sabato 30 aprile 2022

Ma che succede nei pressi del Palazzo?

Teresa "Elena" Ginoble

ROSETO. Mi sa che sotto la superficie all'apparenza placida, la politica rosetana si sta un po' increspando. La cartina di tornasole è stato il consiglio comunale di ieri. Dove nemmeno il quadernuccio a forma di breviario dal quale il sindaco, Mario Nugnes, trae ispirazione per le centinaia e centinaia di parole con le quali cerca di coprire le domande dei consiglieri d'opposizione, riesce più ad annacquare quel che pare un mutamento del quadro politico.

Andiamo tuttavia con ordine. Anzitutto l'aumento della tassa sui rifiuti. Sarà del 1,5 per cento come comunicato, del 3-4 per cento come detto in Aula dall'assessora Zaira Sottanelli, o del 7 per cento come scrive la consigliera Rosaria Ciancaione, che è stata tra l'altro la ragioniera storica del Comune fino al 2015? Dal “breviario” del sindaco ieri non è apparsa la sicurezza matematica sul numero.

Ma intorno al tema dei rifiuti, sempre in consiglio, è stata la consigliera Teresa “Elena” Ginoble a mettere davvero in difficoltà la maggioranza. L'esperta Elena si è accorta infatti di una mozione fantasma. Che giace dal febbraio scorso nei cassetti del Comune e mai è stata portata in discussione, nonostante il regolamento prescriva un termine massimo di due mesi trascorso il quale la presidenza d'Aula non può più trattenere a sé il documento. Il bello è che nemmeno l'autore o l'autrice della mozione pare aver protestato più di tanto. Mistero, dunque.

Come mistero un'altra cosuccia mica da niente. Sempre “Elena” ha chiesto: scusate, ma i rapporti economici tra il Comune e l'impresa appaltatrice dei rifiuti sono ancora regolati dal contratto relativo alla gara d'appalto del 2015 oppure si svolgono secondo le condizioni stabilite dalla gara del 2021? Gelo in Aula. Solo il consigliere di maggioranza Enio Pavone cercava di replicare, manco volesse a tutti costi di intestarsi lui, politicamente, questo aumento della tassa sui rifiuti. Perché? Mistero.

Ma Pavone, proprio oggi, è stato preso di mira dal consigliere di Fratelli d'Italia, Francesco di Giuseppe. È successo infatti che questa mattina, “Azione”, il partito di Carlo Calenda, ha officiato il suo congresso cittadino al palazzo del mare, ovvio sotto la sapiente regia politica di Giulio Sottanelli. Si è così scoperto che ben sette consiglieri della maggioranza di Nugnes hanno ricevuto l'investitura ufficiale di Azione, sono cioè diventati da “Civici” uomini o donne di partito, come immediatamente ha sostenuto Francesco Di Giuseppe.

E qui si apre un... mondo, od un mare fate voi. Perché a questo punto, di fatto, la maggioranza di Nugnes è un bipartito: “Azione” più il gruppo Pavone.

Quindi ricapitolando: la tassa rifiuti aumenta, ma non si sa di quanto; una mozione fantasma si aggira senza risposte nelle stanze del Comune; un contratto che non si capisce se sia quello vecchio o quello nuovo; una maggioranza che da “civica” pare svoltare verso “Azione”. Bene, bene... e sono passati appena sei mesi dal voto dell'autunno.

giovedì 28 aprile 2022

Pagare tutti per pagare di più

da "Eidos" n.7/017

ROSETO. Questa storia dell'aumento della tassa dei rifiuti mi mette di buon umore! Quando si paga, io godo.

Partiamo dal principio. Anzitutto l'aumento è confermato. Dal sindaco, Mario Nugnes, in persona. Con il solito alluvionale comunicato stampa. Nel quale comunicato, ad un certo punto c'è un perla d'autore. E l'autore è, niente meno che, l'ex-sindaco, Enio Pavone, giunto a dar man forte al sindaco per giustificare l'aumento, malgrado sia oggi un semplice consigliere comunale, quindi non abbia ruoli esecutivi, dunque gli aumenti non dipendaono da lui.

