sabato 29 luglio 2023

Cronaca di un consiglio comunale non visto né sentito: post assai... molto impopolare

ROSETO. Che poi dico per me: è più voglia di mare che di consiglio comunale. Più voglia d'infradito e bermuda che degli scambi di fioretto tra maggioranza e opposizione. Peraltro sacrosanti quest'ultimi dal punto di vista dell'opposizione, che non ha altra sede ufficiale se non quella per il cahier de doleans della denuncia delle cose che non vanno e dei conflitti d'interessi, peraltro grossi come una casa. Insomma, più voglia di costume da bagno che dell'immagine pixelata del ragionier Pavone Enio in collegamento video sul cui volto raramente si conosce sorriso, che incombe sull'aula dall'alto del maxi-schermo.

Del resto è proprio il ragionier Pavone che può – ed a ragione – rallegrarsi dell'unico provvedimento scottante della riunione consiliare, ovvero la cosiddetta “rottamazione” delle cartelle. Una decisione un po' destrorsa ed un po' populusta che sembra tagliata apposta per far contento il tipico elettorato, assai composto da partite IVA, cui da sempre guarda Pavone e cui da altrettanto sempre è ben visto. E guardate: chi si vede ridotto o cancellato un debito con l'erario, potete giurarci se ne ricorda e non certo senza motivo di gratidutine nel caso del consenso politico.

Dunque misura acchiappavoti di sicuro, questa rottamazione che l'ex-sindaco, Sabatino di Girolamo, ritiene possa scassare un po' il bilancio, come del resto certificano dirigenti e revisori contabili municipali. Preoccupazione assolutamente irrilevante per la politica, in quanto nel caso saranno i posteri a risanare. Come già risanarono durante proprio il mandato di Di Girolamo che, con la sua idea fissa del ripiano finanziario finì per scontentare mare e monti, clero e popolo come si suol dire. E quindi per far da buon viatico elettorale proprio al dottor Nugnes, che senza quella idea della “buona amministrazione” di Di Girolamo sarebbe oggi con ogni probabilità ancor a terer bada ai ragazzi del Campo dei Preti, ove appunto esercitava la nobile e difficile professione dell'assistenza post-scolastica agli utenti colà frequentanti.

Che dire ancora? Ah, che durante il giorno di seduta, Maristella Urbini, responsabile di Forza Italia a Roseto, ha lamentato una presunta scarsa affluenza turistica in città per questa estate. Ora, personalmente, non avendo lidi, ombrelloni da affittare o appartamenti da locare e nemmeno commerci da intraprendere nel ramo, vado del tutto contro-corrente e contro il popolo e dico: per me, meno siamo e meglio stiamo. Quindi se Mario (Nugnes) ed Annalisa (D'Elpidio) riescono nella mission-impossibil di scoraggiare i turisti, non potrei che essergliene grato.

Ma, ahimé, in agosto temo i forestieri verranno eccome. Così, come dice il sassofonista partenopeo, Daniele Sepe, in una splendida canzone (“Aperitivo feat”, se non sbaglio): Ma che ore sò, alle sette jamme a fa l'aperitivo.

Ecco, parlo per me: jamme a fa l'aperitivo, che il più della vita è fatto ed il men che sarà è fortuna da non far scappare.

giovedì 27 luglio 2023

Ma sono Comuni o enti di spettacolo?

A giudicare dal tipo di comunicazione che i sindaci (chi più chi meno tutti i sindaci), organizzano specie d'estate ed in particolare nelle località turistiche, sembrerebbe che questi passano il 90 per cento del loro tempo a promuovere “eventi”: spettacoli, mostre, concerti e chi più ne ha più ne metta. Ed ovviamente a presenziare agli stessi sia in fase di presentazione che di effettiva andata in scena sui vari palcoscenici. 

Tutte cose, vale a dire, che non cambiano di un millesimo la vita concreta delle persone, cioè di coloro che sono sottoposti al loro dominio mediatico. Così chi è povero resta povero e magari manco ci può andare ai loro “eventi” e chi è ricco se la gode, tanto se la godrebbe comunque. Viene il dubbio se i Comuni siano ancora degli enti-locali oppure si siano di fatto trasformati in enti-impresari-di-spettacolo.

mercoledì 26 luglio 2023

"La palestra senza fine"

Vanessa Quaranta
ROSETO - COLOGNA. Purtroppo per loro le scuole rosetane non sono tutte “PNRR”; e nemmeno tutte “Fedeli Romani”, per la cui progettazione pare sia addirittura disceso alle nostre latitudini uno studio tecnico lombardo. Si da il caso, infatti, che a Montepagano non solo manchi l'elementare da sette anni, ma che cinque mesi non siano ancora sufficienti a “far attraversare la strada”, cioè a trasferire di qualche decina di metri, la materna sloggiata dal suo edificio ritenuto pericolante. Così come non si sa quando arriveranno gli adeguamenti sismici promessi per gli edifici del lido né si capisce come possa affrontare il futuro il centralissimo plesso di via d'Annunzio sul quale si osserva un rigoroso silenzio municipale.

