Così, la maggioranza ha potuto tranquillamente parlare alla maggioranza ed Enio Pavone ha potuto pacificamente parlare di Pavone Enio. Citarsi è del resto il suo costume politico preferito. Come il lamentarsi (cosa che ripete dal 2011) della presunta mancanza di risorse comunali per accontentare le richieste dei cittadini-elettori che, ahiloro! non conoscerebbero i meccanismi della burocrazia.
E questa delle risorse-scarse, secondo l'opinione di Pavone naturalmente, è davvero una meraviglia delle meraviglie. Si verifica infatti, in un Comune che ha appena celebrato (proprio nella stessa seduta di ieri, con voto anche di Pavone) uno strepitoso successo d'incasso della tassa di soggiorno. In un Comune che è dotato di un semaforo che miete multe a centinaia con conseguenti felicitazioni delle casse civiche. Di un Comune che ha ritoccato la tassa sui rifiuti ed incassa aliquote al massimo. In un Comune che è talmente omaggiato da fondi europei per milioni e milioni e milioni che forse dovrà aprire un ombrellone per ripararsi dalla pioggia di Bruxelles. Di quante tasse dovrebbe ancora godere il municipio affinché i cittadini possano pretendere dei servizi che il ragionier Pavone, già sindaco, ritiene non esaudibili?
Vabbé, ma le sedute senza tutta l'opposizione son bellissime per questo. Soprattutto se manca quella “rompiscatole” di Teresa Ginoble, alias “Elena”, che ogni volta che apre bocca si alza ad un tempo il sopracciglio del sindaco, della presidente d'Aula e l'indice di ascolto delle sedute, che almeno rende un po' vivaci. Senza infatti, quelle sedute devolgono verso la quies mistica da senescenza politica, invasa solo dalla iustizia e pietas di una politica ridotta a dire brava a sé stessa e di sé stessa.
Speriamo quindi che siano d'ora in avanti tutte così le sedute. Non solo senza l'opposizione in termini sostanziali per dato politico connaturato alla minoranza instessa di questa consiliatura, ma proprio per l'assenza fisica e geografica della medesima. Per quel che valgono le opposizioni nei consigli comunali nell'ordinamento verticistico delle monarchie-municipali italiche, non se ne accorgerebbe proprio nessuno.
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