Che ha detto allora il Grande Enio, grande Amico mio? Semplice: se aumentano i costi sale la tassa. Oh Enio! ma ti sembra una giustificazione? Allora se i costi arrivano alle quote stratosferiche del razzo di Astra Samantha che facciamo, ci vendiamo le case per pagare? Ma Enio è troppo forte, secondo me doveva rifare il sindaco. Con lui sarebbe stato bellissimo. O meglio, lui l'avrebbe pure rifatto il sindaco, ma mi sa che hanno preferito altri!

Comunque, com'è che questi costi aumentano? Qui entra il campo direttamente il sindaco Nugnes e dice: perché Nicola Petrini, ex-assessore, ha fatto un appalto troppo generoso. Ohibò, non discuto sulla supposta generosità. Ma Petrini non era sindaco. Il sindaco era Sabatino di Girolamo. Ed invece, stranamente, l'indice viene puntato su Petrini. Non sarà perché Di Giroalmo è del Pd ed il Pd potrebbe tornar comodo per scenari politici futuri? E Petrini, invece, è "Ginobliano", vale a dire di quel lato che al consiglio di frazione di Cologna le ha suonate, elettoralmente, all'area "Nugnesiana"? Vedremo.

Quanto a generosità di costi, comunque, non pare siano limitati solo ai rifiuti. Volete un altro esempio? L'amministrazione Nugnes, infatti, tra indennità, staff e spese connesse al suo funzionamento, costa circa 400 mila euro l'anno. Come dire 2 milioni di euro nei cinque anni. Questo cosa significa? Che forse i costi non sono ritenuti un problema a prescindere. Tanto i cittadini, per fortuna, a Roseto non se la passano male, quindi possono pagare. Eppoi, anche se una parte non paga, le tasse sono talmente alte che quelli che le pagano bastano e avanzano a far cassa.

Ah, un'ultima curiosità: ma le dichiarazioni dei redditi prima delle cariche politiche di due o tre assessori sul sito del Comune ci sono? Ci saranno senz'altro, ma non riesco a trovarle. Nel caso ancora mancassero, senza dubbio chi di dovere avrà sollecitato. Almeno voglio sperare. Nell'eventualità non ci fossero, non si vorrebbe che anche chi deve vigilare affinché vi siano, se ne sia per caso dimenticato.

Au revoir. Buon pagament a tout le monde!

mercoledì 27 aprile 2022

Tassa chiama tassa

ROSETO. Poco fa ho letto un comunicato del consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Francesco di Giuseppe. Dice che la tassa sui rifuti (Tari), quest'anno aumenterà. Domani su questo parla il sindaco Nugnes e magari smentisce.

Per l'intanto vorrei dire una cosa. Quando vi raccontavano che le tasse (di soggiorno) erano belle, ci avevate creduto, vero? Pensavate si fermassero a quelle che pagano i turisti di tasse? Bhè, forse avevate sbagliato. Perché tassa chiama tassa. Così, stando a quanto dice Di Giuseppe, starebbero per aumentare anche le tasse sui rifiuti. E mi pare giusto. Abbiamo voluto un sindaco giovane, dinamico, che parla sui social, che è senza alternativa e, di fatto, senza possibilità reale d'opposizione e non vogliamo nemmeno pagare? 

Dài sù, pagare, pagare, pagare. Le tasse sono belle, ragazzi! Pagate e tacete, se proprio non vi va di spellarvi le mani in un bell'applauso.

Io pago con gioia, naturalmente!

lunedì 25 aprile 2022

Un giorno di festa che Festa non è

Se guardi oggi i lungomare della costiera d'Abruzzo, sembra sia la liberazione anche dei monopattino e delle bici sui marciapiedi. Dei cani giganteschi trasformati in peluche da passeggio e dei bicipiti tatuati. Dei dire: “Cosa hai mangiato oggi...” e “Quali medicine hai preso ieri e prenderai domani”. Di certi giovani che gridano e girano a gruppetti e tu li vedi passare e pensi: ma saranno mezzi tonti? Del resto sono gli stessi che, se ci parli, appaiono maniaci delle regole e delle telecamere: per gli altri

L'impressione è che – giustamente – di cosa sia accaduto quasi 80 anni or sono non importi granché a nessuno. E che i più, fossero chiamati oggi a far guerra, imbraccerebbero il fucile senza proteste, obbedendo con la sovrana indifferenza con la quale affrontano tutto.