Ma se tutto questo riguarda Roseto e Montepagano, anche Cologna Spiaggia ha i suoi problemi... scolastici. Nella popolosa Frazione rosetana, difatti, si attende da ormai 13 anni una palestra che l'associazione “SiAmo”, presieduta da Vanessa Quaranta, definisce la “Palestra senza fine”. Ora, se fino a qualche tempo fa si poteva dire che nemmeno c'era l'edificio e si discuteva animatamente su dove collocarlo, ora quell'edifico, da un anno e passa, c'è eccome; è bello (oddio, bello forse no) e costruito, ma non si apre. Perché? Boh, ora manca l'arredo ora la caldaia ora chissà, ma chiuso è, finora.

“Questa non gode dei fondi a pioggia del PNRR – scrive a proposito "SiAmo" – e sembra quindi poco appetibile per l'incessante attività comunicativa dell'amministrazione con tanto di foto annesse". Foto – aggiunge Si.Amo – che sembrano scattate, “stando ai rumors locali”, da soggetti molto vicini politicamente all'amministrazione che ci si augura “non abbiamo accesso a documenti peraltro riservati”. Così anche Andrea Di Stanislao, ex-presidente del consiglio di quartiere di Cologna e Giovanna Palazzese, invitano il sindaco Nugnes ad occuparsi un po' anche di Cologna, se possibile un po' meno mediaticamente ed un filino più concretamente, magari anche accettando una maggior disponibilità al dialogo reale e non solo mediato da comunicazioni social o a mezzo stampa.

"Gli incontri del sigaro"

ROSETO. Venerdì 28 luglio, ore 19, al Lido Bellavista Mare di Roseto degli Abruzzi, si terrà la quinta edizione del Memorial Vittorio Fossataro, intitolato “Gli incontri del sigaro”.

L’appuntamento è organizzato dal dottor Giampiero Porzio e dal giornalista Luca Maggitti, che a Roseto non hanno bisogno di presentazioni. I due amici intendono così onorare due uomini di sport. Non a caso l'ospite dell’edizione 2023 è Attilio Caja, che la prossima stagione sarà il coach della Fortitudo Bologna, in Serie A2.

Dal 2021, “Gli incontri del sigaro” (chiamati così perché Fossataro amava il sigaro toscano), sono diventati anche Memorial Giuseppe Celommi, indimenticato uomo di sport rosetano e caro amico di Vittorio, scomparso a gennaio 2021.

Scrive Luca Maggitti: "La prima edizione del 2019 ha avuto come ospite Roberto Brunamonti, la seconda del 2020 Valerio Bianchini, la terza del 2021 Cesare Pancotto la quarta del 2022 Matteo Boniciolli e Vincenzo Di Bonaventura."

"Veterano della pallacanestro italiana, Caja è stato due volte miglior allenatore della Serie A (Roma 1996 e Varese 2018), ha vinto la medaglia d’Argento con l’Italia Sperimentale ai Giochi del Mediterraneo nel 1997 e la Supercoppa Italia con Roma nel 2000. Ha ricevuto la Palma d’Argento al Merito Tecnico nel 2022."

"Attilio Caja, a Roseto degli Abruzzi, è soprattutto il coach che – arrivato in corsa – seppe condurre il Roseto Sharks alla storica salvezza sul campo in Serie A, nel campionato 2005/2006, nonostante una squadra ridotta ai minimi termini."

"Gli speciali rapporti di amicizia fra Attilio Caja e Daniele Cimorosi, hanno portato per questa edizione allo spostamento della manifestazione dal Lido Celommi 1907 – che ha ospitato le prime 4 edizioni dell’iniziativa – al Lido Bellavista Mare."

Attilio Caja sarà intervistato durante la manifestazione dallo stesso Luca Maggitti per poi risponde alle domande dei giornalisti e degli sportivi presenti.

