domenica 30 aprile 2023

"La festa delle virtù"

La sconfitta dei lavoratori è in Italia cosa risaputa da almeno un trentennio. Ed anche quella dei sindacati, visti ormai più che altro come patronati che procurano documenti burocratico-assistenziali e qualche volta protestano educatamente. La ricerca del posto di lavoro è infatti da tempo delegata alla “libertà” del mercato e la sua difesa abolita con la flessibilità. Quanto alla retribuzione poi, è di fatto affidata, con tutto il resto, al “libero” beneplacito dei datori di lavoro. Nemmeno lo sciopero si sa più cosa sia. Visto che costa ai lavoratori stessi ed apporta disagio agli altri. E lo sciopero che non apporta disagi in danno della ricchezza pubblica e privata, della possibilità di spostamento, insomma del vivere quotidiano, semplicemente non esiste. Il Primo Maggio è così diventato occasione per qualche concerto più o meno gratuito e tante “virtù”, intese in senso culinario oltreché sociale. E già, perché, virtù, testualmente, è acquiscenza, adattamento alle necessità, piegarsi al volere altrui. Vale a dire: che sà a da fa pe' 'nu piatto de' minestra!

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