Ecco la cosa che oggi è in noi e ieri mancava: l'accettar tutto, senza indignazione. Se un risultato la nostra repubblica ha avuto è cancellare l'indignazione pubblica. Una corazza indispensabile ad andar avanti giorno dopo giorno. E resistere. Ecco si: resistere a come siamo diventati.

domenica 24 aprile 2022

E 'sto 25 Aprile che sventoliamo?

Siamo in guerra da 60 giorni. Ed oggi ho visto una ragazza in mimetica sul monopattino. Si è fermata davanti una birreria. Intanto la Ferrari non ha vinto in casa, ad Imola. Mentre i ciclisti in gruppo marciano tranquillamente senza luci lungo le gallerie poco illuminate delle strade di montagna.

I sondaggi francesi danno Macron come favorito. E quest'anno non si sa quale bandiera sventolare domani sui balconi. Due anni fa andavano molto quelle del “Tutti a casa”. Adesso andrebbe bene il vessillo ucraino o magari della Nato. Ma non ho fatto in tempo ad acquistarle. Mi dicono che in rete si trovano a buon prezzo.

In mancanza, se stasera al Nostro va bene, si potrebbe piazzare quella francese. Le danno davvero a buon mercato. Tanto per sventolare qualcosa, beniteso.

giovedì 21 aprile 2022

Torna "Sport per la vita"


ROSETO. Era l'inzio del 2020. Qualche settimana dopo sarebbe scoppiata la pandemia. Due anni dopo una guerra, vera al fronte percepita da noi. Al Palasport andava in scena quella che, all'insaputa di tutti, sarebbe stata l'ultima edizione pre-pandemica di “Sport per la vita”. Dopo lo stop forzato del 2021, il 30 aprile si riparte.

Sport per la vita” è un galà ormai classico per Roseto. La grazia e l'eleganza del pattinaggio artistico unito alla solidarietà. Al termine della serata, infatti, sarà staccato un assegno che, anche quest'anno, andrà alla lotta contro la fibrosi cistica, una brutta malattia che colpisce molto i bambini.

La conduttrice sarà ancora una volta Mirella Lelli, che si potrebbe definire di fatto una co-curatrice dell'evento. E qui vorrei aprire una parentesi: quello tra Mirella Lelli ed il galà è un rapporto “storico”. Stiamo parlando, difatti, della presentatrice che per tanti anni ha incarnato un certo spirito della Cultura rosetana. Era il decennio 2001-2011, con Franco Di Bonaventura sindaco e Mario Giunco nel suo ufficio alla villa. Roseto vide allora una koiné culturale irripetibile. Dal 2011 in poi, infatti, quelle manifestazioni o si sono spente oppure sono andate avanti per trascinamento. È la vita; il tempo; la storia. È andata così. Poco vale chiedersi se, forse, poteva andare diversamente. Chi scrive, crede poteva esser diverso. Ma in tutto questo il Galà ha resistito: non si è spento.

Torniamo allora all'oggi. Ed alla conferenza stampa di presentazione tenuta nella sala del consiglio comunale. Ebbene, il mio “naso” ha percepito in quella sala qualcosa che dello spirito di cui dicevo sopra resta. Rimane al di là dell'avvicendarsi delle amministrazioni politiche. Quindi è qualcosa che “sta” nella città; che “è” in qualche suo angolo segreto.

Lo vedi dal riferimento, particolare nel Galà, a Cristiana, una giovane mamma che purtroppo ci ha lasciato di recente. Una delle sue figliole era presente. Ed è dir tutto. Lo vedi dalle oltre 400 atlete che – mi ha detto Annalisa d'Elpidio – sono un record per la manifestazione, oltretutto per necessità con pochissime prove tecniche possibili. Lo vedi anche dall'emozione che – comunque la si pensi – si respira.