Gli amanti della pallacanestro e "tutti coloro i quali hanno voluto bene a Vittorio Fossataro e Peppe Celommi" sono dunque invitati "al Lido Bellavista Mare di Roseto degli Abruzzi, venerdì 28 luglio 2023 alle ore 19."

lunedì 24 luglio 2023

Dietro il sipario dell’estate c'è il lavoro, spesso precario

Per me che sono di un'altra epoca è difficile capire. Che degli enti pubblici, ad esempio, vadano ad occuparsi di come organizzare il dopo cena dei turisti. Per me che le serate estive sono al massimo una passeggiata sul lungomare, un gelato ed un caffè, far caso ai cartelloni delle manifestazioni è una scommessa.

Eppure sbaglio. Perché dietro quei cartelloni, alle spalle di quelle manifestazioni, nel retro-palco di quei concerti, spettacoli, eventi vari, c'è tanto lavoro. Lavoro che non si vede. Oltre gli artisti, non sempre famosi peraltro, che appaiono in primo piano, c'è tanta fatica invisibile. E c'è la "politica", nel senso che dopo accennerò.

C'è il lavoro, dunque, innanzitutto di chi monta e smonta i palchi, chi sistema le sedie per il pubblico, chi pulisce prima e dopo le aree degli eventi. Il lavoro di chi si occupa della vigilanza. Il lavoro di chi cura i suoni, cioè i fonici, quello che si chiama il "service", spesso dotati di apparecchi costosi e tecnologici che presuppongono un sapere tecnico complicato. E poi c'è chi cura le presentazioni, la comunicazione e tanti altri che certamente ora dimentico.

Ebbene, si tratta di lavoratori intellettuali (in questo rientra anche la presentazione e la comunicazione degli eventi) oppure artigiani, elettricisti, installatori, fonici appunto. C'è un mondo che gira attorno a queste cose. Piccole ditte a carattere quasi sempre familiare, che da quella attività, che per il pubblico è solo intrattenimento, ricavano di che vivere oppure un piccolo reddito integrativo. Sono mestieri che a volte intraprendi da giovane, per passione e poi magari ti ci ritrovi in mezzo e non sai dopo qualche anno se trasformarle in professione o ricominciare tutto da capo.

Ma si diceva della politica. O meglio delle politiche locali delle varie realtà del territorio. Perché dietro i cartelloni estivi, la politica pensa di giocare parte del suo consenso. Per cui vi entra pesantemente. Ed allora può succedere, specie oggi con i social, su cui l'occhio di certe politiche localistiche è vigilissimo, che coloro che lavorano attorno agli eventi devono avere capacità "diplomatiche". In altre parole, stare attenti alle proprie opinioni: "se no non ti chiamano", come suol sentirsi dire all'italiana per esprimere una preoccupazione vera o presunta che sia.

Ecco allora che dietro quei lustrini estivi c'è tanta fatica invisibile e c'è tanto della storica ed immarcescibile faziosità e partigianeria della politica italiana, specialmente alle scale locali. Politiche che cambiano sempre per rimanere sempre uguali a se stesse. Ed adottano, quando più quando meno, quando con più stile quando con più sfacciataggine, un unico principio: o con me o contro di me. Il merito viene dopo, se viene. Tanto la parola cultura basta e avanza, per giustificare tutto e il suo contrario.

sabato 22 luglio 2023

Il popolo dell'alba e la paga minima

ROSETO. C'è un discreto affollamento all'alba d'estate nelle città di mare. Uno strano popolo approfitta, prima che il sole picchi, della bellezza marinara. Un popolo a volte in là con gli anni, che segue piattamente l'ordine TV del non uscire nelle ore calde. Oppure un popolo che accompagna gli amorini loro, che poi sono degli oggetti pelosi in altre epoche definiti “cani”, ai quali rivolgono ogni passo la seguente domanda: senti caldo amore... ti scottano i piedini... ottenendo in risposta uno scocciato sbatter di code, pelose ovvio. E poi ci sono quelli che corrono affannossamente in solitaria, con le cuffiette nelle orecchie e lo smartphone negli occhi.

Questo popolo, in genere, ad una certa ora si butta in massa ed in contemporanea nei bar per la colazione. Esigentissima e raffinatissima, più delle volte. Con pretese d'esser serviti immediatamente (visto che in genere non hanno nulla da fare dopo) dalle commesse, spessissimo ragazze giovanissime.

