Il simbolo di questa Pasqua non è purtroppo la colomba di cioccolato, ma il carro armato in azione. Non la sconfitta dell'uomo, che mai ha vinto su sè medesimo, ma l'oppressione del prossimo a noi. A ben vedere le bombe di questa Pasqua di fuoco, non colpiscono i centri del potere e nemmeno gli uomini del Potere, bensì massacrano famiglie innocenti o ragazzi nelle divise d'ambo le parti. Si respira un fanatismo bellicista e bellicoso anche da noi, che parla forsennatamente di guerra e di crociate social, anziché di libertà dei popoli.
I popoli sono oggi tutt'altro che liberi, si veda la penosa impotenza delle Nazioni unite o anche dell'Europa semanticamente intesa. Ci sono solo padroni alle viste, tanto padroni da poter smentire ogni giorno loro stessi. E non resta che prenderne atto, magari deplorando che il sommo Pontefice dopo gli appelli sempre più accorati, non può che tornare tra i suoi pochi seguaci disposti ad una fede senza compromessi.
Ma tant'è. Basta guardare le presunte diverse facce della politica nostrana, che dovrebbero rappresentare culture contrapposte e che invece sembrano assolutamente identiche nella sgradevolezza antipatica della difesa d'interessi di bottega.
La schiavitù del denaro, del terrore e della guerra è tuttora viva e fiorente. Non appartiene in nulla al passato. E la Libertà è solo una speranza, forse un mito d'un remotissimo avvenire.
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