Le ragazze che pattineranno il 30 aprile non erano nate 36 anni fa, quando “Sport per la vita” iniziò il suo percorso. Ecco allora che, in coloro che li hanno vissuti, si riaffaciano ricordi; si lega un filo, che poi è un filo della vita. Questi momenti, questa memoria, questi volti e questi cuori non sempre in primo piano, ma presenti, fanno percepire qualcosa di più. Toccano corde diverse. Ecco, è questo – non so come definirlo – alone, questo pulviscolo di memoria, che sempre mi interroga e mi incuriosisce di Roseto.

Sono sensazioni, naturalmente. Impressioni personali. Ma del resto qui non si fa solo cronaca. Non avrebbe senso per un blog così piccolo. Qui si cerca, quando c'è, quando ci si riesce, quando viene, anche di descrivere una emozione. E quando c'è, quando viene, quando non se ne può fare a meno, magari di esporre qualche sonora arrabbiatura. Questa mattina è toccato alle emozioni. Si spera, ma non si promette, le protagoniste siano sempre loro.

domenica 17 aprile 2022

Buona Pasqua

Il simbolo di questa Pasqua non è purtroppo la colomba di cioccolato, ma il carro armato in azione. Non la sconfitta dell'uomo, che mai ha vinto su sè medesimo, ma l'oppressione del prossimo a noi. A ben vedere le bombe di questa Pasqua di fuoco, non colpiscono i centri del potere e nemmeno gli uomini del Potere, bensì massacrano famiglie innocenti o ragazzi nelle divise d'ambo le parti. Si respira un fanatismo bellicista e bellicoso anche da noi, che parla forsennatamente di guerra e di crociate social, anziché di libertà dei popoli.

I popoli sono oggi tutt'altro che liberi, si veda la penosa impotenza delle Nazioni unite o anche dell'Europa semanticamente intesa. Ci sono solo padroni alle viste, tanto padroni da poter smentire ogni giorno loro stessi. E non resta che prenderne atto, magari deplorando che il sommo Pontefice dopo gli appelli sempre più accorati, non può che tornare tra i suoi pochi seguaci disposti ad una fede senza compromessi.

Ma tant'è. Basta guardare le presunte diverse facce della politica nostrana, che dovrebbero rappresentare culture contrapposte e che invece sembrano assolutamente identiche nella sgradevolezza antipatica della difesa d'interessi di bottega.

La schiavitù del denaro, del terrore e della guerra è tuttora viva e fiorente. Non appartiene in nulla al passato. E la Libertà è solo una speranza, forse un mito d'un remotissimo avvenire.

venerdì 15 aprile 2022

“L'eco delle mie parole...”

ROSETO. Una canzone del millennio scorso, “Chitarra vagabonda” mi pare s'intitolasse, ad un certo punto faceva: “E sento l'eco delle mie parole...”. Non volendo, il millennio dopo, Nugnes-Marcone & compagnia politica, sembrano re-interpretarla. Loro lanciano con cadenza quotidiana centinaia di parole e poi si beano della scia d'eco che tracciano sui social a suon di “grazie”, “mi piace” e “cuoricini” vari.

Così anche la semplice pulizia d'una fontana (quattro secchi di melma rimossa) diventa un “evento”. Dimenticando che la normalità è il “dopo”, non il “prima” che si vede nella foto. Quella melma, infatti, essendoci una normale manutenzione non doveva star lì. E siccome non si sarà certo formata in anni, ma in settimane al massimo qualche mese, il signor Marcone sarà certo passato nei paraggi nel frattempo. Avrebbe dovuto allora farla togliere molto prima, scusandosi semmai del ritardo. Ed invece lui mette la foto “prima” e “dopo” ed ecco i: “bravo”, i “dài”, non arrivando ai “sei er meglio”, solo perché siamo lontani dalla capitale, per restare in tema con la canzone. Insomma è come se io, a casa mia, non pulisco i fornelli della cucina per un mese, quelli si insudiciano, poi li lavo e mi dò del bravo. Campasse mia nonna mi avrebbe forse dato qualche altra cosa, ma sulla mia capoccia temo!