Guardo questo popolo e penso a quanto possa essere sovranamente indifferente alla proposta di Elly Schlein – segretaria del Pd che malgrado il suo partito e le sue idee ambientaliste non ce la fa ad essermi antipatica – sul salario minimo a 9 euro l'ora. Una proposta sacrosanta. Una battaglia che però riguarda solo quei tre milioni e mezzo di lavoratori italiani che neanche quel minimo vengono apprezzati. I quali tre milioni e mezzo – son sicuro – nemmeno loro appoggieranno la Schlein, perché la maggior parte proprio a votare non ci va e quasi tutti sono talmente piegati dal sopruso, talmente abituati all'ingiustizia, talmente disillusi che nulla potra mai cambiare, che vivono loro stessi l'esser sfruttati come un dato ineluttabile del destino.

Ciò non di meno la battaglia rimane meritoria. E, come sempre nella storia, sono pochi a doversi battere per molti. L'auto-riscatto è infatti cosa rara nelle vicende umane. E spesso reso impossibile dalle condizioni esterne, dal ricatto del lavoro, dai vincoli familiari. Ma ciò che è giusto è giusto. Al di là dell'indifferenza e degli “amorini”, acchittati e capricciosi come divi d'un mondo iniquo.

sabato 15 luglio 2023

Eh si "Volare", magari!

Il sindaco, Mario Nugnes
ROSETO. Si, ok a Domenico Modugno sopra via Thaulero. Quello, giustamente, alla gente piace e tira pure qualche like. E ci sta, naturalmente. Ma, se consentite, il discorso Roseto-centro va un filino oltre.

Perché se non si capisce che dalla porta della Villa comunale (che “deve” riaprire, sottolineo deve) va tirato un filo dritto che prende in mezzo il cancello della Villa medesima (e lì gli alberi li devi mettere alla stessa distanza a destra e sinistra del filo se no non hai capito nulla del valore paesaggistico di quel vialetto); e dal filo tiri dritto dentro l'Arena Quattro Palme che “deve” (e sottolineo deve) esser riaperta e risistemata; e l'Arena non me la riconnetti al parcheggio della Stazione, che deve (e sottolineo deve) esser un po' di scambio; e poi da questo per un sottopassaggio che deve (e sottolineo deve) ricollegare il tutto alla pinetina Celommi ed al mare non per quello slargo incolore che si sta facendo... Se dunque non vedi tutto questo in sequenza (urbanistica): Villa-Arena-Parcheggio-Stazione-Pinetina-Mare... allora puoi aprire tutti gli spiazzi qua e là in stile a concupir di rondine che vuoi e mettere tutti i “Volare” che ti pare, ma il problema non lo risolvi.

Hai voglia a tacere sul parere della Sovrintendenza sui palazzi a mare (in otto giorni manco una parola di commento) e magari si va studiando come superarlo legalmente per insistere a tutti i costi con quell'elemento incongruo che modifica in modo irreversibile un bene culturale come il centro di Roseto. Nel centro di Roseto, la situazione va affrontata con ben altra prospettiva. Che oltre quella sopra accennata, prevederebbe la riconnessione parallela alla Nazionale della Villa-piazza-del-Comune completando la pedonalizzazione e lo sbocco sulla piazza. E poi pensare all'area di via D'Annunzio (magari facendoci anche sapere che ne sarà un domani della scuola colà non ristrutturata) e quindi all'area dell'ex-mercato coperto.

Questi sono i punti. Altrimenti possiamo pure vantare i premi che prendiamo per la precedenza che diamo alle bici (anche sui marciapiedi, ahimé). Ma quei premi li prende pure Pineto: uguali uguali, pur non avendo un sindaco stellare come l'abbiam noi.

Buon week-end.

venerdì 14 luglio 2023

Giovanna Forti sceglie la via del "sentimento"

ROSETO. Questa sera, venerdì 14 luglio e domani sabato 15, si ricorda a Montepagano la figura di Pio Rapagnà, a cinque anni dalla prematura scomparsa. Lo si fa non nell'intestazione, ma nei fatti, a cominciare dal titolo della manifestazione, “Festa popolare” e dal soggetto promotore, “Città per vivere”. Tutti nomi-simbolo che evocano Pio, la sua “lotta” politica di quegli anni. A cominciare dalle “battaglie” contro il passaggio dei Tir sulla statale negli anni '80 del Novecento, oppure sulle case popolari o, ultime, per la ricostruzione degli alloggi sociali dell'Aquila terremotata.

