ROSETO. Il sindaco di Roseto, Mario Nugnes, ha avuto a che ridire. Non era stata pubblicata, nei modi secondo lui adeguati, una sua foto sulla stampa in occasione di un taglio di nastro. Si è arrabbiato. Bene, nessuna sorpresa. La propaganda politica dell'immagine fa parte della sua strategia di comunicazione.
Che poi il termine “comunicazione” è improprio. Lui, infatti, non comunica nulla di particolare. Lui fa, appunto, pubblicità politica a sé stesso. Vorresti fare un confronto, ad esempio, tra quanto guadagnavano alcuni amministratori pubblici prima della carica e quanto dopo? I dati, spesso, non sai dove trovarli. Vuoi sapere quanti metri cubi si ha intenzione di far costruire sul territorio di qui ai prossimi cinque anni? Nessuno lo dice. Ti interessa qualche notizia su potenziali (e non solo) conflitti d'interessi: vatteli a pesca. Il che è legittimo, naturalmente: teneteli pure riservati questi dati pubblici. Va solo riconosciuta, però, la necessità di porre una salutare barriera critica, onde non abboccare totalmente a tutto ciò che passa la “fabbrica” di notizie del Palazzo.
Del resto l'immagine, i soliloqui sui social senza contraddittorio, l'ostentazione fotografica di qualsiasi cosa, non “fanno parte”, ma “sono” la politica oggi. Gli operai del Comune o delle ditte appaltatrici potano una siepe: tac: foto-social-darsi-del-bravo in modo che altri, i fedelissimi a volte, ripetano quel bravo-bravo-bravo!
Non c'è niente da meravigliarsi. Così va il mondo (politico) oggidì. Basta goderselo, finché dura.
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