Vabbé, passiamo ad altro. Ad esempio, l'elenco diffuso via internet delle manifestazioni che si terranno nelle prossime settimane o mesi. Molte di queste si son sempre svolte. Erano ferme solo per la pandemia. La notizia sarebbe che l'elenco sia uscito prima del solito. Vabbé, buona cosa, ma da questo a farne un evento epocale ce ne passa! In fondo, si tratta solo della redazione di un manifesto digitale! Eppoi, quando le medesime manifestazioni si svolgevano negli anni scorsi, tipo “Roseto cup”; “Sport per la vita”, “Roseto opera prima”, eccetera, sempre sul sito venivano pubblicizzate. Ora, invece, il tutto è niente meno che auto-sponsorizzato. Evvai con l'eco-turbo delle mie parole!

E che dire, da ultimo, ma non ultime, delle cosiddette nuove politiche giovanili naturalmente super-declamate. Qui si arriva all'acme dell'eco delle mie parole. Sembrerebbe infatti che l'aspirazione massima dei genitori rosetani sia quella di veder i loro figli, specie se studenti, impegnati nel servire birre ai turisti o giù di lì. Una vocazione tanto pressante da suscitare persino l'interesse social di una nuova titolare di incarichi politici. La quale ne ha parlato in un suo specifico post.

Allora la politica che va per la maggiore che fa di fronte a tal improvviso scoppio di... domanda di lavoro? Raccoglie la disponibilità di un paio di aziende che casualmente i motori di ricerca web associano a familiari di candidati eletti o di candidati non eletti, ma divenuti poi rappresentanti di organismi di nominati dagli eletti. Le quali benefacenti ditte si adoperano, con l'aiuto di una piccola contribuzione municipale, a rendere edotti alcuni aspiranti ragazzi, nonché studenti, delle tecniche necessarie. Come dire, ecco un esempio di politiche per i giovani. Che in altri tempi, fossero vivi scrittori del calibro di un Sergio Turone, ad esempio, avrebbero forse descritto – sbagliando va da sé – usando la categoria letteraria del familismo, politico appunto.

Ma erano altri tempi. Pensate, c'era persino un'altra canzone, portata al successo dal grande attore Nino Manfredi, che se la suonava e se la cantava “da sé” e ad un certo punto diceva: “...e m'accompagno da me”. Ecco, i politici di oggi se la suonano e se la cantano da loro. Solo che li accompagna il popolo social, a suon di cuoricini!

sabato 9 aprile 2022

Le città che non ci rappresentano più

Se osservi queste cittadine di mare – dove tutto sommato si vive benissimo – fuori dalle stagioni turistiche, ti accorgi come cambia la società giorno per giorno. Se le guardi nelle mattine dei giorni di lavoro, diciamo verso le 10, vedi soprattutto anziani, qualche mamma con il passeggino ed i furgoni dei corrieri. Alcuni degli anziani camminano con difficoltà. Nei loro sguardi c'è una risentita tristezza. Nei movimenti una lentezza forse non solo fisica. In ogni caso, la città non pare più quella che avevano vissuto da giovani.

Se le guardi nei week-end autunnali o primaverili, invece, il panorama cambia. Vedi il ragazzo che lascia il pitbull libero sulla spiaggia, poi lo richiama con ordini perentori, gridati in una lingua dura, che non è la nostra: nei suoi modi scorgi la rabbia. Vedi la famiglia con bambini anch'essa con un idioma che viene da straniere sofferenze. Anche qui la voce è dura, come di rivalsa: la città non gli appartiene. A poca distanza, magari, ci sono dei ragazzi essi sì nostranissimi: linguaggio alterato, strafottenza, sgommate se in auto. Anche qui la città non è la loro.

Ecco, abbiamo delle città con dei lungomare a volte carini, ma che sembrano fatti per un altra epoca, per un'altra società, per una media-borghesia che non c'è più. Oggi, non vi è né contestazione né accettazione della città: v'è indiferrenza ad essa. E, forse, indifferenza a tutto. Ed è una indifferenza diversa, trasversale alle età ed ai ceti sociali. Si, la nostra è una società che accetta tutto, ma non condivide nulla. Le città non la rappresentano più.