Tutto questo non vi sarà esplicitamente nella “Festa”, che invece è di tipo più culturale, come Giovanna Forti, compagna di una vita di Pio, con l'aiuto di Annalisa e Mara Rapagnà, da cinque anni portano avanti. Con difficoltà. Con fatica. Con caparbietà. In nome di una “memoria” e, soprattutto, di un grande amore. Un grande amore che stava dietro quelle “lotte”, che allora non si vedeva, ma ne era in qualche modo elemento costitutivo.

Ed è qui – a sommesso parere di queste righe – l'attualità. Il “sentimento” è in qualche modo una componente del nostro oggi, come la “politica” lo è stata del nostro ieri. Ed in questo slittamento di senso c'è tutto. C'è il disincanto, ma anche il cambiamento. C'è il “tempo”, che vive al di là di noi ed indipendentemente da noi. Niente torna, cara Giovanna. È la natura. Ed la naturale condizione di adattamento di noi ad essa. Che lo vogliamo o no. La memoria è dentro di noi. Vale per noi. La possiamo forse proporre a chi ne è incuriosito. Ma viverla spetta ad ognuno. Perché ognuno vive nel suo tempo, con tutte le sue contraddizioni, con tutte le sue stratificazioni.

Come dire: archeologia dell'anima.

mercoledì 12 luglio 2023

"Vedo simboli ovunque nei vuoti diffusi di significato"

ROSETO. Dunque, l'ultima versione – desumibile dalla lettura del pezzo del bravo Enrico Cipolletti su “Il Centro” di oggi – parrebbe attribuire definitivamente il merito del reperimento del piazzale polveroso (fangoso in caso di pioggia, si teme) all'ex-fornace “Catarra” all'assessore Gianni Mazzocchetti. Il sindaco quindi lo aveva solo videato in condominio per così dire con l'ideatore della soluzione, ovvero lo stesso assessore, ed il pro-sindaco addirittura rivendicato in ritardo con proprio video postato circa 36 ore dopo.

Vabbé, son dettagli. Importanti però, perché se uno deve tributare applausi, like e scappellamenti vari, che i video-social sembrano sollecitare altrimenti non si spiegherebbe il loro eccessivo uso, deve pur sapere dove indirizzarli senza sbagliare soggetto. Un dettaglio è anche che il suddetto piazzale sia stato prestato solo per l'estate, mentre lì, con una scuola ed un distretto medico vicino, forse avrebbe avuto più senso averlo tutto l'anno, naturalmente non con quel fondo in terra battuta.

Lasciate da parte queste minute circostanze, tuttavia, possiamo provare ad allargare un po' il discorso alla situazione di Roseto centro. Non sono considerazioni mie. Sono il frutto di quello che ascolto parlando con qualche persona che vive da quelle parti da sempre. Ed ha il problema di capire – come me del resto – cosa si vuol fare di questo pezzo di città.

E perché non si capisce? Perché ad esempio, se si sapesse cosa farne, quelle piante in piazza della Libertà non sarebbero messe così come son messe. Perché sono il sintomo che della stazione non si ha una visione. Perché se tu vuoi che la gente abbandoni le auto, non fai delle regole capestro che applichi in modo oppressivo, ma punti proprio sul parcheggio della stazione, lasci quello sì libero da balzelli e cerchi lì un punto di scambio.

Ancor più, se tu vuoi bene a Roseto, non mi apri un lembo di suolo grezzo a casaccio, ma ritrovi un posto per gli eventi culturali come è il Kursal a Giulanova o Villa Filiani a Pineto e com'era qui la Villa Comunale prima della sua sconsiderata chiusura. Perché guardate, il Premio Letterario e quello Cinematografico, il cui ruolo si è perso completamente, erano legati al centro di Roseto, se non proprio alla Villa. L'identità urbana era quella.

Prendo a prestito le parole di una carissima amica. Le faccio mie perché le sento davvero come una carezza: “...Ho tanta voglia di godermi serenamente quel che rimane della mia Roseto che fu, i suoi vecchietti e quella pace interiore che sapeva trasmettere a chi sapeva cercarla nelle vie del centro e sulle panchine che furono. A stento oggi i vecchietti rimasti trovano l'ombra. Hanno tagliato pure gli alberi della Villa. Vedo simboli ovunque nei vuoti diffusi di significati”.

Non credo vi sia bisogno di aggiungere altro. Se non una domanda: ma quelle istallazioni più o meno sintetiche che lo scorso anno poggiarono alla Villa al posto degli alberi e che reclamizzarono da par loro, dove sono finite?

martedì 11 luglio 2023

A proposito di sanità e dintorni

E poi tornano d'attualità certe notizie estive sulla sanità. D'una assistenza che non arriva. D'un ritardo che sembra inammissibile.

