venerdì 24 marzo 2023

Speriamo che sia la volta buona (per il campanile di Montepagano)

ROSETO. Mi occupai la prima volta del campanile di Montepagano una decina d'anni fa. Me ne parlò una cara amica di allora e di adesso. Non potrei fare il nome perché so che non vuole. Ma all'epoca era consigliera comunale. Così, a mio rischio e pericolo, lo faccio: Raffaella D'Elpidio.

Appunto nella sua veste di consigliera, seppur all'opposizione del sindaco Enio Pavone, aveva raccolto le richieste di molti cittadini paganesi. Lamentavano che dal 2009, dal sisma dell'Aquila vale a dire, la campana non suonava più. E quel suono voleva (e vuole) dir tanto per Montepagano: per la sua storia (e le sue storie); per la tradizione (e le sue feste popolari); per momenti della vita secolare del Borgo.

Ricordo che misi alcuni articoli sul blog (lo stesso di oggi). Si faceva cenno alla “scuola lombarda”, ai “parenti” illustri del campanile paganese in Atri e Teramo; al particolare “attacco al cielo”, cioè la cuspide, che ne caratterizza l'architettura. Altro non ricordo, ma chi è bravo a smanettare sul web forse quei post li trova ancora. Raffaella, da parte sua, presentò un paio di interrogazioni in consiglio comunale, naturalmente mal sopportate da Pavone, che con l'opposizione aveva un rapporto pessimo più o meno simile a quello del sindaco attuale, Mario Nugnes.

Comunque, lì per lì Pavone non diede soddisfazione a Raffaella. Ma, in un paio d'anni, spuntò fuori un incarico per la ristrutturazione del campanile conferito ad una bravissima architetta proprio di origini paganesi: Laura Marini. La quale, con la spiccata sensibilità artistica che la distingue, secondo me elaborò un bellissimo progetto che, tra l'altro, costava pochissimo rispetto a quello di cui si dirà tra poco.

Senonché quel progetto di Laura fu sfortunato. Capitò infatti nel passaggio tra l'amministrazione Pavone e quella del sindaco Sabatino di Girolamo. Vi furono dei ritardi, ed appena partiti i lavori accadde il sisma di Amatrice del 2016. Le cui scosse bloccarono tutto. Intervenne la Sovrintendenza e il progetto di Laura Marini fu di fatto (questo lo dico io, lei non lo ammetterà mai) accantonato. Comune (amministrazione Di Girolamo) e Sovrintendenza parlarono allora di un finanziamento statale molto più sostanzioso per eseguire il restauro.

Sono passati una decina d'anni e, tranne la messa in sicurezza sismica, nulla si è mosso in tema di restauro. Questa mattina, però, proprio in quel di Montepagano, il sindaco Nugnes, accompagnato dal vicesindaco Marcone e dalla presidente del consiglio comunale, Gabriella Recchiuti, ha presentato alla stampa la consegna dei lavori per il consolidamento e restauro dell'opera secondo il progetto nel frattempo portato avanti direttamente dalla Sovrintendenza.

Nugnes, peraltro, ha fatto un colpo da maestro: è riuscito ad avere la presenza dei vertici della Sovrintendenza stessa, “scesi” a Roseto proprio a sottolineare l'importanza dell'evento. E ad assicurare che in un annetto il campanile tornerà se non agli antichi splendori almeno ad riavere il suono delle campane sia pur senza “rintocco”. Il che ai paganesi presenti ha fatto un po' storcere il naso, però meglio di niente è certamente. Anche perché la sovrintendente, architetta Cristina Collettini, si è mostrata davvero cortese e disponibile al riguardo.

Che dire allora? Speriamo sia la volta buona. Perché sarebbe davvero cosa buona e giusta per tutti. E sarebbe anche ora che questo simbolo paganese e rosetano nonché, se vogliamo, dell'intero circondario possa trovare la sua degna cornice architettonica e civile. Si spera, dunque.

Ah, post scriptum: nella condivisione social di questo post, pubblico una foto che mi riguarda, dedicata a chi pensa che io sia un antipatizzante dell'amministrazione in carica: quella con Gabriella Recchiuti, presidente del consiglio comunale. Il fotografo d'eccezione è l'amico Luca Venanzi.

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