Una società del genere, si teme, è prontissima per la guerra. Che infatti viene accettata anch'essa come tutto.

venerdì 8 aprile 2022

Per i lampioni che si fa? Una volta Casa Civica denunciava

da EkuoNews del 7.12.20

ROSETO. L'illuminazione pubblica funziona male. Non si contano le lamentele per strade al buio o poco illuminate. Le ultime arrivano da Cologna Spiaggia. Per non dire della luce fioca sulla Nazionale, solo parziamente rafforzata. La storia, dunque, va avanti da almeno un anno e mezzo. Non che prima funzionasse meglio, ma vi era la scusante della scarsa managerilità gestionale. Dall'autunno 2020 questa motivazione non è più valida. Eppure le cose non sono migliorate come ci si aspettava. Malgrado il Comune abbia investito l'equivalente di diversi milioni di euro per il prossimo decennio. A questo sforzo economico, a spese delle casse pubbliche, non corrisponde, finora, una efficienza dell'illuminazione pubblica paragonabile. Cosa si vuol fare? Andare avanti così altri dieci anni come nulla fosse?

martedì 5 aprile 2022

6 Aprile, questo è

Certo che tra l'uomo e la natura è una bella sfida a chi è più malvagio. Mentre si celebrano i 13 anni dalla distruzione di una città (l'Aquila) per forze della natura, a qualche distanza altre città vengono distrutte per la malvagità umana. Quelli che aiutarono a ricostruire un bene culturale della città terremotata (i Russi) sono ora accusati di radere al suolo i luoghi della cultura di un altro paese (l'Ucraina). Nel palazzo ricostruito dai Russi a L'Aquila (Palazzo Ardinghelli) c'è un museo che omaggia i valori dell'umanità. Quelli che l'hanno ricostruito (i Russi, appunto), sono ora accusati di crimini contro l'umanità a Kiev e dintorni. Questo è. In mezzo ad un mare di chiacchiere. Spesso inutili. E qualvolta interessate.

La sorpresa Recchiuti Gabriella

ROSETO. Questa sera, mentre allestivo la mia modesta pappa (che testimonio in foto), pensavo. Cogitavo sull'alluvione di “Note del sindaco” (così le intitolano), che giornalmente precipitano con intensità gravitazionale sugli smartphone dei giornalisti. Beninteso, fosse nelle mie titolarità, il 90 per cento delle suddette finirebbe di diritto nella rubrica che Michele Serra teneva sul settimanale “Cuore” una trentina d'anni or sono, le cui insegne non posso riportare perché ora non c'è più la libertà di quei tempi.

Oggidì dunque, una di queste Note Nugnesiane, che propalava i soliti lavori pubblici, ha innescato un battito di ciglia leggermente più irto del solito in quanto si è meritata una replica. Una risposta postata sul suo profilo Fb niente meno che dal mitissimo ex-sindaco, Sabatino Di Girolamo. Il quale ha detto (volgarizzo): vabbé, ma tutti 'sti lavori che state a propagandà li avevo iniziati io, fosse stato per voi campa cavallo... Il che è vero, anche se, ad onor della verità-vera, i lavori pubblici non sono né di Di Girolamo, né meno che mai di Nugnes & Marcone, bensì del Comune, o meglio dei rosetani che li pagano con le loro tasse.

Tuttavia l'odierna Nota Nugnesiana, aveva anche un'altra particolarità, parimenti osservata come esorbitante dall'ex-sindaco Di Girolamo: ospitava una dichiarazione della presidente del consiglio comunale, avvocata Gabriella Recchiuti. La quale, ovviamente non ha ruoli esecutivi né nulla c'entra con i lavori pubblici. Allora, Gabriella Recchiuti deborda dal suo ruolo, teoricamente super-partes, di presidenta d'Aula? Si, politicamente deborda. Ma questo non significa nulla. Nè il contestarlo cambia qualcosa, se non a suo favore. Perché è opinione di queste righe che il suo sia un debordare politico intenzionale.