Lo sappiamo: mancano medici e infermieri. Ma gli ospedali non li assumono e le università impongono il "numero chiuso" ai giovani che vogliono studiare medicina.


Eppure siamo un popolo di 59 milioni di malati. Parecchi in modo serio. Del resto, facciamo spesso una vita di m.... che fa ammalare. Ci fan mangiare robaccia. E ci impongono di lavorare in maniera stressante e faticosa. Per giunta, molti di noi sono vecchi.

Basta passare la mattina davanti gli ambulatori medici o ospedalieri per accorgersi di file sovraumane. C'è una richiesta di cure da paura. Ed una scarsità di offerta in sanità pubblica da far rabbia.

Occorrerebbero più posti letto negli ospedali ed invece li hanno tagliati.

Il pronto soccorso dell'ospedale di Giulianova, ad esempio. Andrebbe palesemente potenziato. Se ne parla da anni. Ma nessuno muove paglia. Passano sindaci, presidenti di regione, manager ASL, ed è sempre così, anche peggio. E la ragione è semplice, seppur taciuta: non potendo ricoverare le persone, i pronto soccorso, di fatto, vengono usati come "reparti" di ricovero, impropri chiaro.

Ma volendo, prendete pure l'ambulatorio per le analisi del sangue dello stesso ospedale giuliese. Spesso, file di ore. Andrebbero come minino raddoppiate o triplicate le postazioni dei prelievi, ma nessuno lo fa.

La cosa che fa più paura della malattia (ed anche della vecchiaia) è la perdita della libertà. Quando stai male dipendi. E se dipendi sei fritto.

In compenso, però, a noi piace parlare di cultura, sport e spettacoli. Tutte cose che servono quando stiamo bene. Se stai male, ti attacchi al tram, dice un vecchio saggio.

sabato 8 luglio 2023

Variante del lungomare: la Sovrintendenza dice No, ma...



ROSETO. Ha espresso soddisfazione il “Comitato SOS Urbanistica”, per il parere della Sovrintendenza circa la contestata (dal Comitato) variante urbanistica che vuole far alzare i palazzi sul lungomare di Roseto. Mario Mazzone (foto) e l'avvocato Fabio Celommi, a nome del Comitato, hanno riferito alla stampa convocata giustappunto al “Lido Celommi”, osservando quanto questo parere sia importante per cercare di fermare l'intervento stravolgente voluto dal sindaco, Mario Nugnes e da tutta la sua maggioranza in consiglio comunale, che comprende – è bene sempre ricordarlo – il presidente della commissione urbanistica, l'ex-sindaco Enio Pavone, figura politicamente molto importante per l'area del sindaco stesso.

Il Comitato, dunque, valuta in modo lusinghiero il parere della Sovrintendenza. Il quale parere, però, a leggerlo bene, sembra un “NO (virgola) MA...”. Scongiura certo una “palazzata” a nastro su tutto il lungomare, ma non sembra chiudere del tutto ad una “palazzata” a tratti, che poi è anche quello che dice il Comune nella sostanza delle cose. Se dovessi esprimere una mia opinione, dunque, la metterei così: meglio un mostro (urbanistico) a pezzi che un mostro (urbanistico) continuo, fermo restando che sempre di mostro (urbanistico) si tratta.

Il Comitato, tuttavia, ha annunciato che non si fermerà a questo punto. Si sta valutando, infatti, anche la posizione di possibile conflitto d'interessi rintracciabile, secondo l'avvocato Celommi, nell'approvazione dell'atto amministrativo. Sempre che l'amministrazione voglia proseguire nel muro contro muro oppure ricalibrare le sue mosse. Non dimentichiamo, infatti, che l'assessore all'urbanistica, Gianni Mazzocchetti, finora apparso il più intransigente sostenitore della variante, fa riferimento direttamente ad “Azione”, che ha come leader incontrastato il deputato Giulio Sottanelli. Se tanto da tanto in politica, per derivazione giornalistica, si potrebbe dunque supporre che questa variante così impattante è voluta certamente dal sindaco Nugnes, ma con il contributo determinante della “Azione” di Giulio Sottanelli.

