone, il protagonista se vogliamo principale della mattinata. Oddio, mi è sfuggito in che veste parlasse: da candidato del campo-largo certamente no, l'ho già detto. Da consigliere comunale? Boh, mica è solo lui consigliere. Da consigliere provinciale? Questa mattina no: per una volta non era lì in rappresentanza della Provincia.

Ed allora perché è stato acclamato sul palco? La curiosità l'ha fugata lui stesso appena presa la parola. Quando ha rivendicato d'esser stato un sindaco socialista! A quel punto è venuto spontaneo girare lo sguardo verso la piazza per vedere la faccia di qualche ex-missino che lo votò e lo accalmò sindaco nel 2011; di qualche esponente di Alleanza Nazionale che gli fece da assessore; di qualche rappresentante di Forza Italia che, con l'allora presidente della regione Chiodi, fortemente lo volle sindaco; di qualche membro dei cattolici di destra che ne ressero la Giunta o della Lega di Salvini ai cui appuntamenti lui non mancava mai vistosamente di far presenza.

Ho guardato, ma dei suoi vecchi sodali di destra, quando lui era di destra, non c'era nessuno. Ed oggi si staranno chiedendo come cavolo fecero a sostenere, votare e difendere un sindaco pensando fosse uno di loro non accorgendosi che stavano votando, sostenendo e difendendo un... socialista! E nella piazza non solo non c'erano i suoi vecchi amici della destra, ma mancava anche il professor D'Amico, che il dottor Calenda definisce un “civico” e, nell'accezione Calendiana, civico non si capisce bene se vada inteso come uno di Azione.

Si è dovuto aspettare fino alle 11.58, comunque, per sentire un profilo non politico, ma storico di Ragnoli ad opera dell'impareggiabile Mario Giunco. Tanto che, passate quasi un ora e mezza, Maria Pia Di Nicola, prima assessora donna di Roseto proprio con Ragnoli, non ce l'ha fatta più e, prim'ancora fosse il suo turno, ha quasi impugnato il microfono da sola per dire che nelle giunte comunali di Ragnoli c'era anche il partito comunista, di cui lei stessa è stata anche consigliera regionale, prima rosetana anche in quel caso e non erano certo tutti e solo socialisti. E nemmeno centristi alla Calenda, verrebbe da aggiungere a margine.

Che dire allora? Una sola cosa: gentili signore e signori che reggete le sorti municipali, ma non sarebbe stato più bello, più elegante ed anche più rispettoso della figura di Ragnoli, celebrare questa stele tra 15 giorni, passata la campagna elettorale? Forse quello sì era cercare la condivisione con i fatti e non semplicemente con le parole.

Buona domenica!

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