mercoledì 26 luglio 2023

"La palestra senza fine"

Vanessa Quaranta
ROSETO - COLOGNA. Purtroppo per loro le scuole rosetane non sono tutte “PNRR”; e nemmeno tutte “Fedeli Romani”, per la cui progettazione pare sia addirittura disceso alle nostre latitudini uno studio tecnico lombardo. Si da il caso, infatti, che a Montepagano non solo manchi l'elementare da sette anni, ma che cinque mesi non siano ancora sufficienti a “far attraversare la strada”, cioè a trasferire di qualche decina di metri, la materna sloggiata dal suo edificio ritenuto pericolante. Così come non si sa quando arriveranno gli adeguamenti sismici promessi per gli edifici del lido né si capisce come possa affrontare il futuro il centralissimo plesso di via d'Annunzio sul quale si osserva un rigoroso silenzio municipale.

Ma se tutto questo riguarda Roseto e Montepagano, anche Cologna Spiaggia ha i suoi problemi... scolastici. Nella popolosa Frazione rosetana, difatti, si attende da ormai 13 anni una palestra che l'associazione “SiAmo”, presieduta da Vanessa Quaranta, definisce la “Palestra senza fine”. Ora, se fino a qualche tempo fa si poteva dire che nemmeno c'era l'edificio e si discuteva animatamente su dove collocarlo, ora quell'edifico, da un anno e passa, c'è eccome; è bello (oddio, bello forse no) e costruito, ma non si apre. Perché? Boh, ora manca l'arredo ora la caldaia ora chissà, ma chiuso è, finora.

“Questa non gode dei fondi a pioggia del PNRR – scrive a proposito "SiAmo" – e sembra quindi poco appetibile per l'incessante attività comunicativa dell'amministrazione con tanto di foto annesse". Foto – aggiunge Si.Amo – che sembrano scattate, “stando ai rumors locali”, da soggetti molto vicini politicamente all'amministrazione che ci si augura “non abbiamo accesso a documenti peraltro riservati”. Così anche Andrea Di Stanislao, ex-presidente del consiglio di quartiere di Cologna e Giovanna Palazzese, invitano il sindaco Nugnes ad occuparsi un po' anche di Cologna, se possibile un po' meno mediaticamente ed un filino più concretamente, magari anche accettando una maggior disponibilità al dialogo reale e non solo mediato da comunicazioni social o a mezzo stampa.

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