Voci dal comitato, trapelate questa mattina in pubblico, si aspettano qualche possibile ripensamento politico in merito. Personalmente non credo molto a questa ipotesi, però, come rammenta il vecchio detto? se son rose fioriranno, se son spine... pungeranno!

giovedì 6 luglio 2023

Quella sensazione di ingiustizia intorno ad un parcheggio

ROSETO. Questa sera, giovedì 6 luglio, dovevo andare in centro qui a Roseto. Avevo un appuntamento verso le 18:00. Mi ero già predisposto a prendere la bici. Senonché proprio a quell'ora, del tutto imprevisto dai vari meteo tra l'altro, si è scatenato un temporale piuttosto insistente. Oddio – mi son detto – ora devo prendere la macchina! E dove la parcheggio!

Non solo, infatti, sono ormai tutte strisce blu. Ma si racconta che piovono multe anche mentre vai a pagare alla colonnina. Non so se sia vero. Però mi sono preoccupato. E se mentre apro lo sportello – ho pensato – scendo per andare a pagare il parcheggio, mi allontano per trovare la colonnina e appena torno trovo la multa? Certo, ho opinato: mica ci saranno degli “appostamenti” speciali! Mica saranno così proditorie, queste multe!

Però la paura ormai c'è. Allora mi son messo a pensare: adesso giro un video da quando scendo fino a quando appoggio il tagliandino sul cruscotto: non si sa mai. Poi mi ero già preparato un possibile ricorso: lo avrei inviato a 360 gradi. Avrei parlato di ingiustizia sostanziale; avrei narrato lo stato d'animo di chi, nella totale buona fede, mentre si accinge a pagare, si vede colpito dalla stessa punizione di chi non paga. Mi sarei intrattenuto sulla eventuale mancanza di buon senso: anzi, sulla crudeltà di una codesta applicazione della norma, se di applicazione e non di arbitrio si possa parlare. Ed alla fine avrei chiesto che un giudice dichiarasse l'illegittimità della sanzione.

Naturalmente avrei scritto anche molto altro. Un ragionamento sulla coscienza umana. Sulla morale. Mi sarei appellato al cardinal Carlo Maria Martini, alla sua “Domanda di giustizia”, che nasce “dall'esperienza di una ingiustizia”. Perché prima della legge – che in questo caso a mio avviso sarebbe stata stravolta, non applicata – ma in ogni caso prima della legge c'è il senso di umanità, di comunanza dell'essere persone e non del “io sono io e tu non sei un...” tanto per citare un altro grande del cinema italiano, Alberto Sordi.

Ecco, avrei cercato di esprimere quel senso di frustrazione, quella ferita nell'animo di una persona perbene che, mentre si comporta dabbene, viene puntito e sanzionato come una persona permale. Punito e sanzionato in nome di chi e di che cosa, poi? Di qual entità che ritiene di avere sempre ragione, come un dio dell'olimpo?

Questo pensavo mentre cercavo parcheggio. Che poi, colpo di fortuna, ho trovato in una delle rarissime aree di sosta non a pagamento, dove una signora stava appena uscendo. A questo siamo arrivati. In una tranquilla cittadina di mare. Dove dovrebbe regnare la serenità. E non il terrore... del parcheggio!

martedì 4 luglio 2023

Presentata al "Bim" la 43° Tendopoli di San Gabriele

TERAMO. “Tendopoli” è parola da diversi significati. Si ha tendopoli dopo un disastro naturale. Ad esempio, alluvioni o terremoto. Si ha tendopoli al campeggio, quindi in vacanza. E spesso si ha tendopoli laddove c'è concetto di “scomodità” e “gioventù”. E sono proprio questi due aspetti: “uscire dall'area di confort” (come dicono loro) e l'esser giovani, che da sempre caratterizzano la “Tendopoli di S.Gabriele”, la cui 43° edizione è stata presentata questa mattina al consorzio “Bim” di Teramo dal padre Cordeschi del santuario di Isola del Gran Sasso, dal presidente del “Bim”, Marco di Nicola e da una tendopolista “storica”, Lorena Lepidi, a rappresentanza un po' di tutti i tendopolisti.

Si tratta della prima edizione dopo la pandemia. Tre giorni di riflessione e spettacolo dal 28 al 30 luglio. Su cui si fa molto affidamento in termini di partecipazione. Anche perché c'è questo richiamo forte del Santo presso una consistente fetta del mondo giovanile. I quali giovani verranno invitati non solo alla scomodità della tenda, ma anche ad affrancarsi dalla schiavitù dei telefonini.