Non posso credere, cioè, lo faccia solo per voglia di apparire in pagina o in video. Costume, tra l'altro, comune alla maggior parte degli assessori, per non dire del sindaco e del suo vice. No, penso che Gabriella Recchiuti faccia politica. In che senso? Proviamo a ragionare. Anzitutto lei è di “Azione”, il partito di Calenda, ovvero qui di Giulio Sottanelli. A differenza di Nugnes, che non si è mai dichiarato “azionista” in quanto tale, lei si è candidata direttamente in “Azione”. Ergo, è molto vicina a Giulio Sottanelli. Non può essere che il suo protagonismo sfugga allo stesso Giulio, che evidentemente tacitamente approva. Di fatto, lei va a controbilanciare sul piano proprio comunicativo la dilagante presenza mediatica del sindaco e del suo vice.

Si può avanzare l'ipotesi politica che non sia una cosa estemporanea? Bene, fare ipotesi rientra nel rango dell'analisi politica. E quindi pare lecito avanzarla. E, devo aggiungere, che personalmente non mi dispiacerebbe se così andasse. Anzi, per mia inclinazione verso la politica al femminile, invece dei soliti nomi papabili, vedrei bene una candidatura dell'avvocata colognese che so? alle prossime regionali? che ne dite?

Glielo auguro, ovviamente. Perché penso anche un'altra cosa. Questa sua intraprendenza, portata avanti con piglio decisionista, dovrebbe porre all'opposizione la necessità di dotarsi presto una leadership riconosciuta. Anche qui, nella mia immaginazione, avrei il profilo giusto. Naturalmente donna. Quasi coetanea della Presidente. Anche lei colognese. Sarebbe un'antagonista perfetta, preparata, puntigliosa come non mai, appassionata di politica. Le darebbe filo da torcere, ne sono certo. E magari assisteremo ad una bella sfida politica tra duellanti vere.

Volete sapere a chi sto pensando? Non ve lo dico. Basti sapere che verso di lei ho già espresso simpatia in tempi non sospetti. Vi lascio in suspance, anche perché dal profilo che ho appena descritto tutti han capito chi è. Non ci crederete, ma l'ho capito persino io!!!

Bene, mi sa che quanto a fanta-scenari politici (chissà poi fino a che punto) per questa sera abbiamo finito. Torno alla mia cena fredda, non vorrei che nel frattempo si fosse un tantino... surriscaldata!

Aurevoir.

sabato 2 aprile 2022

Si spera che non ci rimettiamo

ROSETO. È polemica politica sulla gestione del palasport. Da dove nasce? Vediamo. Dunque, tutti sono d'accordo che il Pala Maggetti vada affidato ai privati. Al Comune gestirlo costa troppo. E poi bisogna fare dei lavori. Del resto, l'impianto è usato soprattutto dalla squadra di basket, per il cui gioco è nato. Quando si potevano tenere, ospitava anche grandi concerti e qualche grossa manifestazione. Si spera possano tornare, ma il palazzetto è naturalmente destinato al basket, come è logico.

Se tutti a livello politico vogliono privatizzare, il problema non dovrebbe sorgere. Ed invece sorge. Perché la passata amministrazione voleva farlo, ma non ci è riuscita. La nuova amministrazione l'aveva promesso, ma ancora non lo fa. Se gli chiedi perché (glielo ha domandato Fratelli d'Italia), rispondono che non hanno potuto perché sei o sette mesi fa c'erano i “ginobliani” (così oggi li hanno chiamati).

Dunque, tutti lo vogliono, Alcuni non vi sono riusciti. Altri dicono che i ritardi sono colpa di altri. Qualcosa però non torna. Il problema non è se privatizzare, ma come. Cercando di evitare, se possibile, di perdere la disponibilità dell'impianto senza guadagnarci nulla, non si vorrebbe addirittura rimettendoci. Non sarebbe la prima volta, in Italia, che una cosa del genere accada. 

C'è poi una questione di terzietà. Gli interessi politici, nella attuale fase storica locale, sono sufficientemente terzi rispetto agli interessi dello sport? Si parla di interessi entrambe legittimi, va da sé. Queste righe non hanno una risposta. Semmai qualche perplessità, se è consentito.

La parità di genere è fatto sociale

CHIETI. Un'interessante prospettiva sugli studi di genere è stata offerta dal filoso Lorenzo Gasbarrini durante un incontro promosso dal...