E qui scatta un altro particolare di quello che è il rapporto tra la Chiesa ed il mondo giovanile. Un rapporto fertilissimo specie in Abruzzo, alla cui base v'è l'evocazione un po' del sogno e dell'anti-conformismo in qualche modo critico del presente, fortemente moderato però dalla classica cultura cattolica. Chiaro in filigrana il tentavo di incalanare questi fermenti giovanili – qualora ve ne fossero – lungo crinali diversamente-istituzionali. Una miscela intelligentissima, da parte della cultura cattolica, che fa si, tra l'altro, che noi (e per fortuna) non avremo mai fenomeni come quello francese di questi giorni. E che produce, di converso, una leva di giovani politici che si faranno (e si son fatta) strada nelle istituzioni elettive. Tutti con questa forte impronta cattolica sul cui frutto, nel concreto della politica da loro messa in atto storicamente, ci sarebbe però molto da discutere.

Ciò non di meno la cosa ha un senso ben preciso, come si è detto, sia in termini culturali che latamente politici. Incontrando però, a sommesso parere di queste righe, un limite: essa vale soltanto per la fascia giovanile che ha già una inclinazione all'impegno sociale e quindi, in seconda battuta, politico. Non è un fenomeno che può interpretare il mondo giovanile nella sua complessità. Mondo giovanile peraltro che in parte, anche nella manifestazione stessa, può essere attratto più dai momenti di festa e di “avventura”, tra mille virgolette, che dal messaggio propriamente spirituale ed ancor più programmaticamente civile che v'è sotteso. 

Ma questo, chiaramente, è altro discorso.

domenica 2 luglio 2023

E se Francesco (Di Giuseppe)...

Francesco di Giuseppe
ROSETO. Guardavo le foto dei tavoli per così dire “più politici” della bella cena di beneficenza organizzata come ogni anno al “Bellavista” dall'infaticabile Liliana di Tecco (a proposito: ancora auguri, Liliana, ti ho visto in ottima forma). E mi è sembrato scorgere, anche da quelle, la plastica divisione che attraversa il centro-sinistra cittadino. Separato “in casa” da personalissime faglie che lo scindono in almeno tre tronconi paralleli le cui rette non s'incontrano – negando la geometria – nemmeno all'infinito.

“Con queste divisioni – riflettevo tra me e me – Nugnes camperà di rendita altri mille anni”. Visto anche i poteri-forti cui certo la sua politica non pare dispiacere. Eppure Nugnes, in questo momento, non mi pare sulla cresta dell'onda. Così, per gioco, mi sono messo a cogitare: se votassimo adesso, senza aspettare tre anni, come andrebbe? Possiamo lasciar correre un po' l'immaginazione. E proiettare – per gioco s'intende – un futuribile ballottaggio. Chi potrebbe andarci? Nugnes certo, perché con quei “tavoli” lì, il centro-sinistra rosetano non va da nessuna parte. Ma lo sfidante chi potrebbe essere? Bhé, sapete che penso? Se volesse candidarsi, lo sfidante potrebbe essere Francesco di Giuseppe, attualmente consigliere comunale di Fratelli d'Italia.

Si, d'accordo, contro di lui scatterebbe la pregiudiziale anti-fascista. Ma funzionerebbe ancora? Certo, ha il suo appeal. Ma a Roma governa la Meloni (male, secondo me, ma governa). A votare, tutto sommato, andrà sempre meno gente. Dare del “fascista” a Francesco (di Giuseppe), poi, la vedo dura: lui che sta prendendo quasi ad ogni seduta del consiglio comunale più attacchi a-democratici dagli attuali amministratori che la metà avrebbe fatto saltare i nervi a qualunque anti... fascista! Insomma, i tempi sono cambiati anche a Roseto.

Beninteso, butto lì questa riflessione a caso, quale passatempo domenicale. Non so se Di Giuseppe vorrà mai candidarsi sindaco, né ci ho parlato. Poi, fra tre anni tutto può cambiare e magari Nugnes recupera e prende il cento per cento dei voti ed anche il 101 vattelapesca. Però, una cosa posso dirla: diserto le urne da un pò, ma se dovesse candidarsi Francesco contro Nugnes, senza essere io di Fratelli d'Italia e senza condividere nulla della politica di quel partito, anzi cambiando di corsa canale ogni qualvolta compare la signora Santanché, la cui insopportabile prosopopea mi provoca attacchi di allergia; bhè nonostante tutto, un piccolo votarello personale a Francesco lo darei volentieri.

Buona domenica.